Suggestiva esposizione nei locali di Cityqpoint della personale di Vincenzo Domanico. La presentazione serale, lo scorso 20 febbraio, suggella in un momento pubblico i tanti apprezzamenti per un’espressione artistica che non perde validità grazie a soggetti, i codici a barre, entrati nella quotidianità di ogni singolo individuo, come nella collettività tutta, compenetrandola.

Una serata speciale, quella organizzata da Cityqpoint lo scorso 20 febbraio per celebrare in un suggestivo incontro con il pubblico l’esposizione di Vincenzo Domanico. Le opere, esposte nei locali di Via Andreoli 20 dallo scorso gennaio e fino al 29 febbraio, si sono prestate all’ammirazione del pubblico in un evento che ha reso possibile lo scambio tra abitanti e commercianti di zona e l’autore.
Dopo oltre un mese di libera esposizione all’interno della location di Bovisa, il vernissage ha voluto celebrare l’acume del pittore attraverso la presentazione dello stesso alle tante persone che nel corso delle settimane si sono avvicinate a questa espressione artistica, incuriosite dal posizionamento eccezionale in vetrina e dai richiami sulle pagine della rivista Nel Quartiere, nuova testata giornalistica incentrata sul cap 20158.
Anticipatore, con le prime opere, di un tema, Bar-code, che sarà culturalmente riconosciuto, Damanico coglie il grande potere comunicativo di un elemento entrato nella vita comune del singolo individuo così come della collettività. Artisticamente innovativa, la formula e i soggetti declinano la modernità in accezioni che imprimono ai concetti trasposti un forte potere evocativo, attraverso giochi di forme, luci e colori.
Fondali monocromatici, linee che infrangono la tavola superando la bidimensionalità della tela, sagaci giochi di significato sono esposti mediante l’apparente semplicità del tratto e dalla componente numerica che accompagna i codici intersecandosi in essi. La ricerca di Damanico raggiunge la massima espressività nelle soggettive, dove ama riprendere gli affetti e descriverli attraverso una personalissima classificazione che non abbandona la formula primigenia, ma non rinunciando a una ricerca spaziale e cromatica intensa e ininterrotta.
Una creatività che riesce con una poetica tutta intima e raccolta a dare un significato altro rispetto a quello pienamente oggettivo del soggetto rappresentato. La componente emotiva non viene spersonalizza pur nell’apparente semplicità del disegno, ma anzi questa si esalta attraverso una comunicazione aperta, dove ogni spettatore può cogliere l’aspetto stilistico o dialogare con l’opera in base alla propria predisposizione a introiettare e astrarre gli elementi fissati dal pennello.

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