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Cosa si definisce Vintage e perché? Troppo spesso si pensa al vintage coem a del semplice antiquariato o ancora peggio a del “robivecchio. Ma non è così, il Vintage racchiude significati e messaggi di un’epoca passata!

Molto spesso ci troviamo di fronte a un oggetto uno stile o una musica e ci sentiamo dire che è – Vintage! – spesso senza riuscire a capire esattamente perché.
Se proviamo a vedere sulla definizione del termine stesso, troviamo che deriva dal francese (di qui la possibilità della doppia pronuncia vintàge in francese da cui deriva il termine e vìntage in inglese che lo ha fatto proprio utilizzandolo al di fuori del suo contesto originale). In francese antico vendenge sta ad indicare il “vino di una certa età e di pregio”, un “vino d’annata”. Il termine vintage viene solitamente utilizzato per indicare oggetti o idee di almeno un ventennio precedente all’attuale. Possiamo quindi considerare il vintage una sottofamiglia affine a quella dell’antiquariato, nel senso che non sono propriamente oggetti ancora antichi, non hanno un particolare valore oggettivo, ma riescono a classificare e identificare il periodo che hanno vissuto. Un paio di pantaloni a zampa di elefante sono vintage non tanto perché erano presenti negli anni 70, ma perché rappresentano la particolare moda nel vestire e soprattutto nel pensare di quel periodo, con il loro stile volutamente trasandato e che desse un taglio netto con tutto quanto era stato classificato “corretto” e opportuno fino a quel tempo, diventando quindi un simbolo.
Se ad esempio prendessimo un Uovo Fabergè, questo sarebbe sicuramente un oggetto di antiquariato e di valore, sia per l’epoca storica che rappresenta (primi del ‘900) sia per il valore economico dell’oggetto dovuto ai materiali utilizzati che per la rappresentazione dell’eccellenza dell’arte orafa. Può piacerci o non piacerci ma ha un valore in quanto tale. Il cubo di Rubik, invece, non è sicuramente un oggetto prezioso e non è neanche sufficientemente “antico” per avere un valore storico, non solo, è ancora disponibile nelle versioni “originali” dei primi anni ’80 in grandi quantità. Ma il cubo di Rubik è maledettamente vintage perché è sicuramente rappresentativo di quegli anni, della voglia di gioco e soprattutto dell’ingresso dell’ingegno umano nella conoscenza comune, con quello in mano sentivamo tutti di avere con noi un pezzo di architettura e alta ingegneria, la possibilità tangibile di giocare con la matematica.
Ma allora se dipende tutto dal trascorrere del tempo, perché la 500 è vintage, il Maggiolino è vintage ma l’Arna non lo è? Qualcuno potrebbe pensare che c’entri l’estetica, il bello. È noto che l’Arna fu definita l’auto più brutta mai prodotta, ma non è la bellezza a decretare l’appellativo di vintage ad un prodotto, infatti la Renault 4 o la fiat 127 non sono campioni di bellezza eppure sono vintage, la golf è sicuramente stata una delle macchine più belle ed apprezzate dal mercato eppure non è da considerarsi vintage. Per essere vintage abbiamo bisogno della caratteristica principale che è quella di avere avuto uno stile, ed averlo definito diventandone un’icona. Se ad esempio pensiamo ad un aperitivo, a molti viene ancora in mente il Campari Soda, con la sua caratteristica bottiglia a forma di flute rovesciato che dal 1932 è fedele a se stesso, e nonostante la moda dell’happy hour e dello spritz, riesce ad avere una sua identità e stile. Quando nel 1954 Leo Fender mise in produzione la Statocaster, non era consapevole che stava creando una chitarra leggenda che sarebbe stata utilizzata da tutti i migliori chitarristi della scena musicle, ma la sua innovazione come ad esempio la leva del vibrato inserita per la prima volta, ha fatto si che diventasse un’icona seguita e ammirata da chiunque, anche chi non sa suonare ma sa sentire la differenza tra prima e dopo la Stratocaster.
Quindi il vintage è moda, ma soprattutto stile, un segno distintivo che vuol essere proprio, senza andare a cercare delle definizioni a tutti i costi, ma cercando di essere prima di tutto fuori dagli schemi contemporanei per illustrare quello che siamo diventati partendo da quello che un tempo era una visione futura di un modo di voler vivere e interpretare il futuro. Il vintage è ciò che ci dice chi eravamo e dove volevamo andare, e ci permette di giudicare se ci siamo arrivati davvero. Quando guardiamo una Fiat 500 vediamo si una macchina, ma non una macchina qualsiasi, una macchina che ha accompagnato un’intera generazione, che ha permesso a tante persone di potersi sentire al passo con i tempi e moderno. In maniera analoga una vespa o una lambretta non è un’icona di stile perche è apparsa in tanti film o in tante foto, ma è apparsa in tante foto perché ha identificato una generazione che cercava nelle due ruote, e soprattutto quelle due ruote, una rottura, in quel particolare periodo storico, con il passato.

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