No Banner to display
mobili arte povera Per la produzione di mobili e altri manufatti in legno vengano usate resine per abbellire e conservare le supefici in legno, di seguito una descrizione di alcune di esse.
Si tratta in realtà di una gomma-resina.
Proviene dalle secrezioni che gli insetti Coccus-Lacca, Tachardia-Lacca e Laccifer-Lacca depositano sull’albero indiano Butea Frondossa. Tali insetti inoltre producono anche una tinta rossa conosciuta in Europa sin dal X secolo, molto prima che in questo continente si utilizzasse la gommalacca come vernice. Ed è in India che vennero utilizzati per la prima volta i prodotti della gommalacca come coloranti, vernici o adesivi. Di fatto, questa sostanza è conosciuta in India fin dal 1000 a.C., ed è da tale paese che deriva il termine arabo di origine sanscritta lakk.
La gommalacca si dissolve in alcool, alcali e soluzioni acquose come il carbonato di sodio, il boro, l’ammoniaca, gli acidi formico e lattico e la piridina. E’ sensibile all’umidità e diventa opaca a contatto con essa; con il tempo diventa insolubile e scurisce.
La gommalacca è stata utilizzata come ingrediente di base di una vernice che si cominciò ad usare in Europa nel Seicento, raggiungendo il suo massimo perfezionamento a partire dalla prima metà del 1800, quando fu inventato un originale e laborioso metodo di applicazione che produceva superfici con una brillantezza e caratteristiche tattili totalmente nuove e molto diverse da quelle ottenute con lo stesso prodotto applicato a pennello.
Tale sistema, chiamato french polish in Inghilterra, a tampone in Italia e munequilla (a polso, a causa del movimento rotatorio del polso richiesto per l’applicazione) in Spagna, consiste nell’applicare sul legno diversi strati di questa vernice con un tampone di tela inbevuto.
Questo sistema inoltre aveva numerose varianti, che davano come risultato diversi tipi di superfici: più o meno brillanti, con maggiore o minore grado di trasparenza ecc.
Proviene dalla Pistacea Lentiscus della famiglia delle Anacardiacee, che si trovano nell’Africa del Nord e in tutto il Mediterraneo, soprattutto nell’Isola di Chio.
Esistono due tipi di Mastice, a seconda del tipo di raccolta: il primo si ha quando la secrezione dell’albero viene raccolta direttamente quando gocciola, ed il secondo quandio la secrezione si lascia cadere in un recipiente, in cui si mescola con impurità.
E’ solubile in idrocarburi aromatici, etere, acetone, trementina, cloforomio e acetato di amile.
E’ una resina piuttosto morbida, motivo per cui sin dall’antichità veniva mescolata con altre resine nella preparazione delle vernici, apportando flessibilità e brillantezza.
Con il tempo diventa fragile e giallastra e, in condizioni avverse, può velarsi.
Il mastice puro è di colore giallo chiaro con punte verdastre e possiede una fluorescenza biancastra, mentre quello meno puro ha un colore marrone. ha un basso grado di acidità e fornisce risultati abbastanza buoni sempre che la temperatura dell’ambiente sia stabile.
E’ una resina naturale che fuoriesce spontaneamente o per incisione da un tipo di Conifere che si trovano nell’Africa del Nord (Tetraclinis Articulata), nelle coste mediterranee (Juniperus Communis), in Australia (cipressi e ginepri) e anche in Spagna.
E’ stata chiamata in molti modi diversi tra cui “gomma persiana”, “ambra orientale”, “vernix”, “beronice”, “grassa”.
Secondo alcuni, la sandracca, unita all’olio di lino, si utilizzava per verniciare oggetti in ferro ed altri utensili.
La sandracca pura è di colore giallo pallido e ha un aspetto vetroso e trasparente, mentre quella che contiene impurità ha un colore più scuro.
E’ solubile in alcol, etere, acetone, ed insolubile in idrocarburi alifatici, aromatici e clorurati.
Ha un grado di acidità piuttosto basso. Produce vernici dure, friabili e lucide che si ossidano rapidamente, diventandopiù scure.
Veniva normalmente mescolata alla trementina di Venezia per farle acquisire maggiore elasticità.
La sandracca costiutisce l’ingrediente principale della lacca Persiana e probabilmente anche della lacca Veneziana.
Resina naturale che si estrae da Conifere appartenenti alla famiglia delle Dipterocarpacee e Burseracee, che si trovano dalla Nuova Zelanda fino alla Filippine, ma soprattutto in Indonesia, da dove deriverebbe il suo nome che significa “torcia” ( i rami degli alberi da cui si estrae la resina venivano utilizzati a tal fine).
Alcune di queste resine hanno un origine fossile, e sono molto dure.
Esiste inoltre un tipo di Dammar che prende il nome di Kauri.
Per il fatto di essere estremamente solubile in alcuni solventi organici (come ad esempio in una miscela di alcool ed etere, o essenza di trementina ed altri idrocarburi aromatici) e di ingiallire poco al momento dell’applicazione, è stata spesso usata sin dai tempi più antichi per la preparazione di vernici ( quando doveva essere usata ancora più trasparente veniva disciolta a caldo, evitando i cambi bruschi di temperatura).
E’ una resina incolore o giallo chiaro, a seconda della sua purezza.
Invecchiando ingiallisce, diventa insolubile e cristallizza.
Ha una buona stabilità alla luce ed è compatibile con altre resine, cere, olii e pigmenti. E’ considerata una delle migliori resine per vernici pittoriche, con una buona reversibilità e scarsa sensibilità all’umidità. Viene anche impiegata in miscela di cera resina, come medium pittorico e in emulsione con tempere.
E’ una resina che non è mai stata di facile identificazione, in quanto il termine “coppale” ( che potrebbe essere di origine messicana) si riferisce a verie resine di tipo diverso (alcune fossili, come l’ambra). Inoltre, questa stessa resina poteva prendere nomi diversi a seconda, ad esempio, del luogo di origine.
Così quella proveniente da un’isola delle Molucche chiamata Dammar prendeva questo stesso nome, motivo per cui si confondeva facilmente con la Resina Dammar. Inoltre, queste resine venivano vendute con il nome del luogo di commercializzazione, che non coincideva necessariamente con il luogo di provenienza: ad esempio, la “coppale di Bombay” o “di Calcutta” a volte proveniva invece dall’Africa.
Anticamente, per differenziarle tra loro, venivano divise in dure, semidure o tenere, oppure in trasparenti ed opache, e si presentavano con differenti colorazioni.
La maggior parte delle coppali sono di origine vegetale, prodotte da Cesalpinacee, e si trovano in diverse zone geografiche: Africa (Zanzibar, Madagascar, Angola e Congo), Asia (Malesia, Indonesia, Manila e Formosa) e America del Sud (la coppale bianca americana veniva chiamata animé).
La coppale è parzialmente solubile in acetone e completamente in alcol, e se sottoposta a determinati processi chimici, diventa solubile in essenza di trementina.
Fonde con il calore senza scomporsi, ed ha un acidità variabile a seconda della tipologia.
Probabilmente, fu uno dei componenti della famosa VERNIS MARTIN, tecnica sviluppata in Francia dai fratelli Martin e che fù molto apprezzata in Europa, in quanto superava la Lacca Olandese ed Inglese.
Tags: legno, mobili, mobili arte povera, resine
Il 19 luglio scorso, Giorgio Metta, vicedirettore scientifico dell’Istituto Italiano…
Acquista online il pressino PUSH di Clockwork Espresso sul sito…
Your email address will not be published.
Δ