No Banner to display

Article Marketing

article marketing & press release

Musicultura Festival, la prima serata è nel segno di De Gregori

Accedono alla finale i Lettera 22 e Tommaso Di Giulio& Bal Musette Motel


di Emanuela Sabbatini


MACERATA- La XXIII edizione del Musicultura Festival giunge alle sue battute finali ed è tempo di decretare chi degli otto vincitori debba aggiudicarsi il premio/borsa di studio di ventimila euro. Ieri all’arena Sferisterio, la prima delle tre serate conclusive si è aperta con un saluto commosso e accorato. “Todo cambia”, canta Mercede Sousa nella sigla scelta quest’anno per la kermesse, e di fatto tutto è cambiato. È passato un anno dalla scorsa edizione e uno dei più cari amici di Musicultura, e del mondo dello spettacolo tutto se n’è andato. Così un videoclip ricorda e celebra Pepi Morgia, regista teatrale, mago delle luci, il Corto Maltese di carne e ossa, che per venticinque anni ha accompagnato Cesanelli e i suoi nella gestazione del festival.
La musica, la grande regina della serata, sale sul palco subito dopo, quando si apre l’esibizione dei primi quattro finalisti. I primi sono i recanatesi Lettera 22, che con “Calibro 23” dimostrano di saper fare un buon pop, auto-etichettatosi “indie-pop”. Nella formazione classica, quella in batteria, chitarra, basso, voce e tastiera, dimostrano una discreta tenuta di palco e un sound accattivante, di sicuro riscontro radiofonico. Si cambia decisamente genere con la ballad di Erica Boschiero che, dai monti del Cadore, piomba sullo stage dell’arena portando con sé il suo piccolo “Souvenir”, il ricordo di un viaggio tra metafore e immagini. Ripulita da ogni orpello, l’esecuzione si avvale solo di voce, chitarra, tastiera, violoncello e flauto, un ritorno all’acustico capace di rendere bene il contenuto del testo. Mnemonica e facilmente canticchiabile è “Corso Sozzi” del cesenate Enrico Farnedi, un pezzo easy, fresco e giocoso come il suono dell’ukulele che imbraccia. Trombettista di un gruppo swing qui porta forse la versione più scanzonata della sua personalità musicale, dalla quale però traspare una certa conoscenza delle finezze dell’arrangiamento. A chiudere l’esibizione dei finalisti è Tommaso Di Giulio& Bal Musette Motel, che con “Le mie scuse più sincere” danno vita ad una buona performance di maniera. Un mondo, quello dello swing, carezzato anche in questo pezzo che si muove per immagini come la sceneggiatura di un corto.
Il premio al miglior testo va ad Erica Boschiero, mentre accedono alla finalissima i Lettera 22 e la band di Tommaso Di Giulio. Questa sera, spazio agli ultimi quattro vincitori: la selezione decreterà solo due survivors che convoglieranno nella sfida di domenica sera. La poesia sale sul palco con Maram Al-Masri, poetessa siriana che regala al pubblico di Musicultura la fame e il bisogno di libertà del suo Paese. La Al-Masri puntualizza, cosa che non trapela dalla pur ottima traduzione della dottoressa Montanari, quanto l’obbligo al velo non sia decretato da nessun precetto biblico-religioso quanto piuttosto da una consuetudine culturale.
Dalla magia dei versi della Al-Masri, si svolta con l’energia tormentata della rosso-fuoco Noemi. L’artista ex Xfactor regala al pubblico dell’arena il suo “Vuoto a perdere” e subito si viene assorbiti da una vena malinconia. Convince poco “La Cura” pezzo sacro di Battiato, ma poi Noemi torna ad essere incisiva e a catturare la platea con la sanremese “Solo parole”.
La seconda parte si apre con un inaspettato De Gregori. Che le sue canzoni siano poesie e che iltambourine man italiano sia un artista formidabile è di pubblico dominio. A stranire è invece l’atteggiamento amichevole e aperto, generoso, di quello che suole essere un cantautore un po’ distaccato. Da “Finestre rotte” a “Santa Lucia” passando per “Viva l’Italia”, “Compagni di viaggio”, “Atlantide”, “Generale” e “Rimmel”, De Gregori, regala se stesso e un po’ della canzone d’autore italiana a uno Sferisterio compiaciuto e partecipe. L’arena canta e si mostra curiosa persino per quei pezzi che, come al solito, il maestro riarrangia sino a renderli non immediatamente riconoscibili. A precedere l’ultimo ospite, Alessandro Benvenuti, che regala qualche minuto di ilarità con la sua rivisitata “L’avvelenata” di Guccini.
Con il ritmo mediterraneo di Enzo Avitabile l’arena si scalda, forse finalmente. Il pubblico si alza in piedi, balla, batte le mani. L’una è passata, il freddo serale si fa sentire nonostante le consuete giacchette portate per l’occasione. Si chiude qui la prima serata delle finali, con uno spettacolo a due velocità, che non ha visto nella prima metà momenti di particolare spessore artistico. A giudicare da queste prime battute, le proposte musicali in gara sembrano non essere della stessa originalità degli anni scorsi.

Leave A Comment

Your email address will not be published.

Article Marketing