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SATORI – Rimanere centrati, con Siddhakam

LA CENTRATURA
con Siddhakam –

Il nostro centro è spirituale, il nostro centro è equilibrio, il nostro
centro è saggezza. Una delle grandi direzioni della meditazione è la
saggezza e quando noi non siamo nel nostro Buddha, non siamo nel nostro
centro, non siamo saggi e li è un terreno fertile per la lamentela, per
le tragedie, per l’essere negativi. Nel momento in cui si decide di entrare in un percorso di consapevolezza
e di crescita ci si rende conto che non si hanno più scuse perché si sa
quando si è negativi e si sa che se ne può uscire; e più si va avanti
con la crescita e più ci si rende conto che ci si sta comportando da
bambini. Sarai tu stesso a comportarti da bambino ma allo stesso tempo
sarai consapevole che lo stai facendo , che ti stai comportando come un
bambino. L’ essere umano si sente sicuro quando conosce e tutto ciò che è nuovo
gli fa paura e quindi anche se noi conosciamo il disco negativo lo
continuiamo a ripetere semplicemente perché lo conosciamo. Il salutare
il Buddha che c’è in te significa scegliere qualcosa di nuovo. Nella nostra vita è bello vivere senza menate e, se le abbiamo perché
siamo esseri umani, possiamo comunque riconoscerle e trasformarle. Non
avere menate non significa annoiarsi, anzi la nostra vita diventa più
bella, più creativa. La menata è distruttiva e non creativa, l’essere
Buddha è costruttivo. Appena se ne va la menata si entra nella
creatività, nell’ essere Buddha. L’ essere propositivi è l’ opposto
della menata. La menata è depressione e l’ opposto della depressione è
essere su di energia. L’ opposto della menata è essere costruttivi,
creativi, aperti e questo è il nostro centro. L’ apertura verso gli
altri e verso la vita è il nostro centro e nel nostro centro diventiamo
solari, diventiamo ricchi ma non in senso di soldi ma in senso di
abbondanza. Più io sono positivo e più attraggo positività. Quindi ora vi salutate dicendo le seguenti parole: Non riconosco il
bambino lamentoso che è in te ma riconosco il Buddha che è in te. La meditazione va sperimentata e quando la si spiega la si può
addirittura complicare. L’ approccio alla meditazione è individuale e
per essere compreso va sperimentato. Chiaramente disponendo dell’ uso
della parola ogni tanto si cerca di spiegare cosa è la meditazione, di
dare una visione generale di cosa è, però è appunto qualcosa che va
sperimentato. La cosa positiva della meditazione è che più vado verso il mio centro,
più vado verso il mio equilibrio e quindi di riflesso tutto ciò che è
intorno a me cambia. Il mondo non è più schizzato, la vita non è più
difficile, e si comprende che nel momento in cui i ci rilassiamo, ci
positivizziamo e ci apriamo ci torna indietro apertura, positività,
rilassamento. Abbiamo anche visto altre volte che se io sono chiuso,
nervoso, negativo mi ritorna in dietro ciò che sto esteriorizzando.
Molto spesso proprio perché non c’è questa consapevolezza tendiamo a
colpevolizzare la società, il mondo, gli altri; li accusiamo di essere
in un certo modo. Ma nel momento in cui io sono più aperto, guarda caso
ciò che mi torna indietro è apertura, energia che si muove. E invece
quando sono chiuso quello che mi torna indietro è chiusura, energia
statica, non creativa e a volte anche distruttività. Quindi in effetti
parte tutto da noi.
E la meditazione ci porta verso il nostro centro e la nostra natura. E
la nostra natura è quella di essere in equilibrio come è in equilibrio
la natura di cui facciamo. Dentro di noi come noi nasciamo siamo in
equilibrio. Noi nasciamo illuminati, siamo già dei piccoli Buddha. Poi
gradualmente veniamo condizionati e assumiamo attitudini, ruoli dettati
dalla società, dalla religione, dall’ educazione. Le regole imposte
iniziano cosi a staccarci dal nostro centro. Però noi nasciamo in
equilibrio a meno che appena nasciamo ci arrivi un trauma di qualche
tipo, allora li già si possono creare delle problematiche. Ma la nostra natura, quando nasciamo, è quella di essere fluidi,
rilassati, sereni. Noi nasciamo cosi, come gli animali e le piante. E
sarebbe giusto che noi rimanessimo così; però purtroppo, a causa dei
condizionamenti di cui parlavamo prima, piano piano cominciamo ad
allontanarci dalla nostra natura. La meditazione ci riporta verso la
nostra natura e quindi verso il nostro centro. Il nostro centro rimane
sempre puro, anche se si diventa dei criminali, non è importante come si
è all’ esterno, il centro non sparisce mai. Chiaramente chi è più
lontano dal proprio centro fa più fatica a tornare in questo stato di
equilibrio. La meditazione ci porta verso il nostro centro, e più medito
e più la mia vita comincia a cambiare di nuovo. E la cosa bella e
veramente importante è che la vita comincia a cambiare in positivo
naturalmente e questo è il più grande regalo che arriva dalla
meditazione, è una cosa che succede da sola. Più vado verso il mio
centro e più qualcosa comincia a cambiare dentro di me in modo sottile:
