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Gli amplificatori acustici secondo i maya e i peruviani

La musica a partire soprattutto dagli anni ’80 è entrata a far parte della nostra vita quotidiana, grazie a strumenti sia portatili che fissi: lettori CD, lettori mp3, stereo, amplificatori, subwoofer, hi fi, dock station sono i maggiori strumenti che ci hanno permesso negli ultimi decenni di far diventare la musica parte della nostra vita quotidiana.

Una recente scoperta degli archeologi ha mostrato la possibilità che gli antichi americani avessero intuito già nella loro epoca, come realizzare l’effetto amplificatore dell’audio; avrebbero infatti trasformato gli edifici – non si sa ancora se in maniera volontaria o meno- in enorme casse acustiche, attraverso le quali ottenevano degli effetti di disorientamento del pubblico e di distorsione dei suoni.

Nella città maya di Palenque ad esempio, nel Messico centrale, esiste un complesso di piazze e templi risalenti circa al 600 d.C., che si è scoperto avere caratteristiche architettoniche adatte alla diffusione della voce umana e dei suoni; il rinvenimento all’interno di questi edifici di numerosi strumenti musicali, fa pensare alla possibilità che i templi fossero utilizzati come una specie di sistema unplugged che rendeva possibile la diffusione dei suoni a distanze considerevoli.

La scoperta ha davvero dell’incredibile, considerando che popolazioni così antiche riuscivano già a produrre- a loro modo- delle soluzioni audio e sistemi di amplificazione, che si possono considerare quindi come progenitori dei sistemi progettati da moderne aziende come ad esempio finesoundsgroup.com.

Gli edifici, quindi veri e propri amplificatori architettonici, vennero resi successivamente più performanti grazie all’applicazione di rivestimenti in stucco, che ha modificato l’assorbimento del suono e la riflessione. Con molta probabilità in occasione delle numerose cerimonie pubbliche per la celebrazione di divinità, nascite di aristocratici, incoronazioni e festeggiamenti di guerra, i sacerdoti ed i suonatori salivano nei templi- o si posizionavano in apposite stanze- e da lì diffondevano canti, preghiere e musica nelle strade delle città, udibili chiaramente ad almeno un centinaio di metri di distanza.

Anche nel Sudamerica e precisamente nelle Ande peruviane, è stato scoperto un complesso di corridoi che potrebbe essere stato progettato sia che per amplificare il suono, che per confondere la mente. Sotto il centro cerimoniale preincaico Chavín de Huántar, risalente a oltre 3.000 anni fa, esiste infatti un complesso di stanze e corridoi sotterranei, collegati da condotti d’aria, lungo più di un chilometro; i ricercatori si sono accorti che le gallerie restituivano strani effetti sonori sia con la voce umana che con i suoni degli strumenti musicali. La voce cambia man a mano che si procede ed in alcuni spazi il rimbalzo del suono e l’effetto eco è talmente rapido che sembra provenire da più direzioni contemporaneamente.

La resa acustica è così particolare che i ricercatori ipotizzano che in questo caso l’amplificazione acustica sia stata realizzata con il preciso scopo di disorientare chi entrava, anche perché si ipotizza che venissero usate anche sostanze psicoattive contenute nei cactus San Pedro. Nei labirinti infatti sono state rinvenute anche sculture di pietra raffiguranti persone, che sotto l’effetto di droghe si trasformano in divinità animali.

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