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25 anni di dialogo con l’Europa per il futuro e il lavoro dei giovani

Dall’11 al 13 settembre presso il Centro Congressi dell’Hotel Sheraton di Genova si festeggia la 25° edizione del Seminario Europa, unico summit italiano sui temi della formazione professionale e del rapporto tra giovani e lavoro, in particolare i cosiddetti “mestieri”, ideato dal CIOFS-FP (Centro Italiano Opere Femminili Salesiane – Formazione Professionale) in un’ottica di dialogo programmatico con altri Stati europei. “Il Seminario Europa è nato come momento di lavoro e confronto interno, tra gli operatori del settore, per lavorare in modo eff icace e armonico con la Comunità Europea, poi negli anni è diventato un forum di tutto il segmento italiano della formazione professionale con l’Associazione di categoria FORMA e la partecipazione degli Enti Pubblici Nazionali e Locali, del mondo accademico e della ricerca, e dei tanti partner che rappresentano le imprese e il lavoro sul territorio” osserva Lauretta Valente, Presidente del CIOFS-FP, ideatrice del Seminario. A ripercorrere i 25 anni di Seminario Europa, anche un video con interviste ai protagonisti e ospiti storici dell’iniziativa: oltre alla Presidente del CIOFS-FP, Lauretta Valente, intervengono Angela Elicio, coordinatrice delle relazioni europee per CIOFS-FP, Irene Gatti, esperta di formazione, Giuseppe Roma, Direttore Generale del Censis, e il Senatore Giorgio Santini, a lungo impegnato nella CISL-Scuola. Nonostante il mondo dei mestieri sia tuttora un segmento che resiste piuttosto bene alla crisi, tanto che con una certa frequenza le imprese continuano a trovare con difficoltà alcune figure professionali, la Formazione Professionale non riceve sufficiente attenzione e riconoscimento da parte di enti pubblici e media laddove, invece, il recupero dei giovani che hanno abbandonato il percorso scolastico “tradizionale” e il reinserimento di chi ha perso il lavoro, sono un obiettivo imprescindibile per il futuro del Paese. Il primo Seminario Europa risale alla fine anni ’80, uno scenario storico-economico assai diverso da quello di adesso, in cui si parlava ancora di boom economico, ma c’erano già segnali inquietanti “si viveva oltre le reali possibilità del Paese, ma per la classe politica cambiare rotta sarebbe stato impopolare. Già allora c’era la necessità di percorsi di apprendimento più legati alla concretezza, alla praticità e alla manualità per dare soluzioni fattive alle reali esigenze dei giovani e del mercato del lavoro, così la Formazione Professionale ha iniziato a concentrarsi su questi obiettivi. Già da tempo alcuni altri Paesi europei consideravano fondamentale un’offerta ampia e diversificata in quest’ottica,” ricorda Lauretta Valente. “Per noi, inserirci nella preparazione al Trattato di Maastricht significava attrezzarsi per maggiori possibilità di studio e di confronto in linea con il progressivo definirsi dell’Europa”. Gli anni ’90 sono stati connotati dall’affermazione e dallo sviluppo dell’Europa, da trattati che hanno posto le basi e definito i confini di una Comunità che si sarebbe allargata sino a includere gli attuali 28 Paesi. Nell’ambito della Formazione Professionale, pietre miliari e ispiratori di un percorso comune, furono i cosiddetti “libri bianchi” di Jacques Delors ed Édith Cresson, che hanno indirizzato per tappe e metodi alla definizione dei formatori globali.Negli anni 2000, l’attentato dell’11 settembre e la gravissima crisi tuttora in corso hanno pesanti ripercussioni politiche, sociali ed economiche sotto molteplici aspett i: “Il taglio della spesa si abbatte troppo spesso sul privato sociale anche quando offre un servizio pubblico che risponde a un effettivo e comprovato bisogno,” commenta la Presidente del CIOFS-FP. “Pur essendo ormai una realtà, l’Europa ha politiche economico-finanziarie legate ai singoli Paesi, politiche non sempre solidali. Nonostante il quadro generale lo richieda, in Italia i processi di integrazione, di collegamento forte tra formazione e lavoro sono ancora tutti da difendere e sostenere”. L’inizio del secondo decennio del XXI secolo vede altre criticità e ulteriori tagli alla spesa pubblica anche in un segmento come quello della formazione-lavoro che dovrebbe essere considerato propulsivo: “Si tratta spesso di una scelta ideologica e aprioristica, in modo particolare in rapporto alla Formazione Professionale, che viceversa offre un servizio pubblico richiesto da molte famiglie in rapporto a particolari bisogni dei figli” – afferma Lauretta Valente – “per di più con maggiori richieste in aree critiche come il Sud e in famiglie di origine straniera con basso reddito”. “La Formazione Professionale” – continua la Presidente del CIOFS-FP – “è uno strumento in grado di prevenire il cosiddetto fenomeno dei NEET, i giovani che non studiano né lavorano, contribuendo in modo decisivo a inserirli nel mondo del lavoro. Non si tiene nel dovuto conto che, oltre ad essere alternativo alla scuola tradizionale, questo servizio ha un costo per lo Stato significativamente minore e, là dove non è ostacolato, contrasta la dispersione scolastica, favorisce la microimprenditorialità e spesso sfocia in un percorso formativo più articolato”. A fronte dei NEET lontani tanto dalla scuola quanto dal lavoro e degli imprenditori all’ardua ricerca di artigiani quasi introvabili, esistono ret i di formatori e orientatori che, nonostante gli ostacoli, lavorano per far incontrare domanda e offerta, di questo e di molto altro si parlerà al Seminario Europa 2014 dedicato alla certificazione delle competenze professionali (per maggiori informazioni si rimanda a comunicato stampa e programma specifici). Per informazioni e iscrizioni: 06 57 29 911 – [email protected] – www.ciofs-fp.org
Press kit scaricabile al link: http://www.mariagraziabalbiano.com/press-kit-CIOFS-FP-2013.html

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