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“Incontro”, la canzone di Guccini diventa un racconto

“Il treno è una scatola vuota, una biscia di latta che ti porta dove vuoi. Compri un biglietto, decreti una partenza e sogni un arrivo. Tra questi due orizzonti un tragitto limitato, un migrare lento di attesa. Michele sfiora questo pensiero denso e lo accarezza delicatamente, come si fa con la guancia di un bimbo. Il vagone è quasi deserto. Tre sedili più avanti c’è una donna con un lungo vestito azzurro. Dorme, sprofondata tra i grossi braccioli color bronzo. Ha la bocca aperta, i lineamenti molto marcati e i capelli neri che luccicano come petrolio. Tipicamente siciliana, Michele pensa sbadigliando. Fuori dal finestrino scivola un mondo sconosciuto e parallelo, un orizzonte nebbioso e incerto. Michele ama viaggiare in treno. Lo sente snodarsi sotto i piedi, si rilassa e lascia che il rollio dei vagoni culli i pensieri come una dolce ninna nanna metallica, ipnotica e postmoderna. In lontananza, la sagoma di qualche città sconosciuta interrompe una pianura uguale. Lui la segue con lo sguardo, fino a quando scompare al di là del vetro. Il cielo è azzurro, c’è un sole opaco, a tratti coperto da una foschia tenue. Ancora qualche ora di viaggio e la scatola vuota lo condurrà alla meta…”
“E correndo m’incontrò lungo le scale, quasi nulla mi sembrò cambiato in lei, la tristezza poi ci avvolse come miele, per il tempo scivolato su noi due…” e anche “siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nella testa e il cuore di simboli pieno.” In molti conosceranno questo testo, celeberrimo brano dal titolo “Incontro”, la canzone venne pubblicata da Francesco Guccini nel lontano 1972, all’interno dell’album “Radici”. È un brano molto poetico e suggestivo, che oggi viene ripreso in un racconto scritto da Guido Mazzolini. Disponibile nella home page del sito dell’autore, qui. Il download è gratuito, un regalo per tutti e un omaggio “d’autore” a un grande “cantautore”.
Mazzolini si attiene scrupolosamente allo svolgimento del testo della canzone, rispettandone i ritmi e le attese implicite nel testo. La storia narra di due amici che si incontrano dopo dieci anni di lontananza, in una città che appare ai loro occhi malinconica, la stessa di quando si conobbero. E’ amara la constatazione che non si può tornare indietro, rituffarsi in un passato che ormai non c’è più. Lo stile narrativo di Mazzolini è molto secco, notevole l’uso del dialogo. Guido Mazzolini ha pubblicato “L’attimo e l’essenza”, “Il passo del gambero”, “Suoni” e “Giuda”

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