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La salvezza del nostro pianeta parte dalla Svezia. Alcuni mesi fa, la nazione scandinava ha annunciato che diventerà la prima economia del mondo a liberarsi dal petrolio e a sostituirlo con le energie rinnovabili. In pratica, entro il 2020, in tutto il paese non ci sarà più una sola casa o una sola automobile ad aver bisogno dell’oro nero. Visto che, come dimostra la loro economia, quando gli svedesi ci si mettono, fanno sul serio, è probabile che il traguardo sarà raggiunto. E l’Italia? E il resto del mondo? Speriamo non stiano a guardare, ma condividano al più presto lo stesso progetto.
Le ragioni che dovrebbero spingerci a dire addio al greggio sono diverse.
Tanto per cominciare il petrolio non è inesauribile. Presto si raggiungerà il picco massimo di produzione, dopodiché questa comincerà a diminuire e i prezzi saliranno, con gravi conseguenze a livello economico e geopolitico. Non si sa di preciso quando succederà, i pronostici sono diversi, comunque, i più insigni geologi sostengono che è questione di pochi anni. Alcuni affermano che si potrebbero scoprire nuovi giacimenti, ma la situazione non è affatto così: perché il petrolio si sviluppi, sono necessarie condizioni geologiche particolari, presenti solo in pochissimi punti del pianeta, la maggior parte dei quali già individuati.
Se anche fosse inesauribile, ci sarebbe un altro, ancora più importante motivo, per farne a meno: la combustione dei prodotti ricavati dal petrolio va a incrementare l’effetto serra, con danni gravissimi per il nostro pianeta. Con l’innalzamento della temperatura globale, le calotte polari e i ghiacciai si sciolgono, il livello del mare sale, aumentano frane e smottamenti; alcune zone della Terra vengono colpite dalle tempeste e altre dalla siccità…
Le conseguenze del riscaldamento globale sono anche economiche: Nicholas Stern, consigliere economico di Tony Blair, ha scritto un lunghissimo rapporto su questo problema, lanciando un allarme: ci stiamo avviando verso una catastrofe climatica.
Per non parlare dei costi del petrolio. Pensate a quante guerre nel mondo si sono combattute nel Novecento e si combattono ancora oggi per accaparrarselo. Guerre che spesso vengono giustificate in modo ipocrita, dicendo che servono per esportare la democrazia. In realtà si concentrano solo in zone dove ci sono interessanti giacimenti, vedi il Medio Oriente… Città rase al suolo, migliaia di morti e di feriti in nome del dio degli idrocarburi.
A questo si aggiunga il costo sanitario dell’oro nero. Nel senso che ogni anno milioni di persone si ammalano per l’inquinamento. Molte muoiono. Ma a parte le associazioni ambientaliste e qualche studioso, che cercano di far sentire la loro voce, nessuno fa niente.
E invece qualcosa si può fare, come dimostrano i nostri amici svedesi. Jeremy Leggett, famoso geologo spiega bene come si può uscire dalla schiavitù del petrolio, rifugiandosi nelle energie rinnovabili…
Tags: ambiente, cecchi paone, ecologia, rinnovabili
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