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Arte Brescia 2008 : si può dare di più

La città di Brescia dimostra negli ultimi tempi una sorprendente capacità di crescita. Una città molto provinciale se paragonata ai grandi centri urbani in Italia, ma che nel suo piccolo sta emergendo come una grande protagonista nel sistema artistico.

Nel campo dell’arte osserviamo che la Leonessa d’Italia cerca di tenere il passo con le altre realtà nazionali leader del settore artistico. Ormai la città è conosciuta da straordinari eventi di prestigio internazionale, come le mostre curate da Marco Goldin che attirano pressò il Museo di Santa Giulia un vasto pubblico e l’ormai celebre Biennale di Fotografia. Insomma il clima bresciano si espone come un bacino culturale-artistico con delle ottime potenzialità. E proprio in questo ambiente favorevole si è svolta ArteBrescia 2008 (10-13 ottobre).

Circa sessanta gallerie, naturalmente tutte italiane. Peccato che con questo mediocre numero di espositori mancavano all’appello alcuni tra i principali galleristi cittadini che ormai proiettati in un mercato più nazionale e, in pochi casi, internazionale, snobbano queste manifestazioni vedendole come semplici e bigotte “feste d’arte provinciali”.

Arte Brescia 2008 si è aperto con un evento inaugurale a cui hanno partecipato pochissimi visitatori. Da questo dato sorgono delle domande piuttosto lecite: come mai una fiera d’arte organizzata in una città ricca come Brescia è stata sottovalutata dalla cittadinanza e dai personaggi di spicco del settore artistico? Ebbene, per noi che l’abbiamo visitata, sembra che la risposta sia alquanto palese. Innanzitutto per essere una mostra-mercato mancavano delle caratteristiche principali: rinnovamento e contemporaneità.

In questa edizione 2008, purtroppo, non si è vista né qualità né novità. In una disposizione caotica e con un eleganza simile ad un cantiere edile, osiamo dire che l’organizzazione di Arte Brescia sembra che continui a mancare di una vera e competente direzione artistica. Un continuo “navigare” in padiglioni per lo spettatore catapultato in un evento espositivo senza né inizio né fine. Un percorso noioso, in cui il pubblico è costretto a smarrirsi e sfinirsi. Un allestimento mediocre anche da parte dei galleristi che sembrano aver giocato in uno spazio improvvisato.

Se a livello organizzativo ed espositivo la fiera d’arte bresciana ha mostrato molte lacune, possiamo anche affermare che l’azione marketing non è stata delle migliori. Infatti l’evento è stato comunicato poco e male, con una visione dell’azione pubblicitaria piuttosto scadente.

Ma passiamo ad un’analisi delle opere presenti in fiera. In questa occasione, come altre mostre-mercato, possiamo dire che al pubblico è stato proposto opere di prestigio, con una ricchissima offerta di artisti dai nomi blasonati come Arman, Accardi, Burri, Campigli e molti altri. Lavori di grande spessore artistico che hanno soddisfatto alcuni appassionati. Interessante la scelta di molti galleristi di esporre nei propri padiglioni opere di Andy Warhol, come ad esempio la galleria Forma e Colore di Brescia che ha proposto un bellissimo “Pink Mao”, rappresentazione ormai nota nella produzione di Warhol che per molti anni della sua carriera si dedicò a dei ritratti del leader cinese. Sempre del genio della Business Art menzioniamo alcune sue opere presenti in mostra: “Interview” celebre rivista fondata da Warhol, presentata al pubblico per 3 mila euro, ma anche una serigrafia dedicata a Joseph Beuys (250 mila euro) e alcune stampe pubblicitarie, come ad esempio una stampa dedicata alla famosa discoteca newyorchese “Studio 54” offerta con un prezzo di vendita di circa 50 mila euro.

Oltre a Warhol, si sono visti nomi ormai super apprezzati all’interno del mercato dell’arte. Pensiamo ad alcuni Giorgio De Chirico, Lucio Fontana, Emilio Vedova e Alighiero Boetti. Di quest’ultimo artista menzioniamo molti tappeti colorati caratterizzati dalla solita ironia dell’uso della parola, ma anche un monocromo nero con alfabeto e virgole bianche che come se fosse un grande gioco formava la parola “vento contro vento”. Questa insolita opera è stata offerta dalla galleria toscana Veradocci per 175 mila euro.

Lavori molto interessanti, che però lasciano un amaro in bocca ai grandi appassionati di arte contemporanea, che solitamente si recano alle fiere d’arte per poter osservare da vicino il contemporaneo e sostituire in qualche senso la mancanza di un museo lombardo interamente dedicato alle nuove tendenze. Infatti, oltre ad opere di Neshat, Beecroft, Christo e Araki, non abbiamo potuto la possibilità di respirare una tendenza contemporanea.

Sarà difficile sapere l’andamento in numeri di questa fiera, ma dalla poca affluenza supponiamo che Arte Brescia 2008 non si sia chiusa con ottimi risultati di vendita e grande soddisfazione dei galleristi, sia in termini di numero e qualità dei visitatori, sia per le trattative avviate in fiera.
Rimane solamente la speranza nel dire che le basi per edificare una buona fiera ci sono, ma bisogna lavorare molto e duramente per l’edizione di Arte Brescia 2009.

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