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La Chiesa di Mattia a Budapest

(Ma’tyastemplom) e’ assieme al Bastione dei Pescatori (Halaszbastya) uno dei
culmini della visita al Quartiere della Fortezza. Mozzafiato e’ il tetto della chiesa con le sue variopinte tegole in maiolica, mentre da non perdere e’ l’interno e l’appassionante storia del celebre tempio. La chiesa a tre navate fu eretta nel 1250. Fu battezzata con il nome tedesco Liebfrauenkirche (Chiesa di Nostra Signora), poiche’ fungeva da parrocchia per la vasta e potente comunita’ tedesca. La sua influenza era tale che fino al XV secolo gli alti ceti tedeschi ebbero in mano le sorti della citta’. A causa di questa predominanza la Chiesa di Nostra Signora divenne presto ‘Cappella Reale’, guadagnando cosi’ una posizione privilegiata rispetto alla Chiesa di Maria Maddalena (vedi pag. 60 e seg.) della comunita’ ungherese.
Verso la fine del XIV secolo la Chiesa di Nostra Signora conobbe una ricostruzione in stile gotico. Anche il re che da’ oggi il nome alla chiesa, Mattia, fu tra i committenti del suo ampliamento nella seconda meta’ del XV secolo. Egli contrasse due volte matrimonio nella Chiesa di Nostra Signora: nel 1463 sposo’ la figlia del re di Boemia, Caterina Podiebrady, e dopo la morte di quest’ultima, nel 1476, Beatrice d’Aragona. Sei anni prima il re aveva fatto affiggere il suo stemma sulla nuova torre meridionale. Solo quando, alla fine del XIX secolo, questo stemma fu ritrovato nel corso della ristrutturazione neogotica, la chiesa fu intitolata a re Mattia.
Durante la dominazione turca la chiesa funse da moschea, con il nome di Moschea Eszki (‘moschea vecchia’). Qui, nel 1541, il sultano Solimano II, detto II Magnifico, innalzo’ il ‘Padre delle Rose’ Gu’l Baba’, morto da poco, agli onori di protettore della citta’ e nomino’ se stesso patrono della moschea. Dopo il ritiro dei Turchi il tempio cadde in mano ai Gesuiti, che fecero restaurare la chiesa in stile barocco. Nel 1773 essa divenne chiesa parrocchiale.
Il momento piu’ glorioso della storia della chiesa fu probabilmente P8 giugno 1867. In quel giorno fu ufficializzato in una cerimonia il cosiddetto Compromesso fra Austria e Ungheria. L’imperatore Francesco Giuseppe e l’imperatrice Elisabetta furono incoronati re e regina d’Ungheria con la corona di Stefano. Franz (Ferenc) Liszt compose proprio per questa funzione la Messa per l’Incoronazione. Un’aneddoto del tempo sostiene che gli alti giubili ‘Vivat Ferenc’ che echeggiarono davanti alla chiesa fossero indirizzati al compositore e non all’imperatore, piuttosto impopolare per aver soffocato nel sangue la rivolta indipendendentista del 1849.

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