No Banner to display

Article Marketing

article marketing & press release

Pasqua Cristiana Catechesi Significato Spiegazione Riflessioni

La Pasqua di Cristo
Più che una semplice commemorazione, la pasqua rappresenta l’inizio e il motivo della nostra stessa fede in Cristo Gesù. La resurrezione di Cristo è un aspetto fondamentale e irrinunciabile per la nostra fede, senza di essa non avrebbe senso credere. Ecco, la Pasqua cristiana rappresenta il passaggio dalla morte alla vita, tramite la quale ha senso la nostra speranza di salvezza e di vita eterna in Cristo.
Quel 7 aprile dell’anno che poi fu chiamato trentesimo dopo Cristo, in una Gerusalemme di cui, un quarantennio dopo, non sarebbe rimasta pietra su pietra.
Se il Natale può far sembrare tutti uniti, la Pasqua divide. Se Natale è, in qualche modo, senso e valore comune, Pasqua è scandalo e follia. Natale è un uomo che nasce: e che c’è di più consueto? Pasqua è un uomo che risorge: e che c’è di più inconsueto, di inaccettabile? <> (At 17,32) Il “mondo”, tollerante perché scettico, può accogliere anche un presepe, un giorno d’inverno. Ma c’è una domenica di primavera in cui chi si ostini a credere che davvero la morte è stata sconfitta, ritorna ad essere “un ciarlatano”, come fu Paolo per gli intellettuali pagani, ad Atene. Eppure proprio per questo il Vangelo è buona notizia. Non c’è forse, la fine della nostra incapacità di capire che la Pasqua è la Festa delle Feste? (cfr, Vittorio Messori)
Dopo che il Signore fu crocifisso e dopo che i soldati si divisero le sue vesti tirando a sorte la tunica, vediamo il seguito del racconto dell’evangelista Giovanni. Questo dunque fecero i soldati. Presso la croce di Gesú stavano sua madre e la sorella di lei, Maria di Cleofa e Maria Maddalena. Vedendo la madre, e accanto a lei il discepolo che egli amava, Gesú disse a sua madre: Donna, ecco tuo figlio. Poi disse al discepolo: Ecco tua madre. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa (Gv 19, 24-27). Questa è l’ora della quale Gesú, nel momento di mutare l’acqua in vino, aveva parlato alla madre, dicendo: Che c’è tra me e te, o donna? La mia ora non è ancora venuta (Gv 2, 4). Egli aveva annunciato quest’ora, che non era ancora giunta, e nella quale, morendo, avrebbe riconosciuto colei dalla quale aveva ricevuto questa vita mortale. Allora, quando stava per compiere un’opera divina, sembrava allontanare da sé, come una sconosciuta, la madre, non della divinità ma della sua debolezza umana; al contrario, ora che stava sopportando sofferenze proprie della condizione umana, raccomandava con affetto umano colei dalla quale si era fatto uomo. Allora colui che aveva creato Maria, si manifestava nella sua potenza; ora colui che Maria aveva partorito, pendeva dalla croce.
2. C’è qui un insegnamento morale. Egli stesso fa ciò che ordina di fare, e, come maestro buono, col suo esempio insegna ai suoi che ogni buon figlio deve aver cura dei suoi genitori. Il legno della croce al quale erano state confitte le membra del morente, diventò la cattedra del maestro che insegna. E’ da questa sana dottrina che l’Apostolo apprese ciò che insegnava, dicendo: Se qualcuno non ha cura dei suoi, soprattutto di quelli di casa, costui ha rinnegato la fede ed è peggiore di un infedele (1Tim 5, 8). Chi è più di casa dei genitori per i figli, o dei figli per i genitori? Il maestro dei santi offrì personalmente l’esempio di questo salutare precetto, quando, non come Dio ad una serva da lui creata e governata, ma come uomo alla madre che lo aveva messo al mondo e che egli lasciava, provvide lasciando il discepolo quasi come un altro figlio che prendesse il suo posto. Perché lo abbia fatto viene spiegato da ciò che segue. Infatti l’evangelista dice: e da quel momento il discepolo la prese in casa sua. E’ di sé che egli parla. Egli è solito designare se stesso come il discepolo che Gesú amava. E’ certo che Gesú voleva bene a tutti i suoi discepoli, ma per Giovanni nutriva un affetto tutto particolare, tanto da permettergli di poggiare la testa sul suo petto durante la cena (cf. Gv 13, 23), allo scopo, credo, di raccomandare a noi più efficacemente la divina elevazione di questo Vangelo che egli avrebbe dovuto proclamare.
