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Storia dell’astrologia e dell’oroscopo

Sin da quando l’uomo è rimasto affascinato dall’immensità del cielo con le innumerevoli stelle si è dedicato alla ricerca e comprensione dei fenomeni naturali e soprannaturali; fra questi, di grande importanza, è sempre stata la comprensione e la previsione del futuro di ogni individuo.
Il nome oroscopo deriva dal latino horoscopus, derivante a sua volta dal greco ?ροσκ?πος, formato dalle due parole ?ρα, che significa durata di tempo, e σκοπ?ω che si traduce in osservare; tale ambito si occupa dell’interpretazione astrologica della posizione degli astri al momento in cui si verifica un evento qualsiasi. La formazione dell’oroscopo è una pratica divinatoria che si ottiene attraverso l’astrologia, cioè lo studio degli astri celesti.
Tutte le più grandi antiche civiltà hanno dedicato molto tempo e grande lavoro nell’osservazione e studio dei fenomeni celesti, da cui hanno estrapolato una propria scienza, l’astrologia. Presso l’uomo preistorico è esistita una forma rudimentale di astrologia, caratterizzata dall’osservazione dei movimenti degli astri utile anche per comprendere prevedere la ciclicità delle stagioni e il movimento degli animali migratori. La mancanza di fonti scritte non permette una ricostruzione precisa dello studio astrologico, ma i pochi resti archeologici che sono sopravvissuti fino a noi, come il sito di Stonehenge, fanno pensare ad una costante osservazione dei fenomeni celesti per estrapolare calendari e forse anche oroscopi.
A partire dall’epoca storica abbiamo la famosa scoperta inerente alla cultura Babilonese delle tavolette di Mulapin per poter parlare per la prima volta con sicurezza di Zodiaco e costellazioni. Queste tavolette si datano intorno all’VIII secolo a. C. e ci si legge che il Sole, la Luna e gli altri astri mobili seguono un sentiero celeste attraverso quindici costellazioni. Invece bisogna aspettare ancora due secoli per la creazione delle prime divisioni zodiacali in dodici segni uguali.
Dobbiamo andare però in Egitto per vedere gli importantissimi studi sull’arte divinatoria, i quali tutt’ora sono le basi per la nostra astrologia. Gli egizi avevano diviso il corpo in dodici zone, a cui gli avevano attribuito un segno astrologico che caratterizzava la singola parte corporea: la testa fu posta sotto il governo dell’Ariete, il collo sotto quello del Toro, le spalle sotto quello dei Gemelli, il petto sotto il Cancro, il cuore sotto il Leone, l’addome inferiore sotto la Vergine, la regione lombare sotto la Bilancia, i genitali sotto lo Scorpione, le cosce sotto il Sagittario, le ginocchia sotto il Capricorno, i polpacci e le caviglie sotto l’Acquario e i piedi sotto i pesci. Determinarono anche i punti angolari dell’oroscopo più importanti, come l’ascendente, il discendente, il mezzo cielo e il fondo cielo, ed impararono a valutarli ai fini interpretativi.
Nell’Antica Grecia l’astrologia assunse una importanza considerevole solamente nel periodo ellenistico, età in cui questa civiltà si aprì alle grandi tradizioni orientali grazie alle precedenti conquiste di Alessandro Magno, che arrivò a calpestare le terre indiane e promosse molte scienze attraverso la commistione di molte conoscenze. E’ a questo punto che la civiltà greca abbandona il Logos, la conoscenza scientifica, per abbracciare la Gnosis, la conoscenza mediante la visione, l’estasi e la rivelazione. La figura più rappresentativa della classicità per quanto riguarda l’astrologia è senza dubbio Claudio Tolomeo, astronomo alessandrino vissuto nel II sec. d.C. che nella sua opera “Tetrabiblos” cerca di giustificare con nuovi argomentazioni l’arte di interpretare il linguaggio dei corpi celesti e con questo tentativo ha esercitato nei secoli un’influenza enorme. Il primo oroscopo genetliaco greco che ci è pervenuto dall’antichità risale al 72 a. C. e deriva dalle conoscenze e ricerche sviluppate in ambito ellenistico, il cui centro principale della scienza astrologica era indubbiamente rappresentato dalla biblioteca di Alessandria d’Egitto, la più grande di tutta l’antichità.
