No Banner to display

Article Marketing

article marketing & press release

Tlr Jazz: Ari Hoening sbarca al Lauro Rossi con il suo Punkbop

Ari Hoening and Punkbop
Mai formula fu più azzeccata.Ari Hoening e il suo trio fanno Punkbop, commistione di sonorità punk, dure, di forte impatto sonoro e bebop, dissonanze, scale ridotte e aumentate, riproposizione del tema in chiusura di melodia. La Grande Mela newyorkese si è affacciata ieri sul palcoscenico del Lauro Rossi di Macerata e lo ha fatto per la seconda serata del Tlr Jazz, con lo stile unico di uno dei più grandi batteristi jazz contemporanei. La band è costretta a lasciare a casa uno dei suoi componenti, il contrabbassista Danton Boller bloccato per problemi con il passaporto. Le Marche dal canto loro offrono uno dei migliori contrabbassisti del territorio, Gabriele Pesaresi che in grande stile, interagisce ottimamente con il trio americano. La musica di Ari Hoening e la sua band è una ventata di nights club e strade di periferia, di alcol fino a notte inoltrata e influneze multietniche cui, (oso? Si, oso) si intravedono venature hiphop, stratificazioni sonore di infanzie cresciute e rielaborate.
Semplicemente osservando gli strumenti sul palco prima ancora dell’arrivo dei musicisti solitamente si ha una impressione di quello che potrà essere lo stile musicale. Chitarra acustica e sax a creare la melodia, mentre la parte ritmica viene affidata a contrabbasso e batteria. Quest’ultima poi si presenta in una forma piuttosto basilare: grancassa, timpano, rullante e tom-tom, charleston, ride e crash. Ma quest’impressione è solo un’ipotesi e l’ipotesi esiste per essere smentita. La batteria infatti non ha solo la personalità di un grande strumento ritmico in grado di dare esplosioni di potenza simili a botti di fine anno. Non è esibizione magistrale di assoli roboanti. Ari Hoening è in grado di renderla strumento puro, di dettare esattamente come uno strumento armonico i passaggi, le arie e le impressioni della melodia. Gli altri la accompagnano con grande maestria, si ritagliano i propri spazi ma che dire, la punta di diamante è la batteria. La nota melodica iniziale si perde, si trasforma, arieggia e poi torna sul finale. I cambiamenti di ritmo sono continui, un passo mai prevedibile, sempre sorprendente. L’attenzione è tutta per una batteria che è suono in ogni sua parte, in ogni forma e potenzialità solitamente inespressa.
Poi il momento di massima intensità. Le accordature cambiano, gomito sulla membrana a ridurre il vibrato e bacchetta con la punta di feltro. La luce avvolge il solo mostro metallico, gli altri componenti rimangono nell’ombra. Un ritmo quasi tribale dove il corpo diviene mezzo di produzione e modifica del suono. Una danza solitaria, intensa e spettacolare, magnetica, cui pian piano si aggiungono gli altri musicisti contagiati, mimando, echeggiando, facendo da coro, sino a riappropriarsi di spazi e ritornando attivi. In “For Tracy”, pezzo che, nonostante il titolo, è dedicato alla moglie Loren, il suono si fa delicato edezzo successivo da quel sabbiato delle spazzole si passa al tocco secco sul bordo, metallico sui piatti, rotulante come biglia che scivola lungo una superfice fredda e scoscesa sino all’estremo punkbop, dove la batteria abbandona il tocco lezioso, sfumato e diviene potenza pura, punk. Il sax pian piano riacquista aritmia e pensiero autonomo, la batteria cadensa, attende, accompagna. L’assolo di sax riprende il ritmo asfittico, frenetico, alterna sottolineature a movimenti autonomi di costruzione di altri percorsi sonori. Sax e chitarra acustica si spalleggiano riproducendo la venatura metallica del suono elettrico sino all’esplosione della batteria.
Brioso il pezzo dedicato al gatto. Il gioco è bebop, l’energia è punk cui si accede spesso attraverso momenti di dialogo divertente che approdano a punte estreme in cui si è investiti da straripamenti noise.
Ari Hoening si guadagna applausi convinti nonostante il pubblico sia inferiore per numero a quello accorso per la reunion Melillo, Moriconi, De Piscopo. Ma, alla fine del concerto il banchetto dei cd viene letteralmente assalito da un pubblico giovane che ha riconosciuto nel sound newyorkese il melting pot di contemporaneità e tradizione. Il jazz è questo e altro ancora.

Leave A Comment

Your email address will not be published.

Article Marketing