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“Le Fredde Stagioni del Cuore” riscalderà il prossimo inverno

COMUNICATO STAMPA“Le fredde stagioni del cuore” riscalderà il prossimo inverno“La vita può essere cattiva, può lasciarti credere cose che non ti darà mai, farti assaggiare frutti golosi che non ti farà mai mangiare, e tu, ingenuo, asseconderai le sue lusinghe. Giochi le carte, che ti mette in mano, con la certezza di vincere, ma quando le butti sul tavolo ti accorgi che hai perso la mano. Ti rimane solo sperare di non avere puntato troppo su quel giro , perché se lo avessi fatto la tua delusione sarebbe terribile, tale da non permetterti più di giocare….”“Le fredde stagioni del cuore”, scritto da Anna M. Scuderi, racconta con delicata sensibilità, storie di umani sentimenti (amore, solitudine, gelosia, nostalgia) che si intrecciano nella vita quotidiana dei protagonisti, generando passioni e delusioni, che porteranno però alla rinascita.Ne viene fuori una “morale”, seppure a volte borghese, sentita e vissuta dai protagonisti con autentica sincerità.I racconti, editi on line, che è possibile trovare seguendo il seguente link http://www.lulu.com/content/libro-a-copertina-morbida/le-fredde-stagioni-del-cuore/9252651 , si leggono volentieri, tutti d’un fiato, facendo rivivere al lettore sentimenti sopiti nei propri ricordi.Se ne riporta un piccolo brano a dimostrazione di uno stile di scrittura scorrevole e immediata: “Si guardò le scarpe, erano vecchie e sgorbie. Pensò che doveva acquistarne di nuove. Guardare quelle della gente era una sua fissazione. Non sapeva spiegarsene il motivo, ma era come se così riuscisse a conoscere di più gli altri.Le sue ad esempio raccontavano un lungo percorrere di strade, la sofferenza di piedi stanchi.Ebbe la sensazione che tutti gli sguardi dei passeggeri di quel tram fossero rivolti ai suoi stivaletti e si accorgessero di quanto consunti fossero. D’istinto tirò indietro i piedi, sotto il sedile.Sorrise.Eppure quelle sue scarpe vecchie non corrispondevano al suo attuale stato d’animo. Adesso si sentiva serena. Non felice, no, solo serena. Sapeva che la sua vita sarebbe continuata senza grandi entusiasmi, né emozioni, ma che non ci sarebbero stati neppure grandi dolori. Che strana sensazione! Pensò. Era come se conoscesse il suo destino. Aveva la certezza che certe cose non le sarebbero mai più capitate e che altre le avrebbe accettate, fatte sue, perché questo era quello che doveva succedere. Il tram si era intanto fermato e la gente si accalcava all’entrata per salire, cercando con avidità un posto in cui sedersi. Una ragazzina minuta la colpì, era rimasta pigiata tra due omoni che si affrettavano a salire. Era vestita come in altri tempi. Una gonna azzurrina sotto il ginocchio a pieghe larghe dava un po’ di spessore alla sua esile corporatura, mentre una camicia bianca ricamata, quasi a contrasto, marcava le ossa del suo torace. Dopo appena qualche minuto riuscì a districarsi dai due uomini ed a salire. Mise le mani nella piccola borsettina tenuta a tracollo e vi estrasse fuori un biglietto nuovo di zecca, poi noncurante della folla che continuava a spingerla rimase immobile a guardare fuori dal finestrino. Aveva qualcosa di familiare, chissà cosa? Chiuse gli occhi e cerco nella sua mente. Delle immagini sfocate risalirono alla sua memoria, ma erano troppo confuse per riconoscerle. A volte le succedeva. Rivedere d’improvviso delle immagini e non …..”

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