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Tra tecnologia e innovazione. Alla Design Library, Daniel Libeskind racconta la sua idea di DesignE omaggia il Made in Italy.Il suo è un elogio alla tecnologia che oggi favorisce, e valorizza, anche l’autoproduzione. “É fantastico, non avrei mai potuto progettare nei tempi e nei budget che mi ero prefissato quello che ho costruito senza l’aiuto della tecnologia” e ricorda la “sua” Berlino (dove ha vissuto e progettato il Museo ebraico), “una delle ultime città costruite a mano, senza aiuti della tecnologia”. Ed è grazie al 3d e ai computer che oggi tutti i progetti, i modelli, i calcoli, le piantine diventano “patrimonio da conservare”.Non ha dubbi sulla forza del design italiano: “É eterno, è il migliore”. E sullo stile dell’Italia: “É un grande brand. Quando qualcosa è progettato in Italia si vede, si vede che ha una storia, che è autentico. Dietro, nasconde un’idea progettuale, una cultura”.E quando il padrone di casa, Valerio Castelli, gli chiede se, forse, questo amore per lo Stivale non sia eccessivo, risponde: “No, non ho vissuto abbastanza in Italia! Lavorando a New York, Singapore, Varsavia, Hong Kong, Berlino ti accorgi che in Italia c’è una naturale tendenza alla perfezione e non è facile, c’è un’attitudine insita al progettare bene”. E non dimentica il bisogno di un futuro più sostenibile perché bisogna “produrre qualcosa che possa resistere per i prossimi 1.000 anni”continua a leggere su Alchimaghttp://www.alchimag.net/portale/2013/02/08/unora-con-daniel-libeskind/ Tra tecnologia e innovazione. Alla Design Library, Daniel Libeskind racconta la sua idea di DesignE omaggia il Made in Italy.Il suo è un elogio alla tecnologia che oggi favorisce, e valorizza, anche l’autoproduzione. “É fantastico, non avrei mai potuto progettare nei tempi e nei budget che mi ero prefissato quello che ho costruito senza l’aiuto della tecnologia” e ricorda la “sua” Berlino (dove ha vissuto e progettato il Museo ebraico), “una delle ultime città costruite a mano, senza aiuti della tecnologia”. Ed è grazie al 3d e ai computer che oggi tutti i progetti, i modelli, i calcoli, le piantine diventano “patrimonio da conservare”.Non ha dubbi sulla forza del design italiano: “É eterno, è il migliore”. E sullo stile dell’Italia: “É un grande brand. Quando qualcosa è progettato in Italia si vede, si vede che ha una storia, che è autentico. Dietro, nasconde un’idea progettuale, una cultura”.E quando il padrone di casa, Valerio Castelli, gli chiede se, forse, questo amore per lo Stivale non sia eccessivo, risponde: “No, non ho vissuto abbastanza in Italia! Lavorando a New York, Singapore, Varsavia, Hong Kong, Berlino ti accorgi che in Italia c’è una naturale tendenza alla perfezione e non è facile, c’è un’attitudine insita al progettare bene”. E non dimentica il bisogno di un futuro più sostenibile perché bisogna “produrre qualcosa che possa resistere per i prossimi 1.000 anni”continua a leggere su Alchimaghttp://www.alchimag.net/portale/2013/02/08/unora-con-daniel-libeskind/
Tags: Alchimag, daniel libeskind, design library, valerio castelli
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