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Edoardo Salzano, professione urbanista. Una vita da intellettuale comunista, un cattolico laico che vive la politica come attivazione morale e che ha difeso, come amministratore, l’urbanistica dall’assalto di una politica senza più etica. Dal 2003, dopo aver redatto piani regolatori in tutta Italia e dopo aver insegnato all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia per oltre due decenni, Salzano dedica la sua vita alla divulgazione di un’urbanistica del piano, soprattutto attraverso eddyburg.it, dove vengono lanciate anche campagne contro lo sfruttamento del suolo e il consumo dello spazio pubblico. Oggi, dopo il significativo contributo del 2007 con la pubblicazione di Ma dove vivi? La città raccontata – Editore Corte del Fontego, 2007 – ottuagenario ci lascia le sue Memorie di un Urbanista – Editore Corte del Fontego, 2010 – per ricominciare con nuovo slancio l’impegno della vita, è stato appena eletto presidente della Rete dei comitati e delle associazioni per la difesa del territorio e dell’ambiente del Veneto. Lo hanno spesso etichettato quale illuminista giacobino insomma un ispiratore, in urbanistica, del Regime del Terrore – ma per dirla con Michel Foucault – Il terrore non esiste solo quando alcune persone comandano altre e le fanno tremare, ma regna quando anche coloro che comandano tremano, perché sanno di essere presi a loro volta, come quelli su cui esercitano il potere, nel sistema generale dell’obbedienza. A questo proposito vi invitiamo a leggere un illuminante articolo del 1992 Affari & Urbanistica. Gli strumenti urbanistici di Tangentopoli che ci racconta una storia attualissima dell’urbanistica italiana, un attraversamento guidato nell’Italia da prima delle “mani sulla città” allo “svillettamento” padano; dalla proposta di legge Sullo alla urbanistica contrattata; dall’idea di piano agli immobiliaristi, al pari del suo ultimo saggio Memorie di un Urbanista. Ma chi è Edoardo Salzano, è un uomo che pensa il mestiere dell’urbanista come quello del diplomatico, non ammette l’esistenza di interessi privati. Ha un’idea precisa: la città, le decisioni sulle trasformazioni territoriali vanno sottoposte a processi decisionali pubblici. La stessa idea della pianificazione urbanistica è evaporata. Se l’ambiente continua a essere propizio al maturare di una nuova Tangentopoli e al suo rapido diffondersi, artificialmente costruito mediante la delegittimazione dell’urbanistica, lo svuotamento della pianificazione e la demolizione delle leggi della politica fondiaria. Occorre in primo luogo – il vulnus del pensiero di Salzano – che la pianificazione territoriale e urbana diventi il metodo generale che la pubblica amministrazione adotti, a tutti i livelli (comunale, provinciale e metropolitano, regionale, nazionale) per decidere quantità, qualità e localizzazione degli interventi sul territorio, secondo procedure trasparenti.
Professor Salzano che cos’è oggi la città? Che cosa sta diventando? Intanto bisognerebbe chiedersi che cos’è la città, perché ci sono diversi punti di vista possibili e varie definizioni. La città come nelle statistiche internazionali può essere un certo aggregato di popolazione, applicazioni, attività, quindi, è città tutto quello che supera una certa densità, intensità di relazioni interne, rispetto alle relazioni con l’esterno, che supera un aggregato di case, di abitanti e di negozi. Oppure città può essere qualcosa di diverso, cioè quello che la civiltà europea ha inventato e poi costruito. Una città come un organismo che funziona unitariamente, che di per sé è un oggetto dinamico ma concluso, che ha una struttura riconoscibile e distinguibile da un’altra nell’ambito della quale valgono determinate regole di convivenza, di accoglienza, di organizzazione dello spazio, di un primato del collettivo sull’individuale, organizzazione finalizzata agli interessi comuni di tutti gli abitanti. È città Babilonia ed è città Atene, Creta, Edimburgo. Ma sono la stessa cosa? Secondo me no. C’è una città della tradizione europea il cui significato più profondo è la piazza come luogo aperto al pubblico. Tutti si incontrano, tutti hanno parità di diritti. E c’è poi appunto la città che si espande sul territorio senza distinzioni. Questo è un modello che ormai raccoglie più della metà degli abitanti del pianeta ed è una città destinata a trionfare. Se intendiamo città quella che c’è nella tradizione europea, quella è una città a rischio per una serie di eventi complessi che non incominciano ieri, ma che in molti anni e in molti decenni hanno avuto una forte accelerazione.
Chi e cosa minacciano la città? Quale potrebbe essere un’esplosione di conflitti?Privatizzazione, prevalenza degli interessi individuali sugli interessi comuni, prevalenza della sicurezza sull’accoglienza, prevalenza dell’artificiale sul naturale. Anche se la natura è conservata e protetta là dove serve a chi può permettersela e per il resto chi se ne frega.Il rischio è la sostituzione del cliente al cittadino, dello spazio privato allo spazio pubblico, la sostituzione del luogo dove si entra solo per comprare alla piazza, al luogo aperto a tutti.
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Tags: edoardo, housing, salzano, sociale, urbanistica
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