Durante il periodo romano ci furono molti grandi uomini politici passati alla storia per grandi imprese o per la composizione di opere elevatissime che si affidarono alle rivelazioni degli oroscopi; Cesare e Augusto, ma anche Cicerone, Orazio e Properzio credevano nelle rivelazioni degli oroscopi e lo stesso popolo si affidava moltissimo agli astrologi più o meno professionisti praticamente presenti in tutte le città. Nella biografia di Augusto scritta da Svetonio vi è un passo dove il giovane Ottaviano (che era del segno del Capricorno) in Grecia si fa leggere il futuro e l’astrologo gli chiese il suo segno zodiacale per procedere alla lettura. Adriano, altro famosissimo imperatore, tentò di studiare la materia e di formulare qualche previsione: infatti era un grande appassionato di oroscopi e il simbolo dello zodiaco compare anche in qualche sua moneta. In certi periodi l’astrologia prese piede a tal punto che non era possibile prendere delle decisioni di governo senza aver preventivamente esaminato i vari oroscopi e indovini.
Nell’alto medioevo la conoscenza atrologica occidentale, figlia dell’ellenismo, fu preservata dai persiani e dagli arabi, che la svilupparono ulteriormente. Si continuarono a registrare gli eventi astronomici compilando la tavole delle effemeridi che ancora oggi sono un modello per la redazione delle moderne tavole astronomiche. L’astrologia, per le sue intime connessioni con l’astronomia in quei tempi, fu quindi anch’essa una delle discipline conservate e sviluppate. Le conoscenze della civiltà araba trovarono in Italia un terreno fertile: nella nostra penisola, infatti, sin dal medioevo l’astrologia fiorì più che in altre parti del mondo. Nei principali centri urbani italiani nacquero alcune cattedre per il suo insegnamento, rivolto essenzialmente ai giovani esponenti dell’aristocrazia italiana. Presso alcune corti, come per esempio quella di Caterina de Medici, furono creati dei veri e propri centri astrologici culturali. Verso la metà del XVII secolo Placido di Tinti, monaco e professore di matematica a Padova, realizzò un sistema di suddivisione della sfera celeste in case dell’oroscopo, il quale fu in seguito adottato in tutto il mondo. Invece nel XVII e nel XVIII secolo l’astrologia conobbe un periodo di crisi profonda, verosimilmente iniziata dagli effetti di una specie di crociata denigratoria contro i suoi cultori; tale crisi si conobbe soprattutto in Italia, dove fino a pochi anni prima la pratica divinatoria dell’oroscopo era molto conosciuta e come conseguenza furono allontanati dalla buona società del tempo quei indovini che fino a poco prima erano parte integrante del sistema nobiliare.
Con l’avvento dell’Illuminismo e dopo la fine della Rivoluzione Francese, l’astrologia fu relegata tra le superstizioni senza fondamento; nonostante tutto continuò ad essere praticata in altre parti del mondo e ad essere divulgata grazie ai popolari almanacchi periodici che videro una certa distribuzione anche in Europa. Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo l’astrologia vide una nuova rinascita, fondata su studi portati avanti con metodi più razionalistici, tralasciando l’impostazione divinatoria della materia. Tutt’ora l’astrologia e gli oroscopi, sebbene rifiutati in pubblico da tutti gli intelletuali, sono costantemente seguiti e consultati in privato da una gran moltitudine di persone di tutte le estrazioni sociali, poiché a distanza di migliaia di anni, la curiosità dell’uomo nel conoscere il proprio futuro e tentar di sapere su questioni sentimentali o di fortuna, non si è per nulla assopita e forse è addirittura cresciuta.

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