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Sardegna: il sinis un paradiso nel meditterraneo

Gran parte dei visitatori delle terre di mare si ricordanno della loro bellezza soltanto quando è tempo di vacanze…. e lo è per troppi.
Trovarsi sul litorale del Sinis “immersi e solitari” e un evento sempre più raro. La stagione colma di bagnanti non è sicuramente il momento ideale per godere del fascino di questi luoghi, ma non bisogna scoraggiarsi, la magia rimane, va soltanto cercata con più attenzione, qua e là tra i ciottoli,in mezzo alla sabbia, mimetizzata nei colori del mare, nelle figure argentee dei gabbiani appisolati sulla spiaggia o nelle vele gonfie di una barca che naviga a poche miglia dall’Isola.
L’isola da qui non è lontana.
Il mare e le sue tempeste sembrano nascere proprio da questo unico orizzonte di terra che separa il litorale dal mare aperto, l’Isola, Malu Entu ( mal di ventre) che a poca distanza ha un compagno piccolo e tenace, lo scoglio del Catalano, o coscia di donna.
In ogni stagione, da sempre, le onde strappano pezzetti dell’Isola di granito che spargono come frammenti arrotondati sulla costa, grandi e piccoli, candidi come chicchi di riso.
Tra qui chicchi, a Maimoni (is aruttas) e a Is Caogheddas, i venti e le correnti trasportano e depongono gli oggetti del mare, provenienti dal Mediterraneo d’occidente.
E’ un ricco emporio del mare: foglie di poseidonia, spugne, ossi di seppia, noci di cocco, contenitori metallici, bottiglie e pezzi di plastica, alcuni con caratteri cirillici… resti di un naufragio? Qui, non lonatono dalla torre di Seu, un ricordo duraturo dell’uomo sconfitto dal mare rimane un relitto squadrato, color ruggine, dove ora luccica l’oro della paglia di un nido di passeri….
Le rocce appartengono alla terra, eppure a Seu molte rocce piatte e forate baciano l’acqua……
Seu è macchia, è uomo, è pernice, è vento, è silenzio….. E’ SINIS Dove arriva il mare con i suoi oggetti anche l’uomo arriva con i suoi gusci di legno ed i suoi attrezzi da pesca. A Seu, dove la spiaggia di ciottoli lascia spazio alla spiaggia di sabbia ed ancora a quella di ciottoli,prima che la costa si sollevi, li dove nascono le minuscole isole Is Caogheddas, l’uomo attende che il mare sia buono e posa le sue imbarcazioni. C’è anche una piccola falesia in questo tratto di litorale ed è vera falesia: anfratti, buchi, spruzzi, “muri” di posidonia, piccioni selvatici e falchi loro predatori. Seu è soprattutto verde,ma anche viola, rosmarina in fiore, rosa, caprifoglio fiorito, rosso,frutti di lentischio, arancio, datteri nani, insieme ai colori scandiscono il tempo gli odori, ed ad ottobre la macchia è avvolta da un dolce profumo, quello della salsapariglia. Il paesaggio di Seu sembra assopito ed immutato, eppure si muove: tra la sabbia e i macchioni si sente spesso un fruscio sordo e placido, che da tempo attraversa quei luoghi; se si pazienta, corazzate e discrete appaiono loro,le testuggini. E in questo magnifico scenario che a poco distanza si trova la borgata marina di Funtana Meiga, dove la mano dell’uomo ha edificato un intero costone. E’ qui che si trovano le prime case dove poter trascorrere una vacanza in Sardegna

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