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Un festival autunnale a Parigi

Un festival autunnale a Parigi

Il  Festival d’Automne è un grande contenitore che, da settembre a dicembre, comprende una serie di eventi artistici eterogenei nella forma e nella sostanza. Si tratta infatti di concerti, happening artistici, mostre, video e performances teatrali non legati tra loro da alcun nesso tematico. In questo senso quanto dichiarato come mission del festival, ovvero la promozione dll’arte sperimentale e multiculturale, può apparire piuttosto genenerico. Tuttavia andando a vedere nei dettagli gli eventi o le loro descrizioni si scopre alla base un intento programmatico reale e piuttosto interessante.
In un modo o nell’altro, infatti, tutti gli eventi artistici in programma tentano di ribadire una concezione dell’arte non puramente estetica. Dalle sculture totemiche di Ugo Rondinone – al contempo ricche di riferimenti artistici (Picasso, il Surrealismo, Dubuffet) e di risvolti psicologici ed emotivi – alla performance "anti-museale" ideata da Robyn Orlin al Louvre – dove attori, ballerini e pubblico si seguiranno i guardiani di sala nei meandri del museo – i progetti scelti per questo festival sembrano condividere un approccio critico non sempre presente nell’arte dei nostri giorni.
In generale sembra che ciascuna delle opere previste rivendichi a suo modo una nuova funzione in qualche modo anche sociale dell’arte. Se con il suo Des témoins ordinaires Rachid Ouramdane vuole ricordare attraverso la danza l’orrore della tortura e della dittatura, Guy Maddin (in progamma al Centro Pompidou tutta una retrospettiva su questo cineasta "estremo") esprime nei suoi film sperimentali tutta una gamma di paure e desideri rimossi che l’arte avrebbe il dovere di far emergere e di rielaborare. Per il festival d’Automne è prevista una versione scenica del suo Des Trous dans la tête, con soprano, orchestra, voce narrante e rumoristi (il tutto live ben inteso). La voce narrante sarà quella di Isabella Rossellini.
Altrettanto pregnanti, le opere di Steven Cohen, il quale, parallelamente alla sua attività di scultore, crea performances dichiaratamente "perturbanti", tra queste Golgotha, che verrà presentato nell’ambito del festival e che pone l’accento sul rapporto tra corpo ed identità. Piuttosto inquietante anche il balletto Monster, ideato dal giapponese Kosei Sakamoto e interpretato dal duo Aline Landreau et Masako Sugimoto. L’idea di fondo di individuare nella duplicazione dell’identico l’origine della mostruosità non è delle più originali, ma la sua rappresentazione attraverso la danza è interessante per l’effetto scenico dei corpi uniti e replicati nel movimento.
Quest’anno entra a far parte dei partner del Festival anche il Centquatre, l’innovativo centro di incontro e produzione artistica recentemente inaugurato nel 19° arrondissement sulle vestigia dell’antico deposito delle pompe funebri. Il centro ospiterà per il festival le istallazioni video della serie Stillness di Tacita Dean. Sei film di circa sei minuti ciascuno su musiche di John Cage: una riflessione sul tempo, lo spazio e il movimento.

Insomma, giunto alla sua trentottesima edizione, il Festival d’Automne è una manifestazione dalla tradizione ormai consolidata che lavora in accordo e parternariato con le più importanti istituzioni culturali cittadine, dal Centre Pompidou al Théâtre dell’Odéon, dal Théâtre de la Ville all’Opéra national de Paris e la Cité de la musique. Al contempo il festival mantiene coerenza e autonomia tali da risultare ancora significativo ed innovante; il suo programma è stimolante e la selezione di opere ed artisti conosciuti – tra questi c’è anche quest’anno l’affezionato Robert Wilson con la messa in scena dell’Opera da tre soldi – e non rivela la volontà di promuovere l’arte che ancora riesce a dire qualcosa sul presente.

Per essere aggiornati su arte, eventi e cultura a Parigi: www.altraparis.com

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