Hai fatto domanda? Ma non è detto che ti rispondano… La risposta è dentro di te, epperò è sbagliata.
Ma che domande fai? In latino, giusto per usare una lingua morta, si dice quaestio, percuntatio, quaesitum, postulatio, rogatio, flagitatio… In quanti modi posso porre una domanda? Gli spagnoli la aprono e la chiudono, utilizzando il punto interrogativo al rovescio e poi al dritto. Così non sbagli l’intonazione della lettura.
La funzione fàtica. Roman Jakobson ne ha individuate sei nel linguaggio. La fàtica consiste nel controllo del canale di comunicazione attraverso espressione mirate, domande, spesso. Per esempio il “Pronto?” quando si risponde al telefono. Poniamo subito una domanda per instaurare la comunicazione, anche se oggi, con i numeri e i nomi che appaiono sul display del cellulare, identifichiamo chi ci chiama e non gli chiediamo nulla.
Chiedere è anche fatìca (l’accento si sposta, cambia il senso). Devo chiedere informazioni, devo chiedere al commercialista, all’agenzia di viaggio, devo chiedere il permesso, un prestito, una proroga, una scadenza, un parere… Circondati da domande, agiamo in base alla domandae in qualche modo rispondiamo. Perchè non è scontato che ad ogni dubbio sia palesata una risposta. Allora le nostre domande restano sospese, affastelliamo punti interrogativi che non si sciolgono, restano lì intrecciati a danzare come code di gatti. Quesiti dei quali non troviamo il senso, eppure ce li poniamo, perchè è la curiosità che spinge l’uomo a chiedere, la sua ansia di conoscenza, la sua vorace sete di apprendere l’ignoto. Perchè? Perchè? Perchè? Il bambinetto treenne che ti tortura con la nenia delle domande dovrebbe essere un fenomeno comprensibile, non solo tedioso, dato che la sua fame è anche la tua, ma in altre forme. Abbiamo persino necessità della domanda retorica; incalza, crea ritmo, suspence, innervosisce un po’ e…non chiarisce, visto che conosciamo già la risposta. Eppure gli oratori antichi, i moderni parlatori, gli avvocati ed i politici ne fanno uso.
Prendiamo atto del dubbio quotidiano, ma cerchiamo pure le risposte, senza la certezza di trovarle, ma con una spinta costante alla ricerca.
“Intellexistisne?”
Sempre in latino significa “Avete capito?”. In terzo liceo la Prof. Gabriellina Rossi ci provocava, facendo leva sulla nostra ignoranza; domandava, lasciava le nostre bocche disarmate e neppure si aspettava una risposta. Ho imparato la lezione, di lì a poco, circondandomi di proficui interrogativi, dal risvolto conoscitivo in vari settori. O almeno ci ho provato. E non smetto. Come potrei?
 
 
per PHOLIO, Veronica Menconi
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