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Cambiare lavoro? Sì, per un aumento di stipendio. I dati del Randstad Workmonitor

L’aumento di stipendio è la ragione capace, più di ogni altra, di spingere gli italiani alla ricerca di un nuovo impiego. L’81% dei dipendenti italiani sarebbe in effetti propenso a cambiare lavoro se potesse guadagnare di più, il 73% lo farebbe per migliori opportunità di carriera, mentre il 63% per una migliore aderenza al percorso scolastico.
Persino chi si dichiara appagato dalla posizione già occupata e, in particolare, ritiene di aver comunque già trovato un posto di lavoro ideale – sei intervistati su dieci – sembra riservare un occhio di riguardo al peso del proprio portafogli. In merito, del resto, i dipendenti italiani palesano una posizione alquanto contraddittoria: se è vero che il 62% del campione è pronto a definire “ideale” il proprio impiego, lo è altrettanto che una percentuale non molto differente di intervistati dichiara anche che il proprio lavoro “è solo un modo per guadagnarsi da vivere, niente di più“. «In Italia, si registra una curiosa parità tra chi sostiene di svolgere il lavoro ideale e chi lo ritiene esclusivamente una fonte di reddito. In realtà, la motivazione a cambiare lavoro è elevata, giustificata dalla diffusa esigenza di migliorare il livello retributivo, oltre che all’aspirazione di un percorso di crescita professionale – commenta Marco Ceresa, Amministratore Delegato di Randstad Italia -. Meno forte è la spinta verso un percorso più coerente con i propri studi, che fortunatamente appare un campo di maggiori conferme se 7 italiani su 10 dichiarano di svolgere un lavoro che si addice alla loro formazione e 6 su 10 sceglierebbero lo stesso percorso formativo se dovessero ricominciare da capo». I dati del Randstad Workmonitor, indagine sul mondo del lavoro realizzata da Randstad, mettono quindi in luce una forte propensione degli italiani nei confronti della mobilità lavorativa, tema protagonista delle interviste condotte nel secondo trimestre 2014. I dipendenti italiani si rivelano persino più inclini di molti dei loro colleghi europei a un cambio di impiego, da attuarsi però con una certa prudenza e, soprattutto, senza fretta: del resto, il 79% degli intervistati si dichiara convinto del fatto che a nuovo lavoro non corrisponda necessariamente un significativo miglioramento della propria carriera professionale.
Un altro valore distingue poi in maniera piuttosto marcata l’Italia dal resto d’Europa: l’82% dei lavoratori italiani si svela oggi concentrato nell’ottenere una promozione nell’impiego attuale. Si tratta per l’appunto di un dato senza eguali nel continente europeo. La “famosa ” promozione è evidentemente considerata una più che valida alternativa alla ricerca di un nuovo posto di lavoro. Ma, in ogni caso, come trovare un nuovo impiego? Un prezioso contributo arriva proprio dalle agenzie specializzate, sempre con maggiore fiducia considerate da chi cerca lavoro capaci di aiutare gli aspiranti dipendenti sia nella ricerca del proprio impiego ideale sia nella definizione del miglior percorso di carriera. In particolare, il 69% degli intervistati ritiene che il lavoro temporaneo possa costituire un trampolino di lancio per ottenere un contratto a tempo indeterminato. In particolare, il 54% del campione la considera una formula molto adatta ai più giovani.

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