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Le principali caratteristiche delle scuole steineriane

Era il 1919 quando Rudolf Steiner, filosofo austriaco che visse a cavallo tra il XIX e il XX secolo, iniziò a elaborare l’approccio educativo chiamato Waldorf o steineriano. Da questo approccio nacque una vera corrente pedagogica che portò alla costruzione di scuole steineriane in tutto il mondo, dove poter applicare i princìpi della pedagogia elaborata dal filosofo austriaco.
Tale pedagogia ha caratteristiche ben precise e peculiari che la contraddistinguono dall’approccio pedagogico adottato nelle scuole “convenzionali”.
Il fondamento antropologico su cui si fonda l’approccio pedagogico di Steiner è la concezione dell’uomo come essere dotato di tre facoltà principali – volontà, sentimento e pensiero – che caratterizzano l’uomo fin dalla sua nascita. Da qui l’esigenza di educare bambini e ragazzi in modo che le sviluppino armonicamente. Ciò fa sì che si dia importanza non solo all’aspetto cognitivo, intellettuale della conoscenza, come avviene per lo più nelle scuole tradizionali, ma anche all’aspetto creativo-artistico (cui è legata la facoltà del sentimento) e all’aspetto pratico-artigianale (connesso a quella parte di noi che si chiama volontà).
Noto è l’ampio spazio dedicato nelle scuole steineriane alle arti espressive come la danza, la musica e il teatro, e ai mestieri artigianali.
Lo svolgimento delle lezioni viene concepito nel pensiero steineriano secondo una ripartizione ritmica, che sia il più possibile rispettosa della stagione e dei momenti di passaggio della natura. Natura che deve essere al centro anche del modo con cui sono organizzati e arredati gli ambienti dell’insegnamento, che devono essere realizzati con materiali naturali ed esteticamente piacevoli, in modo da educare la percezione sensoriale dell’allievo nel bello e nel sano.
Un altro obiettivo delle scuole steineriane è quello di favorire la socialità tra gli allievi attraverso feste periodiche, saggi ed esposizioni dei lavori realizzati durante le lezioni.
L’attività scolastica quotidiana, nella scuola steineriana, inizia con l’insegnamento principale che dura quasi due ore e che riguarda materie quali italiano, matematica, arte, storia, scienze, geografia e disegno di forme.
Nelle successive ore della mattina e del pomeriggio vengono trattate discipline come due lingue straniere dalla prima classe, musica, euritmia, lezioni d’arte e artigianato, ginnastica, lavoro manuale, canto. Dalla quinta classe, inoltre, vengono introdotte attività artigianali quali falegnameria, tessitura, giardinaggio e agrimensura. Nella classi superiori si possono anche trovare insegnamenti di ceramica, rilegatura, meccanica tecnica, informatica, oltre ad esperienze sociali con uscite umanitarie, esperienze di scambi linguistici e realizzazione di un proprio portfolio.
L’insegnamento principale, nei primi otto anni di scuola, viene impartito da un unico insegnante che funge da guida e responsabile; questo insegnante rappresenta agli occhi degli allievi un’autorità e un modello cui gli studenti dovrebbero tendenzialmente conformarsi. Questa relazione tra allievo e unica autorità è quella che, secondo Steiner, è la più adatta per il secondo settennio di vita dell’allievo.
Altri due aspetti interessanti delle scuole steineriane sono le valutazioni e le caratteristiche che devono avere gli insegnanti.
Per quanto riguarda le prime, fino alla terza media, gli allievi non ricevono a fine anno un giudizio relativo al loro rendimento scolastico, ma una pagella che descrive il loro profilo, il loro carattere e il loro metodo di studio; scopo di questa valutazione è di esortare l’allievo a continuare ad applicarsi allo studio e non di giudicarlo sulla base dei risultati ottenuti.
Riguardo invece agli insegnanti, il loro scopo nella scuola steineriana non è quello di far crescere allievi sempre più colti e intelligenti, ma di sviluppare in maniera armonica le loro tre facoltà del bambino o ragazzo e di adattare le materie alle diverse fasi del suo sviluppo. Si potrebbe dire che per gli insegnanti steineriani forse è più importante la conoscenza dei loro alunni che quella delle materie che devono insegnare e che non sono gli allievi che devono imparare le materie così come sono, ma le materie che si devono adattare alle peculiarità caratteriali dei singoli allievi.
Per questo coloro che desiderano insegnare in una scuola steineriana non solo devono avere una cultura universitaria della materia che intendono insegnare, ma devono fare anche un corso, solitamente triennale, di pedagogia steineriana, solitamente seguito da un lungo periodo di tirocinio in una scuola steineriana.
Ultimo aspetto importante da ricordare è la gestione delle scuole. Ogni scuola Waldorf è un organismo a sé che si autogestisce collegialmente, senza che vi sia una direzione didattica superiore. Le decisioni di carattere pedagogico vengono prese dal Collegio degli insegnanti che si riunisce, con cadenza settimanale, mentre a finanziare economicamente la scuola ci pensa solitamente un’associazione di cui fanno parte docenti, ex docenti, familiari e sostenitori.
Nel mondo a oggi ci sono poco più di 1.000 scuole Waldorf, mentre in Italia ce ne sono 31.
Una di queste è la scuola steineriana di Novi Ligure, fondata da Caterina Rossi Cairo e legata all’azienda agricola biodinamica La Raia.

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