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Metodi…concezioni…filosofie training dog

A seguito di una indagine in web e dopo aver avuto dibattiti con i più svariati professionisti del settore,porgo all’attenzione questo articolo per cercare di far comprendere,chi vuole comprendere!!! Ciò quanto trovato in rete,”copio e incollo” :
“Se sei sostenitore dei metodi del Messinano, se pensi che per educare il cane bisogna fagli vedere chi comanda e fare la pantomima del capobranco, se usi il collare a strangolo e sei convinto che per farsi capire dal cane bisogna alzare la voce (perchè c’è ancora qualcuno che non sa che il cane RICONOSCE i segnali che gli hai insegnato e non IMPARA i segnali se glieli gridi nelle orecchie)..facci un favore: cancellami dai tuoi contatti. Non ho voglia di fare consulenze sui metodi educativi fuori orario di lavoro a chi non ha voglia di aggiornarsi e imparare. Resta pure come sei, convinto che le relazioni si basino sulla sottomissione degli altri individui (in genere non funziona con le persone, figuriamoci coi cani), ma non voglio neanche sapere che esisti. La stupidità non si cura, se no saremmo tutti dottori.” Sono trascorsi 13 anni da quando ho cominciato a sviluppare le mie idee su come comunicare con i cani e mi sento come se avessi percorso una strada lunga, piena di mistero e apparentemente interminabile….. Circa 12.000anni prima di Cristo il cane attuale, Canis familiaris, prese origine dal suo antenato Canis lupus, il lupo. Nei secoli successivi i due animali seguirono percorsi evolutivi completamente diversi. Mentre i lupo è rimasto lo stesso sotto ogni punto di vista, il cane si è moltiplicato in una miriade di razze. Il lupo è tuttora selvatico; il cane è stato addomesticato. E se la vita del lupo rimane legata allo stesso ambiente sociale, il branco, quella del cane moderno si è integrata nella società degli uomini, rimanendo spesso isolata dagli altri membri della specie. Anche molti aspetti del comportamento umano moderno affondano le proprie radici nell’età della pietra. I nostri istinti di base, dai rituali del corteggiamento all’atteggiamento verso le altre tribù, spesso risalgono al tempo in cui i nostri antenati vivevano nella caverne. Le crcostanze e l’ambiente sono cambiati ma il nostro cervello, e quindi i nostri istinti fondamentali, si è evoluto pochissimo dall’età della pietra. Se questo è valido per gli umani, allora è giusto presumere che si applichi in uguale misura, se non a maggior ragione, ai nostri cmpagni più prossimi nel regno animale: i cani. Quando il lupo, Canis lupus, si integrò nella società umana, le due specie strinsero una straordinaria alleanza. Sono state scoperte camere di sepoltura contenenti scheletri umani e canini, affiancati. Entrambi vivevano di caccia, in comunità. Entrambi capirono istintivamente che la sopravvivenza dipendeva dalla forza del branco. Se accettiamo che l’impostazione di base del Canis familiaris rimane pressochè uguale a quella di quando lasciò per la prima volta il branco di lupi, non è difficile capire quali forze plasmino il comportamento del cane moderno. Perchè se il cane è stato sottratto al branco di lupi, il branco di lupi non potrà mai essere sottratto al cane. Per capire come il cane moderno vede l suo mondo dobbiamo perciò prendere in considerazione la società dalla quale è emerso e si è evoluto: il branco di lupi. Nel lupo gli istinti più forti riguardano la sopravvivenza e la riproduzione. Guidata da questi impulsi, la specie ha sviluppato un sistema gerarchico rigido ed efficiente, come tutti quelli del mondo animale. Qualsiasi branco di lupi è composto da leader e subordinati, e in cima alla piramide ci sono i capi supremi: il maschio e la femmina alfa. Composta dai due lupi più forti, sani, intelligenti ed esperti, la coppia alfa ha il compito di assicurare la sopravvivenza del branco…. Considerando i cani, odierni discendenti del lupo, possiamo individuare 4 rituali di base che si richiamano agli istinti del branco mai andati perduti: 1) il ricongiungimento 2) la sopravvivenza 3) totale responsabilità del benessere 4) la caccia. ….Il cane non capisce l’esperienza umana e non vi fa alcun riferimento. Il fatto che risponda a parole come “seduto” o “terra” o “vieni” dopo averle sentite mille volte non significa che comprende il linguaggio parlato dagli umani, ma solo che è giunto ad associare questi suoni con determinate azioni e ha imparato ad agire di conseguenza. Frutto di anni di esperienza, il “metodo d’addestramento dolce”, invece di basarsi sul meccanismo degli ordini e sul principio di totale obbedienza del cane al proprietario, propone di imparare ad ascoltare e a farsi ascoltare., in una parola a “comunicare” con il proprio amico a quattro zampe, pur senza rinunciare ad alcuni aspetti del classico rapporto uomo-animale.

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