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ZAFFERANA
Se cercate un posto che in dieci minuti colleghi alla montagna e al mare… l’avete trovato. Si chiama Zafferana.
Il nome di questo incantevole paese deriva da zafferano che una volta era una tipica coltivazione del luogo o semplicemente viene da zefiro, quel venticello leggero che avvolge profumando ciò che circonda.
Zafferana è situato su una collina, dai suoi belvedere si vede il mare e nei giorni di brezza si può anche avvertire l’odore della salsedine. Le sue spalle sono boschi di castagno, di pino di faggio. L’aspetto psicologico è ridente e ameno. La buona amministrazione ha fatto sì che il paesino diventasse sempre più fiorente e ricettivo.
Gli abitanti si comportano come api industriose ed infatti una buona parte degli zafferanesi vive di apicoltura, altri sono impiegati nella lavorazione del legno, o nella trasformazione di ciò che il territorio offre, avendo cura sempre cura e rispetto della natura.
La cittadina è ordinata, pulita, organizzata. Dai turisti viene chiamata la Taormina dell’Etna. Nelle vie principali il passeggio è continuo e la gente che si muove lenta, sembra aver trovato la possibilità di gustare il proprio tempo, senza dimenticare la frenesia, lo stress a cui i ritmi odierni ci costringono. Durante l’estate, l’aria fresca a volte frizzante e pulita, invita a restare fuori molto a lungo anche buona parte della notte. Si può assistere agli spettacoli che si tengono ogni sera un intrattenimento diverso che va dalla danza al teatro, dal cinema al canto. Di frequenza, dopo lo spettacolo, si va a gustare la famosa “pizza siciliana” fatta di pasta morbida, seducente che concentra nel suo intorno il cuore della Sicilia: “la tuma e le acciughe”. Come dessert ci sono “gli sciatori” ricoperti di cioccolato fuso che avvolge il dolce biscotto in un abbraccio totale. Ogni tanto, durante la passeggiata, si sentono i profumi della ginestra che prepotenti si spandono nell’aria. Ha un odore penetrante che ricorda vagamente il miele, ma si prova istintivamente il bisogno di ispirare forte, quasi una necessità a riempire i polmoni di “tanta bontà”.
Fuori dal pese, la lava, ha fatto una corona, nera, acuminata a volte in guglie dalle forme strane. Qua e là spunta qualche filo d’erba o sboccia qualche timido fiore. Ancora la lava che circonda Zafferana è troppo giovane e ci vorranno molti anni prima di dare le possibilità al verde di riconquistarla. Nei punti dove la calata ha cercato di entrare nel nucleo abitato, sorgono degli “altarini”. E’ tipico infatti portare in processione la Madonna o i Santi a fermare la catastrofe e puntualmente il miracolo avviene. Sarà per fede o per suggestione? Certo è che alla fine la riconoscenza del popolo si consolida nella costruzione di un altarino, testimone di fede grande e inaccettabile.
Guardando la lava con le sue lingue che si insinuano in ogni dove. Si pensa che in quel modo sia stato l’inizio del mondo, quando il Big Bang diede il via al nostro pianeta, si ritorna ai primordi dell’umanità. Vedendola scivolare piano fra gli anfratti, circondare gli alberi col suo abbraccio incandescente sembra una distruzione invece… i turisti che affollano la “nostra montagna” incuriositi da tanto spettacolo, ci portano benessere, la trasformazione della lava stessa in mille piccoli affetti dà la possibilità di portare un pezzo della nostra terra anche nel lato opposto del mondo, perché la natura così come si mostra sembra una star protagonista e soddisfa la sua smania di notorietà.
Il cuore della roccia poi viene lavorato da mani esperte per diventare materiale di costruzione e di arredo.
A pochi minuti di macchina da Zafferana si raggiungono la pista da neve e i rifugi per gli amanti della montagna. Non è inusuale che nel periodo di maggio dopo aver sciato sull’ultima neve, si possa scendere al mare per fare una lunga nuotata, perché da noi, ciò che agli altri sembrano dei miracoli, sono straordinarie realtà!
Rosetta Grasso
Tags: etna, etnea, sicilia, turiamo, visitare, Zafferana
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