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Cgil Basilicata su Giornata internazionale contro violenza sulle donne

AGR ‘In occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, non si può non riflettere sulla condizione particolare delle donne che subiscono situazioni di disagio, molestie, violenza, in vari modi, sul proprio luogo di lavoro.
L’Istat – si legge in una nota della Cgil Basilicata – ha recentemente diffuso dati che parlano di 1 milione di donne vittime di molestie o ricatti sessuali sul luogo di lavoro: l’8,5% circa delle lavoratrici italiane, specificando che i dati si riferiscono ai soli casi denunciati, probabilmente solo l’1% di tutti i casi.
Un dato impressionante, che ci parla di un fenomeno molto più diffuso di ciò che si ritiene.
Due anni fa, la Cgil Basilicata dava vita a Sportello Rosa per il Lavoro (in collaborazione con Associazione Telefono Donna), una struttura di ascolto e assistenza dedicata alle donne che vivono situazioni di disagio sul luogo di lavoro, dallo stress da lavoro correlato al mobbing, alle molestie morali e sessuali allo stalking occupazionale fino alla violenza fisica vera e propria. L’esperienza fatta ci ha consentito di entrare in contatto con lavoratrici il cui stato d’animo più comune è la solitudine, vale a dire la percezione della propria condizione sentita come irrisolvibile e senza vie di fuga.
La condizione di una lavoratrice vittima di una situazione di violenza sul posto di lavoro ha una caratteristica di ulteriore evidente difficoltà legata al fatto che il lavoro significa indipendenza economica e autonomia. Denunciare significa quasi certamente perdere il lavoro, con tutto ciò che ne consegue.
Ma i comportamenti abusanti hanno delle caratteristiche abbastanza ripetitive, sulle quali è bene riflettere.
Ad esempio, vittima e molestatore sono quasi sempre in rapporto gerarchico. Oppure: le donne molestate molto frequentemente sono le lavoratrici con contratti precari o le lavoratrici immigrate, per le quali il permesso di soggiorno è legato al contratto di lavoro.
Ciò significa, evidentemente, che il tema della qualità e della stabilità del lavoro è assolutamente ineludibile rispetto a queste tematiche. La fragilità delle donne che lavorano con contratti precari è innegabile. Il Jobs Act, che pure introduce alcune novità positive sul fronte dei diritti delle lavoratrici vittime di violenza, con la definitiva abolizione dell’articolo 18 rende oggettivamente piu debole la condizione delle donne lavoratrici.
La Basilicata non è esente, purtroppo, da situazioni di disagio e violenza sui luoghi di lavoro.
Sono soprattutto i piccoli ambienti di lavoro, ad essere a rischio: quelli, cioè in cui il rapporto tra datore e lavoratori è più diretto e il sindacato è spesso non presente.
Ma la violenza, si sa, non nasce dal nulla ed è soprattutto un dato ‘culturale’. Esiste un terreno su cui i comportamenti violenti innestano le proprie radici. Ed è quello di una cultura maschilista ancora troppo diffusa.
Dovremmo tutti riflettere, ad esempio, sulla risposta data da un’azienda come la Fca alla richiesta, da parte delle proprie operaie, di dotarle di una tuta di lavoro più adeguata, perché quella utilizzata, di colore bianco, crea loro disagio nei giorni del periodo mestruale. Una semplice richiesta di rispetto per la propria dignità in quanto donna. La risposta è stata: ‘gli daremo le culotte’.
Ci chiediamo se una risposta del genere – data dal management di una multinazionale – possa passare praticamente nel silenzio quasi generale della classe politica lucana, non a caso perlopiù tutta maschile.
Come se la questione della dignità del lavoro e soprattutto di quello femminile non fosse una questione che riguarda tutti.
La Giornata di domani sia dunque un’occasione per riflettere ad ampio raggio e per provare a pensare e ad agire diversamente’.

Rassegna stampa da http://www.regione.basilicata.it/

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