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L’evoluzione della criminalità in Italia

L’ultimo rapporto sulla sicurezza del ministero degli interni testimonia una crescita generale della criminalità italiana. Ma la vera sorpresa risiede nella tipologia e nei luoghi in cui la criminalità sta crescendo a dispetto di quanto siamo abituati a pensare. Nessuno immaginerebbe che a Napoli, nonostante la continua presenza della guerra di camorra, gli omicidi siano diminuiti (da 5,4 ogni centomila abitanti agli attuali 3,3). Persino la media di Palermo (0,6 "rese dei conti" ogni centomila abitanti) è molto inferiore a quella nazionale che raggiunge l’1,5. Non solo, la città dove ultimamente si registrano più borseggi in Italia è Bologna, ben più di Napoli, Palermo, Bari e Catania messe assieme.

 

Ma non bisogna lasciarsi ipnotizzare dai numeri. Seppure è vero che al nord la criminalità è in aumento rispetto alla fama che possiede e pur vero che al sud i cittadini sono stanchi di denunciare. Solo per i borseggi vengono denunciati meno della metà dei casi.

 

Bologna rappresenta comunque un caso molto emblematico ed inquietante: oltre al primato dei borseggi, il capoluogo emiliano è quarta nella classifica degli scippi, prima nei furti nei locali pubblici e negli spazi aperti, prima per violazioni alle leggi sulle sostanze stupefacenti. Vi è da considerare che la criminalità racchiude in se diversi ingredienti che trovano pieno sfogo nella città in discussione: luogo di passaggio, di affari e di soldi, 60 mila studenti fuori sede, vertiginoso aumento della presenza extracomunitaria (oltre il 10%), popolazione residente mediamente anziana e ricca (cioè la più vulnerabile ed esacerbata), crisi del welfare e delle politiche di accoglienza, largo consumo di droga. Un cocktail esplosivo. Che cosa dire poi della percentuale più alta d’Italia (64%) di stranieri coinvolti nei reati?

 

In linea generale è diffuso il pensiero che vi sia un forte nesso tra immigrazione e violenza. Di fatto, "più immigrati uguale più criminalità registrata" ma non criminalità assoluta. L’aumento degli stranieri denunciati è dovuto al fatto che sono sopratutto loro ad essere l’ultima ruota del carro della criminalità, sia organizzata che non. Sono più facili da trovare e da condannare poiché hanno meno risorse per schivare la giustizia. Cascando più facilmente nella rete forze armate fanno più volume ed aumentano le statistiche. Inoltre, il fatto si registrano più reati a Nord per opera di immigrati può essere ricondotto a due cause. La prima è la presenza di una criminalità organizzata dalle radici molto profonde al Sud che di fatto non permette lo svilupparsi di una nuova criminalità. Inoltre, al sud, gli immigrati si inseriscono in una realtà di lavoro precario e stagionale, sebbene in alcuni casi in mano alla stessa criminalità organizzata mentre al Nord, non vi è una ulteriore alternativa tra lavare i vetri e rubare.

 

Fermarsi a considerare l’aumento della criminalità come causa diretta dell’immigrazione come pure tentare di confrontare i dati rilevati tra Nord e Sud non conduce a niente di illuminante ma rischia persino di stravolgere la realtà. E’ appunto la realtà diversa che si riscontra in ogni luogo a dover essere analizza per comprendere meglio i meccanismi che vi sono alla base e per contrastare efficientemente  l’unico dato certo: l’aumento delle criminalità nel paese.

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