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Stazione Porta Susa – Luce in galleria

Il progetto illuminotecnico e l’innovazione tecnologica trasformano la stazione dell’Alta Velocità di Torino in uno spazio urbano in vetro e acciaio.
La Stazione di Porta Susa è stata riprogettata. Il nuovo edificio è una galleria lunga 385 metri e larga 30 formata da 106 archi con un’altezza variabile dai 12 ai 3 metri al colmo della copertura. Progettata a livello della strada, collega la stazione con la città, al piano inferiore si trova la metropolitana, mentre salendo si raggiunge la banchina dei treni e l’area commerciale.
La volontà di creare un “continuum” tra la città e la nuova architettura è alla base del progetto illuminotecnico. “L’obiettivo era quello di trasformare uno spazio sotterraneo in un vero e proprio luogo urbano e di utilizzare la galleria vetrata come faro orizzontale sulla scena della città” spiega l’architetto Silvio D’Ascia che ha curato il progetto. Il vetro filtra la luce naturale e illumina la galleria “come se fosse una strada coperta, un prolungamento delle vie cittadine. Si crea in questo modo una sorta di linea continua tra i flussi interni dei viaggiatori e quelli esterni della città”.
Continua a leggere su Archilight: http://www.archilight.it/GetPage.pub_do?id=8a8a8ab711a17da80111a2740bbf04b8&_JPFORCEDINFO=4028e4153906d13c0139081071ab009d

Il progetto illuminotecnico e l’innovazione tecnologica trasformano la stazione dell’Alta Velocità di Torino in uno spazio urbano in vetro e acciaio.
La Stazione di Porta Susa è stata riprogettata. Il nuovo edificio è una galleria lunga 385 metri e larga 30 formata da 106 archi con un’altezza variabile dai 12 ai 3 metri al colmo della copertura. Progettata a livello della strada, collega la stazione con la città, al piano inferiore si trova la metropolitana, mentre salendo si raggiunge la banchina dei treni e l’area commerciale.
La volontà di creare un “continuum” tra la città e la nuova architettura è alla base del progetto illuminotecnico. “L’obiettivo era quello di trasformare uno spazio sotterraneo in un vero e proprio luogo urbano e di utilizzare la galleria vetrata come faro orizzontale sulla scena della città” spiega l’architetto Silvio D’Ascia che ha curato il progetto. Il vetro filtra la luce naturale e illumina la galleria “come se fosse una strada coperta, un prolungamento delle vie cittadine. Si crea in questo modo una sorta di linea continua tra i flussi interni dei viaggiatori e quelli esterni della città”.
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Il progetto illuminotecnico e l’innovazione tecnologica trasformano la stazione dell’Alta Velocità di Torino in uno spazio urbano in vetro e acciaio.
La Stazione di Porta Susa è stata riprogettata. Il nuovo edificio è una galleria lunga 385 metri e larga 30 formata da 106 archi con un’altezza variabile dai 12 ai 3 metri al colmo della copertura. Progettata a livello della strada, collega la stazione con la città, al piano inferiore si trova la metropolitana, mentre salendo si raggiunge la banchina dei treni e l’area commerciale.
La volontà di creare un “continuum” tra la città e la nuova architettura è alla base del progetto illuminotecnico. “L’obiettivo era quello di trasformare uno spazio sotterraneo in un vero e proprio luogo urbano e di utilizzare la galleria vetrata come faro orizzontale sulla scena della città” spiega l’architetto Silvio D’Ascia che ha curato il progetto. Il vetro filtra la luce naturale e illumina la galleria “come se fosse una strada coperta, un prolungamento delle vie cittadine. Si crea in questo modo una sorta di linea continua tra i flussi interni dei viaggiatori e quelli esterni della città”.
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Il progetto illuminotecnico e l’innovazione tecnologica trasformano la stazione dell’Alta Velocità di Torino in uno spazio urbano in vetro e acciaio.
