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Web marketing e PMI (Carlo Mazzocco – Web 2.0, Knowledge Management and Social Media)

Come molti dei miei lettori avranno sicuramente intuito, il focus di questo blog è puntato sulle Piccole Medie Imprese e sul fornire spunti potenzialmente utili per il loro processo di innovazione

Personalmente
sostengo che oggi più che mai si renda necessaria una velocizzazione
del passaggio dalla “classica” PMI basata su processi di produzione
tayloristici ad una che sia integrata al suo interno (grazie ad un libero fluire delle informazioni) e aperta verso l’esterno (basandosi su un modello di sviluppo “a rete”).
 
Una ricerca, quindi, di una razionalizzazione dei processi interni e, auspicabilmente, di collaborazione
con l’esterno sfruttando le possibili sinergie riscontrabili tra
aziende similari. Tipici casi di questo tipo si riscontrano soprattutto
all’interno dei cosiddetti Distretti Produttivi come quello dello Sportsystem di Montebelluna, se si vuol citare solo uno dei casi più conosciuti e più trattati in letteratura.
 
Oltre
a quanto sopra, le PMI hanno soprattutto bisogno di utilizzare tutti i
canali possibili per promuovere i propri prodotti e/o servizi, in
particolar modo nell’odierno scenario di crisi economica mondiale. Le
nuove tecnologie devono essere sfruttate in modo estensivo, superando
la tipica diffidenza nel dire “devo pensare prima alla produzione: le vendite poi verranno di conseguenza, se il prodotto è effettivamente buono”.
Questo oggi non è più sufficiente. Il mercato raggiungibile non è più
limitato al solo territorio nazionale o europeo: si può vendere ovunque
se si riesce a far passare il “giusto messaggio” attraverso il web marketing e i social media
Se non lo si fa, al contrario, si potrebbe vedere erosa la propria
fetta di mercato da aziende più reattive, magari da quelle che un
imprenditore non avrebbe mai considerato come possibili concorrenti.

 

Un
efficace piano di marketing deve essere preparato con attenzione. Le
aziende devono, per prima cosa, porsi delle semplici ma importantissime
domande (grazie ad E. Giordani per lo spunto offertomi):

  • Quale e’ lo scopo del tuo Marketing e che azioni vuoi intraprendere? 
  • Quale e’ il tuo vantaggio competitivo (che ti aiutera’ a raggiungere questo scopo/azione)? (Quale beneficio principale offri che i tuoi concorrenti non offrono?) 
  • Chi e’ il tuo target? A chi ti rivolgi in modo specifico? 
  • Quali “armi” di marketing userai per raggiungere il tuo scopo? (Fai una lista) 
  • Cosa vuoi fare per la tua nicchia di mercato? 
  • Quale e’ la tua personalita’ e come puoi inserirla all’interno del tuo marketing e del tuo prodotto o servizio? 
  • Quale e’ il budget che pensi di investire in marketing? (esprimilo come percentuale del fatturato previsto) 
  • In quali social
    media punterò per promuovere la mia presenza? Di che risorse mi dovrò
    dotare per affrontare al meglio questa sfida?

Il
marketing, quindi, deve essere sfruttato in tutte le sue potenzialità
se si vuole competere ad armi pari. A tal proposito vorrei trarre
spunto da Giorgio Soffiato e da un suo articolo recentemente apparso su MarketingArena. Di seguito riporto alcuni passaggi tratti dallo stesso.
 
Cosa manca per portare il web marketing a divenire una leva strategica per le PMI?

  • Figure di raccordo:
    si assiste ad una palese assenza di figure intermedie capaci da un lato
    di soddisfare la domanda di consulenza proveniente dalle PMI e
    dall’altro di farlo rimanendo all’interno di parametri di costo
    sostenibili per la PMI. Probabilmente l’approccio di “downgrade e cost
    killing della soluzione per le grandi imprese “adattata” alle piccole
    non è quello vincente, servono soluzioni ad hoc per le piccole imprese
    e la fase di cost killing deve avvenire utilizzando le ottime
    tecnologie di software ad a service anche gratuite oggi disponibili.
  • Fiducia in queste figure:
    dalla parte del cliente, va detto, manca in toto la fiducia nello
    sviluppo e nelle competenze consulenziali, l’approccio di comunicazione
    “da giornale” non permette di applicare a progetti web aziendali quelle
    regole che potrebbero fare la differenza in termini di valore portato
    all’azienda come ad esempio le tecniche seo e di usabilità che a volte
    fanno sembrare “meno luminoso e grafico” un progetto web.
    L’imprenditore della PMI vuole l’ultima parola, anche se questo a volte
    inficia la buona riuscita del progetto nel suo complesso.
  • Lungimiranza nell’investimento:
    un detto delle mie parti dice che “mal che si vuole non è mai troppo”,
    e a volta sembra ben adattarsi alle imprese locali. Internet è il mezzo
    residuale e risposte come “per noi è solo questione di immagine” o “ho
    un ragazzo che mi ha fatto una bella pagina” non sorprendono più
    nessuno, non è quindi difficile la risposta a chi si chiede perché
    questo business non decolla.

La
sensazione è che le PMI siano un mercato potenziale enorme per il web
marketing e che in molti casi il web marketing possa rappresentare la
soluzione a diversi problemi di comunicazione delle piccole e medie
imprese, la malattia sta nel punto di raccordo e, paradossalmente, è
sempre la creazione di cultura in tal senso l’unica strada
percorribile. Oggi come un anno fa associazioni di categoria e enti
sono avvisati, l’innovazione passa anche da loro.

 
Mi ritrovo completamente d’accordo con quanto citato sopra, soprattutto con l’ultima parte: il cambiamento culturale è uno delle prime sfide da affrontare per far sì che effettivamente la situazione possa mutare in meglio. C’è bisogno di formazione e le istituzioni (soprattutto le Regioni) dovrebbero essere più reattive in questo senso fornendo supporto e sensibilizzazione sulla tematica.

Voi cosa ne pensate?

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