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Musicultura, audizioni 2012: partiti!

Premio Sisme a Roberta di Mario


MACERATA, 2012-01-21 – È partita ieri sera la maratona delle audizioni di Musicultura 2012 che terminerà la sua corsa all’Arena Sferisterio di Macerata (17, 18 e 19 giugno) quando verrà decretato il vincitore dell’edizione. Il teatro della Filarmonica, come ormai è consuetudine da ben sette anni, ha aperto le sue porte per ospitare la commissione scientifica composta dal professor Marcello La Matina in rappresentanza dell’Università di Macerata, il critico musicale Stefano Bonagura, il professor Giancarlo Gioialobbia per l’Università di Camerino, il compositore Marco Maestri, il direttore artistico del festival Pietro Cesanelli ed il vice presidente Ezio Nannipieri. Ad affiancarli due delegazioni di studenti dei due atenei marchigiani.

Anche quest’anno, come per i precedenti, al termine di ogni serata verrà consegnato il Premio Sisme all’artista che più si è distinto nel corso della performance. Da precisare che il premio, consistente in uno strumento di lavoro, il microfono shure SM57, non dà nessun lasciapassare per la finale di giugno. Per la sigla, il “Ci vuole orecchio” di Jannacci viene sostituito da “Signor pirata” di Rossana Ruffini, scelta particolare in pieno stile Musicultura.
Dopo un ascolto lungo mille canzoni, sul palco del teatro della Filarmonica si alterneranno gli artisti selezionati. Ieri è stata la volta di Alessandro D’Orazi, Lettera 22, Margherita Pirri, Roberta Di Mario e la Banda Fratelli.
Sono proprio quest’ultimi a rompere il ghiaccio. Un pop giocoso che strizza l’occhio nel sound al cantautorato nostrano tra Gaber e Buscaglione senza però disdegnare i coretti alla Beach Boys e un sorso dal boccale della musica retrò d’oltreoceano. Nella classica formazione da band, chitarra, voce, basso, tastiera e percussioni, dimostrano una buona tenuta di palco facendo sfoggio di una certa teatralità non strabordante ma ben dosata. I testi, freschi e citazionisti ( “Il pirata in frack” che ricorda nel titolo la più nota “Un uomo in frack” o “In un comò” nel cui testo si canta “Casa mia, per piccina che tu sia…” riprendendo il proverbio) si mantengono su un livello discreto, facilmente canticchiabili e memorizzabili.


A seguire Roberta Di Mario, voce e piano, apre al mondo il suo intimo universo fatto di immagini e ricordi misti all’immaginazione (“Lady swing”). Le parole, che ben si sposano con la dolcezza della musica, tratteggiano immagini vivide e lasciano sensazioni melliflue come quelle di ricordi lontani. Ottima l’estensione vocale con buona capacità di cambiare tonalità, sospendersi o estendersi, farsi sibilo e riprendere corpo. Nell’aria c’è un tocco di bossa e qualche rimasticamento jazz. Raggiunge un compromesso tra rigore accademico e leggerezza della forma canzone. Forse potrebbe osare di più in termini di contaminazione.


Si esce dall’intimismo con una botta di pop-rock, quello dei Lettera 22. Sarà l’emozione ma l’esibizione si apre con un po’ di incertezza nel comparto vocale. La ripresa però si ha subito con il pezzo successivo. Basso, chitarra elettrica, voce, piano, batteria ed il suono cupo si compenetra con precisione ai testi melanconici. Tutto sommato un sound elegante che avanza per chiasmi (ricordando un po’ i Baustelle), e che dall’imperfezione ne trae vigore e giovamento. L’impressione è che sul palco manchi un po’ la presenza scenica della chitarra elettrica sebbene Arianna Graciotti (questo il nome della chitarrista), nello scambio dialogico post esibizione, riveli un’ottima capacità espositiva e una personalità da front-woman.


Si ritorna all’intimità con Margherita Pirri che, voce e piano prima, e voce e chitarra poi, avvolge l’atmosfera con fermo immagini di buon livello cantautorale (molto bello il testo di “Milano”). Le influenze si avvertono e se un orecchio attento coglie una certa formazione classica, sicuramente evidenti appaiono certe incursioni nel mondo di Joan Baez e Joni Mitchell. La voce manca forse un po’ di colore ma dimostra comunque un’ottima musicalità. In sintesi, una semplicità non banale con buone prospettive di crescita artistica.


A chiudere il romano Alessandro D’Orazi con la sua band, la Banda Elastica. Goliardico e allegro, un po’ Rino Gaetano e un po’ intriso di stornelli e canti popolari, dimostra una buona tenuta di palco e ci manda a casa con un po’ della sua allegra spensieratezza.
Il premio Sisme, consegnato dal sindaco di Macerata Romano Carancini, va a Roberta Di Mario e noi a dire il vero ce lo aspettavamo.
Questa sera il secondo appuntamento dedicato alle audizioni si arricchirà di una figura d’eccezione del panorama musicale italiano. Ci sarà infatti Francesco Baccini. Appuntamento alle 21 al Teatro della Filarmonica.

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