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Mastoplastica: i pro ed i contro del chirurgo plastico

Il seno, non solo per la sfera femminile, rappresenta uno dei punti del corpo più osservati ed al centro dell’attenzione oltre che sinonimo di benessere, bellezza e salute ed è per questo motivo che possedere una taglia ed una forma adeguata anche alla propria fisionomia corporea si collochi al vertice delle preferenze delle donne rispetto le aree del corpo da voler perfezionare.
A tal proposito la mastoplastica, sia additiva che riduttiva (specialmente per chiunque sia nata con un seno particolarmente prosperoso), risulta essere la risposta della medicina estetica o da un qualsivoglia chirurgo plastico più adeguata per garantire in totale sicurezza e praticità il conseguimento di un obiettivo non solo più ritenuto prettamente di valore estetico quanto anche utile per il perfetto equilibrio psico-fisico, garantendo anche un notevole benessere mentale (derivato dalla maggiore sicurezza di se stessi e quindi un miglior metabolismo con svariati effetti indiretti di natura positiva). Esistono però dei pro e dei contro alla mastoplastica?
E’ esattamente quello che ogni chirurgo plastico illustra in fase elettiva d’intervento e prima di raccogliere le preferenze e le eventuali necessità del paziente, valutandone l’aderenza terapeutica oltre che la reale appropriatezza: il primo incontro rappresenta la fase primaria nella quale i benefici ed i rischi saranno inquadrati rispetto la persona facente richiesta. Il medico a tal punto sarà in grado di poter valutare quale tipologia di interventistica attuare, tra mastoplastica additiva o riduttiva, e quali tipologie di protesi proporre rispetto non solo la conformazione del seno di partenza e l’obiettivo da raggiungere quanto anche rispetto gli standard clinici e le novità nel campo scientifico in tale settore.
Uno dei pro proposti dal chirurgo plastico è solitamente visionato nell’assenza di cicatrici, grazie alla particolare interventistica, predisposta per minimizzare l’apparenza estetica del punto d’accesso per l’inserimento delle protesi oltre che il tempo di recupero post-operatorio praticamente ridotto al minimo se non si considerano le settimane di trattamento con uno speciale reggiseno contenitivo (dispositivo medico-chirurgico a tutti gli effetti). Tra i contro possono spiccare chiaramente le alternative meno invasive, e pure maggiormente adatte a modifiche non necessariamente di misura quanto più di altezza e tonicità muscolare, come nel caso dell’utilizzo di push-up o esercizi mirati per migliorare proprio il tono muscolare come – in modo altrettanto similare – risulta esser ritenuto come fattore negativo la possibile volontà di modificare ulteriormente le misure nel tempo portando così il soggetto a sottoporsi ad altri interventi.

Si tratta, in modo chiaro, di soltanto alcuni dei principali benefici e rischi (oltre che controindicazioni) integrate all’interno della scelta di un intervento come la mastoplastica – additiva o riduttiva che sia – e ciò a causa della personalizzazione del piano terapeutico e dell’interventistica che deve necessariamente risultare aderente al singolo caso, in particolare status clinico, permettendo al chirurgo plastico di fornire una risposta che possa esaustiva non solo rispetto le comuni linee guida quanto soprattutto rispetto le peculiarità che ogni paziente vanta rispetto un altro sul piano tanto biologico quanto anche psicologico (componente imprescindibile negli interventi di medicina estetica e quindi primaria nella valutazione ed indirizzazione finale).

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