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Tendenza a l’obesità nei minori e videogiochi

Che i bambini di oggi siano molto più vicini alla tecnologia di quanto non lo fossero in passato è un dato di fatto che tutti possono quotidianamente constatare, tanto che l’espressione “nativi digitali” è ormai entrata nel vocabolario abituale. Predisposti all’utilizzo di videogiochi (uno dei più famosi tra i giovanissimi e senza dubbio Candy Crush, PC, smartphone, tablet sin da piccolissimi, sono attratti dai device tecnologici per le tante tipologie di attività che consentono di svolgere, per la loro interattività, ma anche perché utilizzati dagli adulti, modelli di riferimento che i bambini tendono ad imitare costantemente.

Le ricerche ci dicono che è in crescita il numero dei bambini che si approcciano quotidianamente ai device mobili, con percentuali in Italia che vanno dal 12% al 51% a seconda che si tratti di smartphone, tablet o laptop. Un’ulteriore conferma a quello che possiamo osservare in casa con i nostri piccoli “nativi digitali” che ci chiedono spesso di poterli usare o di navigare sui siti che parlano di questi giochi, per esempio Trucchi Candy Crush Soda, il sito della community italiana dedicata a questo titolo sviluppato da King.

Di fronte a questa tendenza sono tante le domande: “È giusto permetterglielo? Che effetti avrà sul loro sviluppo cognitivo? Da che età si può iniziare a usarli?”

Più che una questione di socialità, sembrerebbe una questione di salute e benessere. Negli ultimi anni l’uso di videogiochi è stato associato a un aumento del peso che può sfociare nell’obesità. Per spiegare questa correlazione sono stati tirati in ballo, di volta in volta, le abitudini sedentarie (stazionare di fronte a un monitor non favorisce certo l’attività fisica), le pubblicità più o meno occulte di cibo spazzatura, l’impoverimento delle relazioni sociali e molto altro.

Finora, però, non era stato mai dimostrato con chiarezza che i videogame di per se stessi facessero mangiare di più: che ci sia cioè un rapporto di causa-effetto tra l’amore per il gioco virtuale e l’accumulo di peso.

Per capirlo, un team di ricercatori canadesi e danesi ha condotto alcuni test specifici su 22 diciassettenni, abituali utilizzatori dei giochi virtuali. I partecipanti sono stati invitati a non mangiare nulla dopo cena, a dormire e, il mattino successivo, a presentarsi nel centro di ricerca, dove hanno ricevuto tutti la stessa colazione normale, alle otto.

Alle dieci e mezza sono stati suddivisi in due gruppi: uno di controllo, invitato a non fare nulla di particolare per un’ora, e un altro chiamato a giocare per lo stesso periodo di tempo. Nel frattempo, ai ragazzi sono stati fatti prelievi di sangue ogni dieci minuti, esami sul consumo di calorie e poste domande sull’appetito, per misurare parametri fisologici come la quantità di zuccheri nel sangue, l’attività dell’insulina, le calorie assunte, il senso si fame e quello di sazietà, il dispendio energetico e altro ancora.

Al termine, tutti hanno avuto libero accesso a pietanze varie, tra le quali la pasta. L’eperimento è stato ripetuto in due occasioni.

Come hanno riferito gli autori sull’American Journal of Clinical Nutrition, i dati hanno mostrato che chi gioca consuma più energia (21 calorie all’ora in più rispetto ai ragazzi del gruppo di controllo), ma poi assume anche 80 calorie in più, anche se afferma di non avere più fame rispetto agli altri. Il bilancio finale è risultato quindi a sfavore di chi ha passato due ore col videogioco, che in media ha incamerato 163 chilocalorie in più rispetto a chi non ha giocato.

Naturalmente, hanno sottolineato gi autori, questo è solo un primo passo verso la comprensione di un fenomeno che resta poco chiaro: non si capisce infatti perché, pur non provando particolari stimoli a mangiare, i giocatori di fatto assumano più calorie. Non solo: i test effettuati descrivono ciò che accade in seguito a brevi sedute di gioco, ma quello che sarebbe davvero utile, al fine di programmare strategie efficaci, sarebbe capire che cosa accade in chi gioca abitualmente, magari per diverse ore al giorno.

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