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ANNA BOLENA SOPRAVVISSUTA ALLA FORCA?

Quante volte, sfogliando i libri di Storia, vi siete domandati come sarebbe stato il mondo, che cosa sarebbe cambiato se un personaggio di una data epoca fosse sopravvissuto? Se una persona, condannata a morte fosse riuscita in qualche modo, con vari stratagemmi, a salvarsi la vita, magari a scapito di altri? A volte le cose avrebbero potuto andar bene, se la persona avesse avuto un’indole buona: si sarebbe salvata, magari tramandando la storia della sua famiglia o vivendo la vita che aveva sempre desiderato, se fosse stata una persona di sangue blu, oppure avrebbe continuato i suoi folli sogni per conquistare il mondo o un’ideale guerresco tipico della sua natura. Insomma, chissà come sarebbe stato il mondo se queste persone fossero ruscite a non morire, a vivere escogitando piani, o sfruttando la sola fortuna per l’occasione e sperando per il meglio, alla fine riuscendo ad ingannare tutti, persino le persone più vicine a loro. Chissà cosa sarebbe il mondo e che cosa sarebbe stato di loro se la loro data di morte fosse diversa da quella conosciuta dalla Storia. Anna Bolena, ad esempio, aveva un sesto dito. In molti lo sanno, altri lo ignorano. E allora? Un tempo non era per nulla un affare di poco conto, anzi avere un sesto dito, o altri segni distintivi come nei scuri sul corpo, i capelli rossi, una voglia, essere albini (le persone con pelle e occhi chiarissimi, quasi bianchi) conoscere le proprietà terapeutiche e curative delle erbe selvatiche (tutte caratteristiche ben catalogate dall’Inquisizione) erano segni che per la tradizione popolare volevano dire che si aveva a che fare con una strega. Anna “Nan” Bolena, come veniva familiarmente chiamata, non aveva in realtà un vero e proprio sesto dito del tutto sviluppato, ma una sorta di escrescenza che doveva trasformarsi in un sesto dito, un pezzetto di carne con un’inizio d’unghia che rimase sempre tale per tutta la sua breve vita, comunque si trattava di un dito in più, anche se non sviluppato compiutamente. Ad ogni modo Anna Bolena, ben consapevole delle dicerie che circolavano da sempre sulle streghe, fin da bambina aveva cura di indossare maniche lunghe e nascondere così il suo segreto, tanto che pochissime persone, a parte i familiari e, in seguito, il marito re Enrico VIII, lo videro. Quasi nessuno se ne accorse e proprio questo paricolare la aiutò a salvarsi dal boia, a sopravvivere. Lo ipotizzo nel mio libro “Sopravvissuti” partendo proprio dalle storie reali di personaggi storici, tutti personaggi appartenenti ad epoche e Paesi differenti, con un’indole buona o malvagia e in seguito immaginando come avrebbero potuto appunto salvarsi dalla forca e sopravvivere per alcuni anni, decenni o anche secoli nel caso della contessa Bathory, secondo alcuni la vera “Dracula”, una donna vampiro anch’essa realmente esistita, convinta di vivere in eterno e mantenere giovinezza e bellezza grazie al sangue delle giovani fanciulle che attirava con l’inganno nel suo castello.


Scoprite tutto, anche riguardo gli altri personaggi, sul blog del libro:

http://annabolenaealtrisopravvissuti.blogspot.it/

sul sito di Youcanprint (sezione narrativa) potete leggere anche un’anteprima gratuita di uno dei racconti.

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