No Banner to display

Article Marketing

article marketing & press release

L’Eni Gas&Power decide coattivamente il consumo del gas nella tua abitazione!

Neanche i più abili agenti segreti della polizia di Stato sono all’altezza di un giornalista che lavora per la democrazia”. Harold Evans.
La bolletta del Teleriscaldamento aveva fatto fuggire di casa la mia amica Pamela sostituta precaria come insegnante di matematica e l’aveva convinta che l’unica soluzione a quella fastidiosa temperatura tropicale 365 giorni all’anno, era il riscaldamento autonomo. Nel suo nuovo monolocale da 25 metri quadri di cui era diventata proprietaria grazie al decesso prematuro di una zia di seconda mano, aveva deciso di istallare una caldaia per avere gas per cucinare, acqua calda per lavarsi e per un piacevole tepore nelle fredde notti invernali, un riscaldamento perfettamente calibrato ed autogestito. Nel suo tragitto verso la scuola aveva spesso incontrato i negozi in franchising dell’Eni, dell’Enel e della Vailant ma durante i colloqui con i loro incaricati aveva sempre avuto la sensazione di parlare con un commerciale poco qualificato sulla parte tecnica ed alla reale soddisfazione del cliente ma più disponibile a vendere con furbizia e scaltrezza lo stesso prodotto per le molteplici esigenze. Aveva quindi stabilito di rivolgersi ad un tecnico Sime che con molta professionalità aveva provveduto alla completa istallazione con conseguente attivazione della garanzia della sua prima caldaia a riscaldamento autonomo. Per poter comprare l’impianto, aveva telefonato al call center Comdata di Torino che si occupa delle pratiche burocratiche per l’attivazione del contratto di somministrazione gas Eni. Alla prima telefonata per la rimozione dei piombi l’appuntamento non venne fissato perché non c’erano tecnici disponibili e venne garantito un pronto richiamo per definire una data in un paio di giorni. Dopo una decina Pamela decise di ritelefonare al call center trovando una impiegata più esperta, che passò subito l’ufficio tecnico per fissare un incontro che venne determinato tre giorni dopo. Il tecnico si presentò nella fascia oraria del mattino costringendola a prendere un permesso non retribuito e le fece notare che il contatore nella sua proprietà era un vecchio modello e che andava sostituito. Tolti i sigilli le fece firmare il foglio di esecuzione lavori e consentì l’accesso al gas e l’inizio delle pratiche per i lavori della caldaia Sime. Nella settimana con una telefonata intimidatoria, due tecnici AES si auto invitarono per un controllo all’impianto e con un martello ed uno scalpello rimossero il vecchio contatore con uno nuovo della Sacofgas dotato dei nuovi codici a barre, riempiendole la casa di detriti e costringendola a chiamare un muratore per riempire il buco nel muro al costo di €100. Durante il loro intervento di sostituzione, la puzza del gas avvolse completamente la casa facendola trasferire al bar per il resto della giornata. Al nuovo indirizzo arrivò il contratto Eni con l’indicazione del suo codice cliente ed il consumo stimato di circa 1200 metri cubi all’anno. La prima lettura ottica del contatore avvenne nel mese di dicembre ed il giovane dottore precario incaricato della rilevazione, fotografò un valore al di sotto dello zero. Dal mese di Gennaio 2011 Pamela si assentò dall’appartamento per un lavoro all’estero lasciando l’accesso alla buca delle lettere al cortese fidanzato per poter pagare le bollette future. La fattura Eni arrivò dopo il 25 di marzo e presentava un conto ingiustificato relativo al periodo dal 27/01 al 14/02 comprensivo dell’anno precedente quando a Dicembre era stato attivato il servizio. Dato che il valore rilevato dal loro operatore era praticamente sullo zero vennero fatturati arbitrariamente 93 metri cubi di gas in una stima di presunto utilizzo. Eni aggiunse le spese tecniche di 92€ più iva costituite dall’attivazione di 44€ più il deposito cauzionale di 40€. La bolletta aveva così un totale di € 155 per una fornitura di gas e servizi di rete sul quale venne calcolata l’iva, di ben 63€. Il codice cliente riportato sul contratto non corrispondeva a quello della fattura per cui era impossibile effettuare una autolettura ed al momento della consegna della bolletta spedita dopo il 22 di marzo la finestra per poter effettuare una propria rilevazione era tra il 17 ed il 21 dello stesso mese rendendo inattuabile dichiarare l’effettivo consumo, causando una nuova fatturazione di ben 295 metri cubi mentre il contatore continua a segnarne un solo metro. Per il contratto Eni all’Art. 7, viene effettuato un addebito in acconto, di consumi presunti in rapporto ad una imprecisata stima statistica del fornitore. Ci sono volute ben tre telefonate al call center Comdata di Torino per avere una operazione di Rettifica ed attualmente la mia amica Pamela resta in attesa di pagare il dovuto, sperando di poter gestire il riscaldamento in casa propria in assoluta libertà. Pregate per tutti quei clienti che hanno commesso l’errore di firmare il Rid per l’addebito diretto e permanente sul loro conto, con la domiciliazione bancaria . Rainbow7

Leave A Comment

Your email address will not be published.

Article Marketing