No Banner to display
@font-face { font-family: “Cambria”; }p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: “Times New Roman”; }a:link, span.MsoHyperlink { color: blue; text-decoration: underline; }a:visited, span.MsoHyperlinkFollowed { color: purple; text-decoration: underline; }div.Section1 { page: Section1; }I ristoranti in centro Roma sono conosciuti in tutto il mondo per proporre la loro cucina tipica romana seguendo le tradizioni di famiglia per il piacere del nostro palato, ma dietro a questa usanza si cela una lunga storia che fa capire perché questi piatti sono così semplici e gustosi. La base di questo stile caratteristico è la povertà che si abbatteva sul popolo romano che quindi spingeva le persone a mangiare in maniera economica ma senza rinunciare al sapore e al piacere. Per fare questo le persone prendevano i resti dei bovini e cucinavano le parti che i benestanti non compravano, questo è stato chiamato il quinto quarto. Come parte del quinto quarto troviamo la coda di bue, la trippa, il cuore, il fegato e la lingua. Questo li ha portati ad inventare i piatti come i rigatoni con la pajata, termine romano che indica l’intestino tenue del manzo o di altri animali, oppure gli spaghetti alla carbonara diventati famosi in tutta italia, i bucatini all’amatriciana, con guanciale (la guancia del maiale), pecorino e salsa di pomodoro, la coda alla vaccinara, cioè coda di bue cucinata con verdure varie o anche il saltimbocca alla romana, fettina di vitello con prosciutto crudo e salvia, cotta nel burro e vino bianco. Tutti questi piatti condividono l’economicità degli ingredienti come la pasta o le parti poco pregiate degli animali, con la forte aggiunta di spezie come il pepe o il peperoncino. Una storia molto interessante è la nascita della ricetta della salsa all’amatriciana, nella campagna di Roma durante il periodo di lontananza dalle abitazioni i pastori trasformavano il latte delle loro pecore in formaggi che utilizzavano anche per alimentarsi insieme a carni salate e stagionate e con questi semplici ingredienti i pastori condivano e cucinavano il loro e sostanzioso pasto unico di pastasciutta di Amatriciana bianca.Rielaborando ed arricchendo questa preparazione contadina, e con l’introduzione del pomodoro intervenuta all’inizio dell’800, la popolazione di Amatrice, paese in provincia di Rieti, ha dato vita alla Salsa all’Amatriciana, aggiungendo il pomodoro al guanciale, che unito al formaggio pecorino, ha reso succulenta una salsa per la pasta. Questa è solo una piccola parte della storia della nostra cucina tradizionale, storia che continua grazie ai migliori ristoranti a Roma e alle casalinghe più tradizionali.
Tags: cucina tipica romana, ristoranti centro roma, ristoranti roma centro
In occasione della celebrazione del 2° anniversario della morte del…
Presentazione del I° numero Cd-Antologia PoesiCanzone ed. EscaMontage a cura…
L’azienda trevigiana inaugura le festività primaverili con la prima focaccia…
Your email address will not be published.
Δ