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L’ASSOCIAZIONE COMUNI VIRTUOSI

Quattro Comuni diversi, geograficamente e per dimensione. Quattro amministrazioni locali che si stavano occupando, a vario titolo, di iniziative di sostenibilità ambientale. L’idea di mettere insieme le proprie esperienze e condividerle con altri. E’ nata in questo modo l’Associazione Comuni Virtuosi, che della propaganda delle buone pratiche della Pubblica Amministrazione italiana ha fatto il proprio leitmotiv, raccogliendo in tutta la Penisola esperienze concrete e dando loro modo di crescere, facendo rete.
Per capire meglio come è nata questa associazione e di che cosa si occupa concretamente, abbiamo contattato il coordinatore, Marco Boschini. Come è nata l’idea di creare l’Associazione Comuni Virtuosi?
L’Associazione è nata nel maggio del 2005 su iniziativa di 4 comuni: Colorno, in Provincia di Parma (dove opero in qualità di assessore), Melpignano (Lecce), Vezzano Ligure (La Spezia) e Monsano (Ancona). Quattro comuni diversi, e lontani tra loro, ma che in quello stesso momento stavano sperimentando alcune iniziative concrete ed efficaci su diversi aspetti della sostenibilità ambientale. Chi sui rifiuti, chi sull’energia, chi sul risparmio dell’acqua o sulla bioedilizia. Temi diversi ma accomunati da un’idea di fondo, e cioè che si possa incrinare quel modello di sviluppo moderno che ci vorrebbe sommersi dai rifiuti, circondati dalle automobili, dagli inceneritori e dalle centrali nucleari. Un’associazione che è nata con l’intenzione di innescare un vero e proprio cambiamento di rotta quindi…
L’associazione nasce proprio dall’idea che si può cambiare questo modello di sviluppo. Comuni Virtuosi altro non è che un’associazione di comuni che tenta di mettere assieme e di valorizzare il più possibile quei sindaci e quegli assessori – siano essi di destra o di sinistra – che in tutta Italia provano a sviluppare e realizzare concretamente progetti in assoluta trasparenza. Cosa fa concretamente l’Associazione?
Dal 2005 abbiamo iniziato a girare per l’Italia alla ricerca di quelle esperienze che potessero essere identificate come virtuose, cercando poi di valorizzarle. La politica questo non lo fa e anche i giornali nazionali fanno finta che non esistono. In realtà in Italia la pubblica amministrazione è all’avanguardia per quanto riguarda le buone pratiche. Chi sono oggi i Comuni Virtuosi d’Italia?
Oggi i comuni iscritti all’associazione sono 52: un numero esiguo se rapportato al numero totale dei comuni italiani, ma che rappresenta un campione qualitativamente importante del nostro Paese. I 52 comuni sono sparsi su tutto il territorio italiano, sono rappresentati da tutti gli schieramenti politici. Alcuni sono molto piccoli (ad esempio Fitti, in provincia di Oristano, conta 300 abitanti) altri grandi (Capannori, in provincia di Lucca, di abitanti ne ha 50mila!). Rappresentiamo quindi un campione di esperienze molto diverse che potrebbe essere replicate in qualsiasi contesto e amministrazione. Quindi l’associazione si basa su iniziative concrete, già sperimentate…
Esattamente. Noi raccontiamo che esiste un’altra Italia, che esiste un altro modo di fare amministrazione. Non raccontiamo quello che vorremmo fare, ma ciò che i nostri comuni associati hanno già fatto, dimostrando quindi che le pratiche di cui parliamo possono essere fatte realmente. Basta volerlo. Può farci qualche esempio?
Ci sono comuni che hanno dimostrato che si può fare a meno di centrali nucleari, perché sono indipendenti dal punto di vista energetico grazie all’utilizzo di fonti rinnovabili. Abbiamo comunità che si muovo meno coi mezzi privati e molto di più con mezzi pubblici, perché i servizi ci sono e funzionano. Come si diventa un Comune Virtuoso?
Basta compilare un modulo nel quale descrivere ciò che è stato fatto di virtuoso. Il comitato direttivo procede a una verifica e dal momento in cui il comune entra nell’associazione si impegna a condividere con gli altri iscritti le buone pratiche, mettendo a disposizione di chi vuole intraprendere una iniziativa simile, la propria esperienza. E i cittadini che ruolo hanno?
I cittadini partecipano attivamente alle buone pratiche avviate dai loro comuni, e le rendono un successo. Una raccolta differenziata porta a porta sviluppata al 90% non si fa se non ci sono i cittadini che si mettono in gioco in prima persona. Dal punto di vista banalmente elettorale abbiamo visto poi che quasi la totalità delle amministrazioni vengono confermate, a dimostrazione del fatto che le buone politiche vengono premiate e ripagate da una comunità che partecipa e che sceglie con consapevolezza. Quali sono invece gli ostacoli che si incontrano?
Gli ostacoli maggiori sono la pigrizia e la scarsa preparazione degli amministratori. Ci sono amministratori che sono in carica magari da dieci anni e non hanno più voglia di mettersi in gioco. Tra le prossime iniziative di Comuni Virtuosi ricordiamo il Premio Comuni 5 stelle: le iscrizioni si chiudono il 15 luglio, e la premiazione dei progetti si terrà il 17 settembre a Ponte nelle Alpi. Per maggiori informazioni visitate il sito…

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