la vita si alleggerisce perché io mi alleggerisco, la mia consapevolezza
aumenta e posso individuare quando sono fuori o quando sono dentro.
Divento protagonista della mia vita e non più succube, trascinato dalle
emozioni o dai problemi, dalle difficoltà o da certe attitudini che
ripropongo e ripeto, di cui schiavo, perché sono le mie emozioni, i miei
pensieri che mi conducono, non sono più io. Più andiamo verso il nostro
centro e più acquisiamo potere, nel senso che riusciamo sempre di più
ad andare oltre a questi schemi , oltre alle difficoltà. Nel momento in
cui invece sono sopraffatto da questi schemi, da queste emozioni non ho
più potere personale, potere in senso positivo. Ho potere quando non
sono più a contatto con queste emozioni, oppure, siccome siamo esseri
umani e queste emozioni possono venire fuori, riacquisto quando riesco
ad individuarle, quando le comprendo e riesco quindi a lasciarle andare. La cosa positiva della meditazione è che a poco a poco non dobbiamo fare
più uno sforzo per lasciar andare, per crescere, per migliorare, non
dobbiamo più imporci di crescere, di guarire, di lasciar andare. Ogni
volta che ci diamo un messaggio del tipo “io devo guarire” e mi impongo
di lasciar andare, stiamo dicendo che non siamo ok cosi come siamo, che
siamo malati. Ogni volta che io voglio migliorare qualcosa e parto da un
‘’voglio’, o ‘adesso farò di tutto per’, la cosa è uno sforzo. Invece
andando sempre più spesso in meditazione entro sempre più in contatto
con il mio centro, con la mia apertura, centratura, armonia, e di
riflesso tutto comincia a cambiare nella mia vita naturalmente. E
questa è una delle cose più importanti della meditazione ed è importante
riconoscerla e apprezzarla, tutto succede più naturalmente. Ad un certo punto ho incluso la meditazione in tutto il mio lavoro e
anche nelle relazioni. Se io mi relaziono in un modo orrendo agli altri,
mi relaziono a me stesso in un modo orrendo per primo. Ma questo tipo
di attitudine cambia andando in meditazione, io inizio naturalmente a
relazionarmi a me e agli altri in un modo sempre più positivo . Questo è un gruppo sulla meditazione ed entrare in meditazione significa
collegarsi con il nostro centro. Il nostro centro è il picco della
montagna e dal picco della montagna si vede tutto dall’ alto. Questa è
la consapevolezza, si vede la nebbia dall’ alto. Noi non vogliamo essere
nebbia ed ecco perchè in questo weekend la frase è stata: “non
riconosco il bambino lamentoso che è in te ma riconosco il Buddha che è
in te”. Ma facciamo un esempio. Se io inizio a fare una attività fisica,
devo avere un minimo di dedizione per arrivare a dei risultati, mi ci
vuole un po’ di tempo, devo dare energia a questa cosa. Allora dopo un
po’ inizio a vedere i risultati sul mio corpo. E cosi è con qualunque
cosa nella vita. Se inizio una attività questa attività ha bisogno di
tempo per decollare e così via. La stessa cosa avviene con la
meditazione, bisogna darle un po’ di energia, magari sono 15 minuti al
giorno. Ma questo quarto d’ora, se fatto ogni giorno, dopo un po’ da dei
risultati. Se io non pratico, questi risultati non li ho. E’ molto
facile nel mondo non meditare, perché nel mondo la maggior parte della
gente non medita, per cui mi dico ‘beh, comunque il mondo va avanti lo
stesso, se io non medito comunque vado avanti, comunque la maggior parte
della gente non lo fa’. E quindi facilmente posso non meditare,
soprattutto se non vivo in una comunità, in un centro dove si è portati
in qualche modo a riconnettersi a ciò che è meditazione, ad andare
dentro di noi. Ed è chiaro che in questo modo – ed è cosi per chiunque –
se perdo questa centratura o se mai la ho approcciata, dopo un po’
perdo tutto quello su cui sto lavorando, lo perdo anche abbastanza
facilmente. Quindi il mio consiglio, se siete interessati veramente alla
meditazione, portate fuori quello che fate qui nella vita di ogni
giorno e provate a fare un po’ di meditazione, meditate anche solo un
quarto d’ ora. Se potete farlo di più è ok , dico un quarto d’ora perché
magari uno dice adesso ‘mediterò per un’ ora e mezzo ogni giorno’ e poi
non lo fa più perché magari un’ora e mezza è tanto.Mi ricordo un po’ di anni fa che facevo delle serate in giro parlando di
meditazione e la gente mi guardava in modo strano e mi sentivo un po’
un alieno quando parlavo di meditazione. Invece adesso molte persone
sono interessate alla meditazione, adesso si trovano molti libri in
giro, ci sono molti siti su Internet che la spiegano. L’occidente è
sempre più propenso ad andare verso questa parte che arriva dall’
oriente, perché sentiamo qualcosa dentro di noi, sentiamo che c’è
bisogno dentro di noi di un rilassamento, di compensare tutta la
frenesia occidentale, in qualche modo di riumanizzarci. E sono sicuro
che andando dentro di noi, più la gente sperimenta questo, e più questo
mondo farà veramente un salto. I punti che per noi come umanità sono
critici in qualche modo li guariremo.

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