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Pascale Guédot vince l’Equerre d’Argent 2010 per la migliore architettura francese dell’anno

La Mediatheque d’Oloron Sainte Marie è la migliore opera realizzata in Francia nell’ultimo anno secondo la giuria internazionale dell’ Equerre d’Argent, la piazza d’argento, premio d’architettura assegnato dal 1983 promosso dalla rivista Le Moniteur des travaux publics et du bâtiment.
La struttura realizzata dall’architetto Pascale Guédot si è imposta sulle altre otto architetture in gara, tra cui il LaM di Manuelle Gautrand e il Centro Pompidou-Metz di Shigeru Ban. Entrambi progetti d’impatto, dalle linee curve e sinuose. All’innovazione, però, è stata preferita la pulizia della Mediateca, realizzata in un contesto selvaggio e naturale, sul bordo di due torrenti di montagna, dal recupero di una vecchia fabbrica di cappelli; la base in pietra e un gazebo in legno sono i due blocchi portanti della struttura, tra loro separati da un rettangolo in vetro, un vuoto trasparente che sembra filtrare il paesaggio.
L’ANTI ARCHISTAR GUÉDOT – Pascale Guédot, nata nel 1960 a Pau, diplomata alla Scuola di Parigi, ha iniziato l’attività di architetto costruendo una casa privata sul bacino di Arachon; insieme a Olivier Delannoy e Philippe Chaslin ha progettato l’ampliamento della scuola di Sceaux, per Hermes ha realizzato lo showroom a Pantin: Guédot è una firma meno famosa rispetto alla collega Manuelle Gautrand, conosciuta per aver progettato il Citroen showroom lungo i Champs-Elysees o l’Enzo Hotel a Parigi, e del giapponese Shigeru Ban, discepolo di Arata Isozaki, l’architetto dell’Aquila Temporary Hall… Guédot è meno archistar e più attenta al contesto e al paesaggio.
Ben venga l’esempio francese, una boccata di respiro che oggi distoglie l’attenzione dalla riforma delle professioni, dai problemi per i giovani, dalla crisi del mercato e fa sperare che l’Italia sappia guardare al di là dei proprio confini: Equerre d’Argent è un premio storico che valorizza le architettura francesi e che ha incoronato vincitrice una donna che guarda di più ai progetti che alla fama, non ha vinto nessuna archistar … una scelta diversa da quella che viene fatta nello Stivale dove la politica, gli amministratori, gli organizzatori di premi e concorsi preferiscono sempre più spesso i nomi altisonanti alla qualità.
TUTELARE IL PAESAGGIO – In Italia, tra caos burocratici e dibattiti tra il naturale e il costruito, un primo passo in avanti viene fatto dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e Paesaggistici e l’ordine degli Architetti di Verona. Ieri pomeriggio, 21 dicembre, la soprintendente Gianna Gaudini e il presidente Arnaldo Toffali hanno firmato un accordo a tutela del paesaggio e del patrimonio storico. La Soprintendeza si impegna a fornire maggiori informazioni sia per i provvedimenti che per i criteri di intervento ai professionisti del settore (primi fra tutti gli architetti); dall’altro la sempre maggiore possibilità per gli architetti di inviare agli uffici della Soprintendenza progetti più coerenti e completi e quindi accelerarne il lavoro. Continua a leggere

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