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Ristrutturazioni edili: il tema di fisco e credito

A margine di un convegno sugli incentivi per le ristrutturazioni edili per effetto del D.L. 63/2013, tenutosi a Lecce il 17 dicembre, abbiamo intervistato due esperti in grado di chiarire due tra i punti più significativi legati al tema delle ristrutturazioni: quello sugli incentivi fiscali legati a questi interventi di riqualificazione e quello legato all’accesso al credito. Come è noto, il settore dell’edilizia è in grado di fornire un contributo fondamentale alla ripresa dell’economia. Ecco quali sono le procedure più corrette per cogliere le opportunità che il Legislatore e il mercato ci offorno, secondo la D.ssa Paola Martina, Dottore Commercialista e Revisore dei Conti a Lecce e il Dott. Andrea Candido, Direttore Centrale Crediti della Banca Popolare Pugliese.
Intervista alla commercialista Paola Martina:
Quali sono le novità introdotte dal D.L. 63/2013 con riferimento alle agevolazioni fiscali sulle ristrutturazioni edilizie? “Chiariamo intanto che le detrazione fiscali Irpef sulle spese di recupero del patrimonio edilizio residenziale sono state introdotte a partire dall’anno 1998, subendo nel corso di questi anni una serie di proroghe, modifiche e integrazioni, fino a divenire, per effetto del D.L. 201/2011, una detrazione fiscale permanente, pari al 36% delle spese sostenute su un tetto max di spesa di € 48.000 per ogni immobile. Il Decreto Legge oggetto di questo convegno, oltre a prorogare a tutto il 2013 gli incentivi fiscali, ha innalzato sia la quota della detrazione (portandola al 50% delle spese), sia il maggior limite di spesa (pari a € 96.000,00 per unità immobiliare). Il decreto citato ha inoltre previsto una detrazione del 65% delle spese sostenute per interventi antisismici, in determinate zone ad alta pericolostità, sulle unità immobiliari destinate ad abitazioni e ad attività produttive. Questa agevolazione da calcolare sempre su un tetto massimo di spesa di € 96.000,00 ad immobile, può essere sfruttata da soggetti passivi Irpef ed Irpeg. Ed ha ancora previsto un’ulteriore detrazione del 50%, su un tetto max di spesa di € 10.000,00, delle spese sostenute per l’acquisto di mobili nuovi e grandi elettrodomestici da destinare agli immobili oggetto di alcuni interventi di recupero edilizio”.
Chi beneficia dell’incentivo? “Possono beneficiare di questa agevolazione tutti i soggetti passivi Irpef, residenti o meno nel territorio dello Stato che detengono o posseggono l’immobile oggetto di intervento e che sostengono effettivamente la spesa. Parliamo quindi dei proprietari, nudi proprietari, familiari o conviventi “more uxorio” col proprietario, ma anche di usufruttuari, locatari e comodatari. Ci sono poi una serie di casi particolari che richiederebbero un approfondimento troppo specifico”.
Ci dica allora, d.ssa Martina, quali sono gli interventi sugli immobili effettivamente agevolabili ? “Per rispondere faccio riferimento al comma 1 dell’art. 16bis del TUIR (al quale comunque rimando per un elenco esaustivo), il quale indica come agevolabili, gli interventi di manutenzione straordinaria, di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia, effettuati sulle singole unità immobiliari residenziali o rurali di qualsiasi categoria catastale, ma anche sulle parti comuni degli edifici residenziali. Sulle parti comuni degli edifici residenziali sono ammesse anche le spese di manutenzione ordinaria. Sono poi agevolabili gli interventi per il ripristino di immobili danneggiati da eventi calamitosi, gli acquisti o la realizzazione di box o di posti auto anche a proprietà comune, gli interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche, per il risparmio energetico, antisismici, di cablatura, per il contenimento dell’inquinamento acustico, di bonifica dell’amianto e altro ancora”.
La procedura per accedere all’agevolazione è molto complessa? “Certamente ci sono una serie di adempimenti richiesti che vanno rigorosamente rispettati, anche se rispetto al passato sono stati significativamente semplificati grazie al DL70/2011. Resta ancora l’obbligo, nei casi previsti, della comunicazione all’ASL competente, dei pagamenti a mezzo bonifico e della ritenuta che Banche e Poste devono effettuare sui bonifici, oltre che della conservazione di tutta la documentazione”.
Intervista al Direttore Centrale della Banca Popolare Pugliese Andrea Candido:
Abbiamo ascoltato dai relatori che l’hanno preceduta, che il D.L. 63/2013 ha introdotto notevoli incentivi alle ristrutturazioni edilizie. Qual è il ruolo del sistema creditizio in questo contesto? “Si tratta di un ruolo fondamentale al quale, peraltro, la nostra Banca sta assolvendo con grande impegno e con risultati significativi; in controtendenza rispetto al sistema creditizio nazionale. A tal proposito, mi lasci fornire qualche dato: il Barometro CRIF, l’osservatorio mensile che analizza l’andamento della domanda di mutui in Italia, ha certificato il quinto aumento consecutivo nel mese di novembre. Le richieste di mutuo sono infatti aumentate del 7,6% rispetto allo stesso mese del 2012. La crescita della domanda, dopo il dato incerto di ottobre, che ha segnato un misero +1,2%, sembra quindi consolidarsi. A fronte di questo fabbisogno, il sistema creditizio nazionale, risponde con una contrazione dei finanziamenti ai privati dell’1,6% rispetto al 2012. La Banca Popolare Pugliese, sullo stesso segmento di clientela (i privati, e dunque, le famiglie) fa registrare un +4,80%. E quindi non un calo, ma un deciso incremento”.
Nella sua relazione ha accennato all'”ossimoro del credito”. Di cosa si tratta e quali sono ricette per superarlo. “Il sistema del credito sta affrontando delle gravi difficoltà nel suo contesto complessivo: da una parte i Clienti sostengono di voler accedere al credito, che però le Banche non concedono. Dall’altra le Banche vorrebbero incrementare gli impieghi, ma la domanda scarseggia. L’intento della nostra Banca è sempre quello di sostenere il credito, incoraggiando con decisione la Clientela che ha i requisiti per accedervi, mediante azioni e stimoli commerciali, mirati ad un indebitamento oculato da parte della Clientela, salvaguardando al contempo, la qualità del credito e del rischio che ne consegue. La parola d’ordine per la concessione del credito è una soltanto: “qualità”. Il credito concesso deve essere sempre sotto controllo, sia con un’adeguata selezione ex ante, che con un’oculata gestione durante tutto il ciclo di vita”.
Come si può allora concretamente incoraggiare la domanda di credito? “Il credito (di qualità) si incentiva in primo luogo attraverso la creazione di prodotti finanziari allineati alle esigenze del momento e con pricing adeguato al mercato. In questa logica, sin dal febbraio 2013 proponiamo alla Clientela una tipologia di finanziamento che prevede condizioni economiche vantaggiose che si affiancano alle agevolazioni fiscali previste per gli interventi di ristrutturazione. Abbiamo concepito un prodotto semplice ed economico per il cliente, con dilazioni di pagamento anche fino a 20 anni. Un altro ruolo decisivo ce l’ha il sistema distributivo di questi prodotti, con particolare riferimento alla qualità della consulenza e alla specializzazione del personale di Filiale e degli Agenti in attività finanziaria”.

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