La Stazione di Porta Susa è stata riprogettata. Il nuovo edificio è una galleria lunga 385 metri e larga 30 formata da 106 archi con un’altezza variabile dai 12 ai 3 metri al colmo della copertura. Progettata a livello della strada, collega la stazione con la città, al piano inferiore si trova la metropolitana, mentre salendo si raggiunge la banchina dei treni e l’area commerciale.
La volontà di creare un “continuum” tra la città e la nuova architettura è alla base del progetto illuminotecnico. “L’obiettivo era quello di trasformare uno spazio sotterraneo in un vero e proprio luogo urbano e di utilizzare la galleria vetrata come faro orizzontale sulla scena della città” spiega l’architetto Silvio D’Ascia che ha curato il progetto. Il vetro filtra la luce naturale e illumina la galleria “come se fosse una strada coperta, un prolungamento delle vie cittadine. Si crea in questo modo una sorta di linea continua tra i flussi interni dei viaggiatori e quelli esterni della città”.
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Il progetto illuminotecnico e l’innovazione tecnologica trasformano la stazione dell’Alta Velocità di Torino in uno spazio urbano in vetro e acciaio.
La Stazione di Porta Susa è stata riprogettata. Il nuovo edificio è una galleria lunga 385 metri e larga 30 formata da 106 archi con un’altezza variabile dai 12 ai 3 metri al colmo della copertura. Progettata a livello della strada, collega la stazione con la città, al piano inferiore si trova la metropolitana, mentre salendo si raggiunge la banchina dei treni e l’area commerciale.
La volontà di creare un “continuum” tra la città e la nuova architettura è alla base del progetto illuminotecnico. “L’obiettivo era quello di trasformare uno spazio sotterraneo in un vero e proprio luogo urbano e di utilizzare la galleria vetrata come faro orizzontale sulla scena della città” spiega l’architetto Silvio D’Ascia che ha curato il progetto. Il vetro filtra la luce naturale e illumina la galleria “come se fosse una strada coperta, un prolungamento delle vie cittadine. Si crea in questo modo una sorta di linea continua tra i flussi interni dei viaggiatori e quelli esterni della città”.
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La Stazione di Porta Susa è stata riprogettata. Il nuovo edificio è una galleria lunga 385 metri e larga 30 formata da 106 archi con un’altezza variabile dai 12 ai 3 metri al colmo della copertura. Progettata a livello della strada, collega la stazione con la città, al piano inferiore si trova la metropolitana, mentre salendo si raggiunge la banchina dei treni e l’area commerciale.
La volontà di creare un “continuum” tra la città e la nuova architettura è alla base del progetto illuminotecnico. “L’obiettivo era quello di trasformare uno spazio sotterraneo in un vero e proprio luogo urbano e di utilizzare la galleria vetrata come faro orizzontale sulla scena della città” spiega l’architetto Silvio D’Ascia che ha curato il progetto. Il vetro filtra la luce naturale e illumina la galleria “come se fosse una strada coperta, un prolungamento delle vie cittadine. Si crea in questo modo una sorta di linea continua tra i flussi interni dei viaggiatori e quelli esterni della città”.
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Il progetto illuminotecnico e l’innovazione tecnologica trasformano la stazione dell’Alta Velocità di Torino in uno spazio urbano in vetro e acciaio.
La Stazione di Porta Susa è stata riprogettata. Il nuovo edificio è una galleria lunga 385 metri e larga 30 formata da 106 archi con un’altezza variabile dai 12 ai 3 metri al colmo della copertura. Progettata a livello della strada, collega la stazione con la città, al piano inferiore si trova la metropolitana, mentre salendo si raggiunge la banchina dei treni e l’area commerciale.
La volontà di creare un “continuum” tra la città e la nuova architettura è alla base del progetto illuminotecnico. “L’obiettivo era quello di trasformare uno spazio sotterraneo in un vero e proprio luogo urbano e di utilizzare la galleria vetrata come faro orizzontale sulla scena della città” spiega l’architetto Silvio D’Ascia che ha curato il progetto. Il vetro filtra la luce naturale e illumina la galleria “come se fosse una strada coperta, un prolungamento delle vie cittadine. Si crea in questo modo una sorta di linea continua tra i flussi interni dei viaggiatori e quelli esterni della città”.
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