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Febea riceve il Premio Anassilaos Mimosa 2010

Lunedì 8 marzo alle ore 17:30 presso l’Aula magna dell’Università per la terza età di Reggio calabria si terrà la cerimonia di consegna del Premio Anassilaos Mimosa 2010.

Un appuntamento annuale, promosso dall’associazione culturale Anassilaos, sezione ‘Emanuela Loi’, giunto ormai alla XV edizione, che si propone di segnalare il contributo determinante che le donne apportano ed hanno apportato, in Calabria e in tutta Italia, nei diversi campi del vivere sociale.

Il premio, consistente in una targa artistica in vetro fusione del giovane artista AntonClaudio Pizzimenti, verrà attribuito, infatti, alle illustri personalità ‘al femminile’ del mondo del lavoro, pubblico e privato, della scuola, dell’associazionismo, delle arti, della cultura e della letteratura in particolare.

Proprio in quest’ambito, per la sezione ‘saggistica’, verrà premiata l’autrice Marina Crisafi per il saggio ‘Febea’ edito da Laruffa Editore nel 2009: una raccolta di miti, misteri e leggende della provincia di Reggio Calabria che rappresenta un atto d’amore verso la città ed un prezioso documento culturale.

 

Le leggende: “aromi e fiori della storia”, indistruttibili, sosteneva Corrado Alvaro. Fonti perenni di conoscenza e infinite fascinazioni presso tutti i popoli della terra.

Reggio Calabria ha tessuto il suo percorso millenario di storie commoventi, intriganti, terrificanti o sagge, capaci di catturare ancora, attraverso i secoli, chi le ascolta. Marina Crisafi, dopo un’accurata ricerca, ha deciso di farne un libro, “Febea – Miti, misteri e leggende di Reggio Calabria e dintorni”, la sua prima opera narrativa, atto d’amore verso la città e prezioso documento culturale.

 “Febea”, per i tipi di Laruffa Editore, è un viaggio nell’immaginario popolare, in quel misto di fantasia e realtà che, per numerose generazioni, ha costituito l’humus socio-culturale del territorio. Un passato non scritto, come sottolinea la Crisafi, ma tramandato spesso in forma orale e ora qui raccolto in racconti per un ideale ritorno alle radici. La fata Morgana, i “fudditti”, Colapesce, Scilla e Cariddi, le Caldaie del Latte, tasselli di una Reggio Calabria vista attraverso il mito: dal periodo magno-greco a quello romano, dall’età medievale alla dominazione spagnola. Luoghi dalla bellezza selvaggia e ammaliante fanno da scenario per eroi, cavalieri, popolani e pure streghe, fate e fantasmi.

Il mare dello Stretto, le pietre, gli immensi dolmen disseminati sul territorio, e la montagna aspra e sconfinata, incorniciano il passaggio di santi, diavoli, briganti, pirati, racchiudendo, come in uno scrigno, momenti gloriosi della storia reggina che vengono narrati dalla voce calda e diretta degli stessi protagonisti facendo respirare al lettore le atmosfere magiche del tempo, affascinandolo, avvincendolo.

La narrazione si apre con il mito della fondazione, vaticinato dall’oracolo di Delfi, e si conclude con la leggenda dei cavalieri spagnoli che diedero origine alle mafie, cui l’autrice fa seguire un buon auspicio: «che un giorno anche la ‘ndrangheta diventi una leggenda che le nuove generazioni potranno raccontare affermando “c’era una volta e oggi non c’è più”».

 

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