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L’agricoltura biodinamica sale in cattedra, all’Università di Urbino

Presso l’Università degli Studi Carlo Bo di Urbino è iniziato a fine Ottobre un corso di alta formazione sull’agricoltura biologica e biodinamica.
Il corso è organizzato dal Dipartimento di Economia, Società, Politica dell’università di Urbino, in collaborazione con il COSPE (Cooperazione per lo Sviluppo dei paesi Emergenti), il Comune di Isola del Piano (PU), la Tenuta di Montebello, la Fondazione Girolomoni, il Consorzio Marche Biologiche e altri enti e aziende che si renderanno disponibili per visite, laboratori o stage.
Lo scopo del corso, intitolato “Percorsi di sviluppo dell’agricoltura biologica e biodinamica”, è quello di far conoscere a fondo i due modelli produttivi e di dotare i partecipanti degli strumenti basilari per aprire un’attività biologica o biodinamica: regolamentazione, certificazioni, accessi ai finanziamenti e politiche di sostegno.
Questo corso dedica lo stesso spazio e dà pari dignità ai due metodi, quello biologico e quello biodinamico.
A parlare non saranno solo docenti universitari, ma anche le realtà che formano quel sistema ricco e complesso costituito dall’agricoltura biologica e biodinamica.
Al corso, che ha un’impostazione multidisciplinare, partecipano diverse categorie:
– Studenti già laureati che intendono lavorare nella filiera biologica;
– Imprenditori che vogliono convertire il proprio processo produttivo al biologico o al biodinamico;
– Amministratori pubblici;
– Tecnici di enti/organismi di formazione e cooperazione allo sviluppo;
– Insegnanti della scuola superiore.
Il corso prevede 3 moduli di 30 ore ciascuno, in cui si alternano lezioni teoriche, laboratori, seminari, visite aziendali e uno stage.
All’inizio è prevista una panoramica conoscitiva della storia e dei valori dell’agricoltura biologica e di quella biodinamica, per poi proseguire con l’approfondimento delle specificità tecniche dei due metodi produttivi, in cui si evidenzierà il loro impatto in termini di tutela delle risorse naturali, contenimento dell’effetto serra, sana gestione del territorio e cura della salute.
Infine verrà fatta luce sui vari aspetti del mercato del biologico e del biodinamico, dalla sua potenzialità economica al suo quadro normativo.
Per coloro che desiderano conoscere un’azienda agricola che segue il metodo biodinamico dal 2003, con certificazione Demeter dal 2007, si consiglia di andare a Novi Ligure, in provincia di Alessandria, dove sorge La Raia. Famosa soprattutto per i suoi vini biodinamici – tre tipologie di Gavi (Gavi DOCG, Gavi DOCG Pisé e Gavi DOCG Riserva) e due tipologie di Barbera (Piemonte DOC Barbera e Piemonte DOC Barbera Largè) – è contraddistinta da un ricco e originale ecosistema: 180 ettari coltivati a vigneto e seminativo, oltre a pascoli, occupati dalle mucche Fassone allevate in azienda, e boschi di castagno, acacia e sambuco abitati da numerose specie di animali selvatici.

L’azienda biodinamica di Novi Ligure coltiva anche antichi cereali, quali la segale, il farro monococco, dicocco e spelta. Con quest’ultimo produce una farina, macinata su pietra, che poi diventa pasta, grazie alla collaborazione con il pastificio Pasta d’Alba, un laboratorio a gestione familiare che fa della qualità, dell’innovazione e della creatività i suoi princìpi cardine.

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