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LA PROFONDITA’ DI CAMPO – TECNICA E TEORIA DELLA FOTOGRAFIA MODERNA – 1 di 4

INTRODUZIONE

Ricevo molte domande sul mio lavoro: la più frequente è quella che propongo qui, come spunto per iniziare il discorso. Se troverò sufficiente riscontro tra i lettori, partiremo da questo tema per sviluppare un vero e proprio manualetto interattivo della videofotografia moderna. Progetto ambizioso? Forse: ma a noi piacciono le sfide vere. Voi fatemi sapere cosa ne pensate. Iniziamo?
Essere o non essere, diceva Amleto. Traslando, prosaicamente ma non senza un poco di pathos: lavorare con una macchina da presa o con una telecamera? Due versanti della stessa montagna, due ambienti affini ma percorsi da differenze anche sostanziali. Da qualunque parte decidiate di attaccare la salita, sempre l’esperienza e la conoscenza saranno le discriminanti per riuscire nell’impresa. Per proseguire senza incidenti dovrete dotarvi di concentrazione, mezzi adatti, umiltà e pazienza. Ma per raggiungere la vetta, per esplorare territori ancora insondati, per fare la differenza, dovrete prima di tutto dimostrare di conoscere a fondo il vostro equipaggiamento. Sapere come usarlo, quando e in quali circostanze. Dovrete sapere distinguere ogni singolo componente della vostra attrezzatura, per evitare che qualcosa ceda all’ultimo, lasciandovi a metà strada, costretti a rinunciare.

La pratica di regia somiglia ad uno sport estremo. Null’altro che la vostra conoscenza vi lega alla meta. Per arrivare, spesso la strada non è battuta: quindi occorre che il percorso risieda prima di tutto nella vostra testa, nella vostra fantasia. Che abbiate il coraggio di immaginare un arrivo possibile.

In questa corsa verso il traguardo, scegliere con cura il vostro mezzo di locomozione è essenziale. Come non si può correre una mille miglia con un gatto delle nevi, così è impossibile portare una spider in vetta e pretendere di tagliare delle piste ancora fresche.
Se la telecamera è di certo il mezzo più agile e duttile per riprendere immagini, è ormai chiaro che solo la macchina da presa può tradurre in modo realistico le atmosfere e le sensazioni che un video deve possedere. La gestione della luce, dei colori, la forza con cui le immagini sono impresse e catturate: tutto concorre alla riuscita del progetto, ogni elemento avvicina a quel traguardo ideale che noi siamo soliti chiamare “immagine definitiva”.

Ma se la gestione di una telecamera è grossomodo semplice, una cinepresa può riservare anche amare sorprese. Le moderne tecnologie reflex/dslr hanno semplificato in parte queste variabili, riducendo le incognite e permettendo sistemi di lavoro più fluidi ed efficaci. Tuttavia ancora molte sono le storture, i bivi, le ambiguità. Tenteremo di risolverle in questa serie di tutorial, partendo dalle più comuni per arrivare alle più complesse.
Questa prima batteria di articoli ha la presunzione di voler spiegare cosa sia la profondità di campo, dunque risolvere una delle questioni più comuni che ci si trova ad affrontare quando si lavora con macchine da presa o con le più moderne reflex digitali (dslr) dotate di ottiche fotografiche o cinematografiche.

Leggi il seguito su: http://www.thomasgraziani.com/articoli-video-dslr-fotografia/la-profondita-di-campo-tecnica-e-teoria-della-fotografia-moderna-1-di-4

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