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Il mercato del lavoro sta cercando faticosamente di riprendersi dopo il disastro provocato dalla pandemia. Il lockdown e la conseguente crisi economica hanno provocato un duro contraccolpo sul mondo occupazionale. In questo scenario però c’è un bagliore luminoso, rappresentato dal mercato del digitale.
L’isolamento forzato ha rappresentato il volano per dare slancio a questo settore, che si è dimostrato ampiamente capace di assorbire gli effetti devastanti della crisi. Nel 2020, l’anno della pandemia, c’è stata una flessione inferiore appena al punto percentuale, mentre in seguito la crescita è stata vigorosa.
Le previsioni riguardanti il mercato del lavoro digitale sono molto incoraggianti, tanto che si prevede una crescita media del 7,1% nel triennio che arriva fino al 2024. Le tecnologie digitali sono state di grande aiuto all’attività produttiva durante il periodo di lockdown. Questa spinta forzata ha permesso all’Italia di ridurre anche un gap down rispetto al resto del continente.
Tuttavia la trasformazione del lavoro verso una struttura più digitale è un percorso ancora lungo, perché comporta anche un cambiamento della cultura d’impresa ed un approccio diverso al mercato del lavoro.
L’ambito più ampio dove trova spazio il lavoro digitale è il settore del ICT, ossia information and Communication Technology. Questo settore comprende Infatti la maggior parte delle professioni digitali, che vanno dallo sviluppatore web al digital consultant, ma anche gli specialisti SEO ed i social media manager, giusto per dirmi alcuni. Non c’è dubbio che proprio nella ICT ci sono le prospettive di crescita maggiori, del via dei cambiamenti sociali e della sempre più marcata digitalizzazione delle attività.
Le imprese italiane stanno investendo sempre di più nella innovazione e questo determina un andamento del mercato del lavoro molto vivace. Del resto l’incidenza del mercato digitale sul PIL è cresciuta fino al 4,3%. Che il futuro sia sempre più nel mercato digitale lo dimostra il fatto che Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha destinato ben 50 miliardi di euro alla digitalizzazione.
Tags: digitalizzazione, gap, lavoro
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