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Il 3d in realtà è più vecchio di tuo nonno!

Il 3d in realtà e più vecchio di tuo nonno, e sai perchè lo dico?

Devi sapere che il 3d (la visione di immagini o filmati in modalità stereoscopica), ha radici molto ma molto profonde…
Sin tempi dei cavernicoli, il 3d era presente in multisale e cineplex, ricavati dalle grotte…
Scherzavo… il 3d non è così vecchio… ma per me, per te e per tutti i comuni presenti, il 3d è molto vicino all’età ormai avanzata di un presunto nonno centenario…già!
Fin dai primi del 900, ci furono registi di film muti che usavano scattare scene dei propri film in 3d, come Enrico Guazzoni, un regista molto famoso…
Successivamente i Fratelli Lumière contribuirono con i loro esperimenti, e con la versione 3d di “Arrivo di un treno alla stazione di Ciotat”.
Poi l’evoluzione delle tecniche adoperate fece il suo corso, e si arrivò fino agli anni 70-80, nei quali un intraprendente Spielberg presentò lo Squalo, storico film che ebbe molto successo.
Nel 1986 fu realizzata la nuova tecnologia IMAX-3D, che portava con se le 3 principali tecniche conosciute: Lenti polarizzate, Occhiali Lcd e i comunissimi occhialini Anaglifo.
E poi…e poi siamo arrivati a oggi, non c’è molto da raccontare, ma tanto da vedere, Avatar con i suoi megaefettoni speciali degni di un Cameron di successo, le console portatili come il 3ds della nintendo che ti portano il 3d sul palmo di una mano (o quasi…), e poi ce il mercato che vede entrate redditizie in vari settori ove è possibile tuttora applicare tale tecnologia stereoscopica, come Cinema, Videogames e Televisori.. insomma di tutto e di più.
Ormai il 3d sta entrando anche a casa nostra, con i suoi occhiali che stonano con l’arredamento, ma che ci regalano emozioni nelle immagini che vediamo! Approfondimento: Durante la prima metà dell’800 sir Charles Wheatstone realizza i primi esperimenti stereoscopici con coppie di disegni affiancati così da poter riprodurre due immagini leggermente differenti come quelle percepite dall’occhio umano. Nel 1838 lo scienziato britannico pubblica un trattato sulla visione binoculare, dovuta al differente posizionamento delle due immagini percepite da ogni occhio. Illustra il testo con le sue coppie di disegni stereoscopici: i primi stereogrammi. Per la visualizzazione di questi primi disegni “stereografici” Wheatstone utilizza uno strumento ottico basato su sistema di specchi e prismi, che indirizza correttamente le immagini destinate all’occhio destro e sinistro: lo stereoscopio a specchi. Guardando queste immagini bidimensionali, era così possibile sperimentare l’illusione della profondità tridimensionale. Wheatstone propone di chiamare lo strumento Stereoscope. L’invenzione di Wheatstone risale al 1832 ma il brevetto solamente al 1838. Grazie agli sviluppi della fotografia, e in particolare con l’invenzione della sciadografia (ovvero del negativo fotografico), sir Charles Wheatstone intravede nuovi possibili sviluppi nella sua ricerca. Entra così in contatto con William Fox Talbot, commissionandogli i primi esperimenti di “stereofotografia”. Nel 1838 Wheatstone presenta il primo stereoscopio così realizzato alla Royal Society di Londra. Lo stereoscopio di Wheatstone non riscontra però un grande successo, poiché complesso e ingombrante, si dovrà infatti attendere il 1849 quando sir David Brewster, che aveva già brevettato il caleidoscopio, realizza un più leggero e maneggevole stereoscopio: si tratta di un “binocolino” dotato di lenti attraverso cui guardare una coppia di fotografie, realizzate con due fotocamere affiancate, poste all’altra estremità dell’apparecchio. È del 1852 l’invenzione della fotocamera binoculare (anche conosciuta come fotocamera stereoscopica o stereo camera), per opera di J.B. Dancer, un ottico di Manchester. Nel 1858 lo stereoscopio di Brewster viene presentato all’Esposizione Universale di Londra, suscitando l’interesse della regina Vittoria che ne volle subito uno per sé. Visto l’enorme interesse riscosso dall’oggetto, da prima la ditta parigina Duboscq & Soleil, poi svariate altre ditte, soprattutto inglesi, francesi e americane, produrranno in serie lo stereoscopio Brewster, che divene a breve un enorme successo presso la borghesia europea e americana. Negli Stati Uniti Oliver Wendell Holmes realizza infatti una versione più economica dello stereoscopio di Brewster. Col tempo alle fotografie in bianco e nero su cartoncino, si affiancheranno fotografie colorate a mano stampate su carta sottile e, successivamente, stampe fotografiche su lastre di vetro (delle diapositive ante litteram), sovente anch’esse colorate, che conferiscono maggiore profondità alle immagini stereoscopiche. A fine ottocento per lo stereoscopio inizierà una fase di declino, destino condiviso con la lanterna magica, causato principalmente dalla nascita del cinema.

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