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Terremoto a Lione, ma solo in termini artistici. Nella deliziosa, ghiottona (è la capitale gastronomica della Francia), rinascimentale e preziosa (è patrimonio dell’Unesco) Lione, l’arte sembra voler dare una scossa al sistema paludato delle mostre. Fino al 3 gennaio, infatti, impazza, soprattutto nel contesto urbano, tra strade, piazze e aree suburbane, la decima Biennale d’a rte contemporanea che sfoggia un titolo assai indicativo, "Le Spectacle du Quotidien/ The Spectacle of the Everyday", dove sessanta artisti internazionali (dove spicca di nuovo, dopo la Biennale di Istanbul, l’assenza di nomi italiani) puntano a riconciliarsi con una dimensione quotidiana, fatta di pregi e difetti, tic e vezzi, manie e vizi.
Operazione non così facile, per non dire titanica visto che il curatore, il cinese Hou Hanru, classe ’63, già firma di prestigio alla Biennale di Venezia del 2003 col progetto “Z:O:U: Zone of Urgency†dichiara senza mezzi termini che "Viviamo ormai nella società dello spettacolo, e malgrado gli effetti alienanti sulla nostra vita e sulle nostre relazioni sociali, rimane una delle condizioni fondamentali della nostra esistenza".
Il problema, avverte il prolifico, dinamico, globetrotter critico d’ arte che si divide quasi in tempo reale tra Parigi e San Francisco è che "tendiamo a percepire il mondo e la comunicazione con gli altri attraverso lo spettacolo, e per spettacolo intendo quel sistema di immagini dominate dalla logica del mercato capitalista".
Così la macchina scenica della Biennale 2009, perfettamente oliata nonostante Hanru abbia ha ricevuto l’incarico solo ai primi di marzo dopo l’improvvisa defezione di Catherine David, punta a riconsiderare gli aspetti del territorio cittadino e a focalizzare le emergenze del quotidiano della città , nel bene e nel male.
La città E se a Lione c’è la metropolitana, diventa consigliabile un walking tour, ma anche un bike tour con il diffuso servizio di biciclette a noleggio sparso in ogni angolo della città (con carta di credito), per godersi "lo spettacolo del quotidiano", tra centro storico, la parte più vecchia della città da conquistare oltre il fiume Soane, dominata (nel senso letterario perché svetta sull’alta collina) dalla meravigliosa cattedrale devota alla Madonna d’oro, ma anche il lungo-Rodano pittoresco e mondano allo stesso tempo, metà deliziosa per il giorno e la notte, e la cittadella moderna affollata di boutique griffate.
Senza dimenticare il parco Tet d’Or, monumentale e curato fin nei dettagli, oasi bohémien per picnic e relax con i suoi prati sconfinati mossi da leggeri declivi e il lago, e che custodisce con discrezione uno zoo straordinario, dove leoni, giraffe, scimmie sembrano davvero vivere in pace con loro stessi, la cui visita è gratuita.
Anche il quartiere progettato da Renzo Piano seduce con la sua modernità calda e confortevole (da abbinare, magari, ad una visita alla stazione del TGV progettata dall’altra archi-star Santiago Calatrava).
Ma Lione sa prendere soprattutto per la gola.
Tags: lione, turismo, vacanze, viaggi
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