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Aloe Vera: Una Pianta, Mille Benefici

Sotto il nome “aloe” sono elencate circa 400 specie di piante, appartenenti alla famiglia delle Liliacee. Ce n’è una, però, che spicca più delle altre, per via delle sue moltissime possibilità di utilizzo terapeutico: l’Aloe Vera. Descrizione: L’aloe vera è una pianta grassa succulenta (o, volgarmente, grassa) tipica delle zone geografiche a clima caldo e secco. Quindi la possiamo trovare in Africa centrale, nei paesi del Mediterraneo, nelle isole dell’Oceano Indiano, nelle zone più torride degli Stati Uniti e del Messico e in Oceania. Spontaneamente cresce nei terreni aridi. Chi desidera coltivarla in giardino, deve cercare di ricreare le condizioni e l’ambientazione naturali. Il terreno, in particolare, dev’essere composto di materiali il più permeabili possibili: sabbia di fiume, argilla e pietra pomice sono molto indicate. Storia: È documentato come questa pianta sia nota all’uomo da più di duemila anni. Il suo nome potrebbe derivare dall’arabo alua oppure dall’antico ebraico halat; entrambe queste parole hanno lo stesso significato nelle rispettive lingue, cioè “amaro”, chiara allusione al suo sapore. Notizie sulle virtù dell’aloe vera si trovano in antichi manuali medici Cinesi, risalenti al 1276 a.C., così come pare fosse molto diffusa nell’antico Egitto, dove veniva piantata all’ingresso di una casa nuova in segno di buon auspicio. I Greci, poi, mescolavano il suo succo alla mirra per ottenere un disinfettante, mentre pare che regine del calibro di Cleopatra e Nefertiti prendessero la sua polpa e la utilizzassero come crema idratante. Infine, anche Cristoforo Colombo ebbe modo di apprezzare la versatilità dell’aloe vera: nei suoi diari, infatti, la descrive come una specie di medicina tuttofare, adatta per ogni malanno. Le proprietà curative: Dalle faoglie di aloe, che si presentano particolarmente carnose e col margine seghettato, si ottengono due tipi di estratti, molto differenti tra loro sia per composizione, sia per modalità di utilizzo. Vediamoli:

  • Il succo condensato: si ricava dai tubuli esterni delle foglie ed è conosciuto principalmente per i suoi effetti lassativi. Quindi è indicato per chi soffre di stitichezza, ma anche per chi desidera depurare il proprio organismo. La dose consigliata è di un cucchiaio al giorno, lontano dai pasti.
  • Il gel, che si ricava spremendo le parti carnose delle foglie: è il formato maggiormente impiegato in erboristeria e fitoterapia, perché è in grado di curare infiammazioni, dermatiti e scottature. Inoltre aiuta la guarigione dalle ferite (grazie alle sue proprietà cicatrizzanti), protegge dai raggi UV, migliora la microcircolazione e contrasta l’invecchiamento della pelle. Se ne applica uno strato sottile, aiutando l’assorbimento con un lieve massaggio, tranne quando nella zona interessata c’è una ferita aperta: in tal caso non si massaggia, ma si copre il tutto con una garza.

Effetti collaterali: Il succo di aloe, essendo un lassativo antrachinonico, non va assunto più di una volta al giorno e neppure per periodi di tempo troppo lunghi; gli effetti collaterali che si rischiano infrangendo queste regole sono emorroidi e infiammazioni intestinali. Inoltre, nel caso in cui un soggetto stia assumendo anche dei farmaci, il pericolo è che il succo possa interagire con questi ultimi e ridurne l’assorbimento, oppure aumentarne la tossicità. Per quel che riguarda il gel, è assolutamente da evitare l’assunzione per via orale: può provocare irritazioni gastroenteriche (cioè a livello di stomaco e intestino). In generale, poi, l’aloe vera è sconsigliata a chi soffre di gastriti, coliti, dolori addominali generici, occlusioni intestinali, appendiciti, diverticolosi e – molto importante – alle donne incinte o in fase di allattamento. Tutto chiaro, no? Se avete dubbi, domande o curiosità potete contattare: IBERSAN s.r.l Tel: 0543.774174
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