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La fotografia minimalista di Hiroshi Sugimoto

In tutto 54 lotti quasi tutti molto importanti per la loro grande qualità estetica e artistica, eseguiti da artisti che da tempo vengono molto apprezzati nel sistema economico-artistico.
Tra i vari pezzi che sono stati presentati al pubblico in sala, si sono messi in luce scatti di grandi artisti che hanno segnato l’evolversi della fotografia internazionale. Tra questi ricordiamo ad esempio “Untitles (Snake Powder) di Adam Fuss che da una stima iniziale compresa tra i 50 e i 70 mila dollari, è stato aggiudicato per 50 mila dollari oppure “Still Life (Candle)” di Louise Lawler, che da una valutazione di 25-35 mila dollari, è stato aggiudicato per 50 mila dollari.

Ma tra i 54 lotti proposti dalla Christie’s, il vero protagonista della vendita newyorchese è stato Hiroshi Sugimoto, fotografo di origini nipponiche, riconosciuto a livello internazionale. Infatti l’opera “Seascapes, 1987-1993” da una stima compresa tra i 100 e i 150 mila dollari, è stato acquistato per 110.500 dollari. Si tratta di tre gelatin silver prints provenienti dalla prestigiosa Sonnabend Gallery di New York che affrontano un tema caro all’artista: il mare.

Infatti nella serie “Seascapes”, Hiroshi Sugimoto insiste per diversi anni sullo stesso soggetto, magari elaborando minime variazioni. In questa serie, le onde del mare gli si offrono come un paesaggio che, pur essendo in continuo movimento, resta invariato nei secoli, “l’ultima visione che possiamo condividere con gli antichi”, un naturale pretesto per una rappresentazione che tenda al “classicismo”.

Come dice Francesco Bonami: “Il lavoro di Sugimoto è una ricerca dentro le origini della Storia, sia questa la storia zoologica della terra che quella delle azioni umane, vista, simbolicamente, attraverso lo scorrere del tempo dentro la lente della macchina fotografica e utilizzando la pellicola come superficie della memoria.

Hiroshi Sugimoto è uno dei più affascinanti fotografi d’arte contemporanei. Ha lavorato ai suoi cicli di fotografie per più di trent’anni. Le sue foto in bianco e nero sono studi composti in silenzio, colmi di chiarezza e vuoto. Nella sua opera unisce l’estetica del lontano oriente dalle influenze artistiche derivate dall’arte moderna occidentale. “Non sono un cacciatore” – dice lo stesso artista – “ho le foto già pronte nella mia testa e devo solo uscire per poi concretizzare queste idee”.

Sugimoto è nato nel 1948 in Giappone dove ha compiuto studi di economia e politica ma, non avendo alcun interesse per alcun tipo di vita professionale tradizionale, nel 1970 si trasferì in California seguendo corsi all’Art Centre College. Una volta finiti gli studi, aprirà due studi: uno a New York e l’altro in Giappone.
La sua formazione artistica, dunque, avviene, negli Stati Uniti, in un momento in cui l’Arte Concettuale e il Minimalismo dominano la scena e avranno una decisiva influenza sullo stesso artista giapponese. Interessati a tali poetiche, Sugimoto recupera alcuni motivi ricorrenti nelle opere di Carl Andre o Dan Flavin come le forme rettangolari, il bianco, la luce come materiale artistico, rivisitandoli con l’uso della fotografia.

Fin dai suoi esordi, Sugimoto rivela un’attenzione formale per i propri lavori, il desiderio di combinare l’arte concettuale con la seduzione estetica, pur continuando a pensare la fotografia come un mero strumento per tradurre le proprie idee in un segno visivo.
“Ritengo, però, che i concetti più profondi possano esprimersi solo con l’ausilio di una tecnica ben padroneggiata”. Sugimoto, con simili dichiarazioni, sembra volere arginare una possibile deriva dell’arte verso il privilegio del concetto a discapito delle soluzioni formali.

Sugimoto sembra sempre cercate delle immagini il cui nitore e la cui bellezza non possano essere scalfiti dal passare del tempo o da dettagli. La sua ricerca tende al “classico” perchè ha di mira rappresentazioni che rivelino un’essenza immutabile, non condizionata dalla contingenza, come l’artista giapponese sembra confermare anche nel confrontarsi con il genere del ritratto.

Sugimoto è un’artista molto apprezzato nel mercato dell’arte. Dal 1995 a oggi sono ben 643 i passaggi in asta, con una percentuale di venduto pari al 91%. Il suo top price risale al 16 maggio 2007 da Christie’s New York, quando l’opera “Black Sea, Ozuluce; Yellow Sea, Cheju; Red Sea, Safaga” (trittico2, venne aggiudicato per 1.888.000 dollari, al doppio della stima.
Solitmante nelle gallerie, gli scatti di Sugimoto hanno prezzi alquanto importanti. Ad esempio un cm 50×60 è quotato intorno ai 20 mila dollari, mentre i formati più grandi salgono fino a 80-90 mila dollari. Insomma gli scambi commerciali di questo artista minimalista giapponese sono molto vivaci, soprattutto a Tokyo e in Usa, registrano un successo notevole e costante.

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