Un soldato gli aprì il fianco con una lancia…
Fu aperta la porta della vita, da cui sgorgarono i sacramenti della Chiesa, senza i quali non si accede alla vita eterna. O morte per cui i morti rivivono! C’è qualcosa di più puro di questo sangue? Qualcosa di più salutare di questa ferita?
1. Vediamo nella narrazione dell’evangelista che cosa è avvenuto dopo che il Signore Gesù, compiute tutte quelle cose che nella sua prescienza sapeva che dovevano compiersi prima della sua morte, rese, quando volle, lo spirito. I Giudei, poiché era la Preparazione, affinché i corpi non rimanessero sulla croce di sabato – era un giorno solenne quel sabato – chiesero a Pilato che venissero spezzate le gambe ai crocifissi e fossero portati via (Gv 19, 31). Non erano le gambe che si dovevano togliere, ma i corpi, cui appunto venivano spezzate le gambe per provocarne la morte e poterli così deporre dalla croce; e questo affinché non fosse turbato quel gran giorno di festa dagli orrori del prolungato supplizio dei crocifissi.
[L’evangelista usa un verbo ben appropriato.]
2. Vennero, dunque, i soldati e spezzarono le gambe al primo, poi all’altro che era crocifisso insieme con lui. Giunti a Gesù, vedendolo già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli aprì il costato con la lancia, e subito ne uscì sangue ed acqua (Gv 19, 32-34). L’evangelista ha usato un verbo significativo. Non ha detto: colpì, ferì il suo costato, o qualcosa di simile. Ha detto: aprì, per indicare che nel costato di Cristo fu come aperta la porta della vita, donde fluirono i sacramenti della Chiesa, senza dei quali non si entra a quella vita che è la vera vita. Quel sangue è stato versato per la remissione dei peccati; quell’acqua tempera il calice della salvezza, ed è insieme bevanda e lavacro. Questo mistero era stato preannunciato da quella porta che Noè ebbe ordine di aprire nel fianco dell’arca (cf. Gn 6, 16), perché entrassero gli esseri viventi che dovevano scampare al diluvio, con che era prefigurata la Chiesa. Sempre per preannunciare questo mistero, la prima donna fu formata dal fianco dell’uomo che dormiva (cf. Gn 2, 22), e fu chiamata vita e madre dei viventi (cf. Gn 3, 20). Indubbiamente era l’annuncio di un grande bene, prima del grande male della prevaricazione. Qui il secondo Adamo, chinato il capo, si addormentò sulla croce, perché così, con il sangue e l’acqua che sgorgarono dal suo fianco, fosse formata la sua sposa. O morte, per cui i morti riprendono vita! Che cosa c’è di più puro di questo sangue? Che cosa c’è di più salutare di questa ferita?
3. E chi ha veduto ne dà testimonianza, e la sua testimonianza è veritiera, ed egli sa che dice il vero, affinché anche voi crediate (Gv 19, 35). Non dice l’evangelista: affinché anche voi sappiate, ma: affinché crediate. Sa, infatti, chi ha veduto; e chi non ha veduto creda alla sua testimonianza. Alla natura della fede appartiene più il credere che il vedere. Infatti, che cosa vuol dire credere se non prestar fede? Questo, infatti, accadde perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato un sol osso; e ancora un’altra Scrittura dice: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto (Gv 19, 36-37; cf. Ex 12, 46; Zach 12, 10). Giovanni cita due testimonianze della Scrittura, una per ciascun fatto che ha narrato. Quando aveva detto: Giunti a Gesù, vedendolo già morto, non gli spezzarono le gambe, trova conferma nella profezia: Non gli sarà spezzato un sol osso. Così era prescritto a quelli che nell’antica legge ricevettero l’ordine di celebrare la Pasqua con l’immolazione dell’agnello, che, come ombra, aveva preceduto la Passione del Signore. Per questo l’Apostolo dice: La nostra Pasqua è Cristo che è stato immolato (1 Cor 5, 7), secondo quanto anche il profeta Isaia aveva predetto: Come agnello è stato condotto al macello (Is 53, 7). E nello stesso modo, la seconda testimonianza dell’evangelista: uno dei soldati gli aprì il costato, trova conferma nell’altra profezia: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto, dove c’è la promessa che Cristo tornerà nella stessa carne nella quale è stato crocifisso.

Leave A Comment

Your email address will not be published.

Article Marketing