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Alessandro Cecchi Paone: la salvezza del Pianeta arriva dalle rinnovabili

La salvezza del nostro pianeta parte dalla Svezia. Alcuni mesi fa, la nazione scandinava ha annunciato che diventerà la prima economia del mondo a liberarsi dal petrolio e a sostituirlo con le energie rinnovabili. In pratica, entro il 2020,
in tutto il paese non ci sarà più una sola casa o una sola automobile
ad aver bisogno dell’oro nero. Visto che, come dimostra la loro
economia, quando gli svedesi ci si mettono, fanno sul serio, è
probabile che il traguardo sarà raggiunto. E l’Italia? E il resto del
mondo? Speriamo non stiano a guardare, ma condividano al più presto lo
stesso progetto.

Le ragioni che dovrebbero spingerci a dire addio al greggio sono diverse.

Tanto per cominciare il petrolio non è inesauribile. Presto si raggiungerà il picco massimo di produzione, dopodiché
questa comincerà a diminuire e i prezzi saliranno, con gravi
conseguenze a livello economico e geopolitico. Non si sa di preciso
quando succederà, i pronostici sono diversi, comunque, i più insigni
geologi sostengono che è questione di pochi anni. Alcuni affermano che
si potrebbero scoprire nuovi giacimenti, ma la situazione non è affatto
così: perché il petrolio si sviluppi, sono necessarie condizioni
geologiche particolari, presenti solo in pochissimi punti del pianeta,
la maggior parte dei quali già individuati.

Se anche fosse inesauribile, ci sarebbe un altro, ancora più
importante motivo, per farne a meno: la combustione dei prodotti
ricavati dal petrolio va a incrementare l’effetto serra, con danni
gravissimi per il nostro pianeta. Con l’innalzamento della temperatura
globale, le calotte polari e i ghiacciai si sciolgono, il livello del
mare sale, aumentano frane e smottamenti; alcune zone della Terra
vengono colpite dalle tempeste e altre dalla siccità…

Le conseguenze del riscaldamento globale sono anche economiche: Nicholas Stern, consigliere economico di Tony Blair,
ha scritto un lunghissimo rapporto su questo problema, lanciando un
allarme: ci stiamo avviando verso una catastrofe climatica.

Per non parlare dei costi del petrolio. Pensate a quante guerre nel
mondo si sono combattute nel Novecento e si combattono ancora oggi per
accaparrarselo. Guerre che spesso vengono giustificate in modo
ipocrita, dicendo che servono per esportare la democrazia. In realtà si
concentrano solo in zone dove ci sono interessanti giacimenti, vedi il
Medio Oriente… Città rase al suolo, migliaia di morti e di feriti in
nome del dio degli idrocarburi.

A questo si aggiunga il costo sanitario dell’oro nero. Nel senso che
ogni anno milioni di persone si ammalano per l’inquinamento. Molte
muoiono. Ma a parte le associazioni ambientaliste e qualche studioso,
che cercano di far sentire la loro voce, nessuno fa niente.

E invece qualcosa si può fare, come dimostrano i nostri amici svedesi. Jeremy Leggett, famoso geologo spiega bene come si può uscire dalla schiavitù del petrolio, rifugiandosi nelle energie rinnovabili…

 

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