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installare una caldaia a condensazione: quando conviene

Come molti sanno, le caldaie a condensazione sono in grado di fornire dei rendimenti sensibilmente maggiori rispetto alle caldaie convenzionali. Riescono a farlo grazie alla possibilità di sfruttare il calore di condensazione del vapore, che nelle caldaie convenzionali viene invece sprecato. Perché il sistema funzioni al meglio la caldaia deve però lavorare a temperature dell’acqua dell’impianto, piuttosto basse, vicine o comunque inferiori a quella di condensazione del vapore (55 gradi centigradi).

Di conseguenza più è bassa la temperatura a cui la caldaia a condensazione lavora, maggiore è l’aumento di rendimento ottenuto. Purtroppo c’è però un limite sotto il quale abbassare la temperatura di lavoro della caldaia rende il sistema di riscaldamento inefficace. Tale limite è dato dalla temperatura esterna e dal grado di isolamento dell’immobile in cui la caldaia si trova. Una temperatura esterna particolarmente bassa tende infatti ad aumentare la temperatura minima a cui la caldaia deve lavorare per riuscire a scaldare efficacemente gli ambienti. Allo stesso modo uno scarso isolamento termico dell’immobile, per il fatto di disperdere velocemente il calore prodotto all’interno dalla caldaia, richiede alla stessa di lavorare a temperature dell’impianto maggiori.

Detto diversamente una caldaia a condensazione ottiene i maggiori rendimenti quando il calore che produce riesce ad essere conservato più a lungo all’interno degli ambienti riscaldati, cosa possibile quando il livello di isolamento dell’immobile è alto, oppure quando la temperatura esterna non è troppo bassa.

E’ questa la ragione per cui le caldaie a condensazione non riescono ad ottenere interessanti aumenti di rendimento se utilizzate in ambienti con scarso isolamento termico situati in località con clima particolarmente rigido. In queste situazioni il calore prodotto dalla caldaia all’interno si disperde velocemente all’esterno ed deve quindi essere velocemente riprodotto dalla caldaia e immesso nell’ambiente, cosa possibile solo se la temperatura dell’acqua dell’impianto di riscaldamento è sufficientemente alta.

Per completezza è bene dire che in tutta l’equazione rientra un altro fattore, e cioè la facilità con cui i radiatori dell’impianto riescono a scambiare il calore prodotto dalla caldaia con l’ambiente. Più i radiatori sono di ampie dimensioni e di struttura e materiali che scambiano velocemente il calore (ad esempio acciaio), più la temperatura dell’acqua può essere tenuta bassa, cosa che come si diceva aumenta il rendimento della caldaia. Non considerando quindi la temperatura esterna, sulla quale chiaramente non si può “agire”, dipendendo dalla località di residenza, il massimo da una caldaia a condensazione lo si ottiene in immobili con un buon isolamento termico e con radiatori di ampie dimensioni.

Al riguardo bisogna notare che in buona parte degli immobili costruiti nei decenni passati in Italia, sono stati installati radiatori di dimensioni superiori a quelle strettamente necessarie per le esigenze dell’ambiente, radiatori quindi in parte “sovradimensionati”. Inoltre, non pochi degli immobili italiani godono già di un isolamento termico, che se sarebbe troppo definire “buono”, non è scorretto definire sufficiente. Queste due condizioni fanno sì che sono moltissime le unità immobiliari in cui l’impiego di una caldaia a condensazione porterebbe un aumento del rendimento sufficiente a giustificarne il relativo investimento.

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