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Comprare casa con il Rent to buy

In piena recessione economica, con il mercato immobiliare che langue negli investimenti, sia per quanto riguarda la costruzione di nuovi edifici, sia per quanto concerne l’acquisto o la vendita di case, ecco che si fa strada una “vecchia” formula immobiliare : il rent to buy.

Meglio conosciuto come affitto con riscatto, sebbene differisca da questo per diversi aspetti, il rent to buy è un sistema contrattuale molto in voga negli anni 60 e 79 sopratutto sul mercato anglosassone, che viene considerato come un vero e proprio contratto di locazione finalizzata all’acquisto. In pratica, si stipula un contratto in cui il proprietario dell’immobile concede al locatario la possibilità (ma non l’obbligo) di acquistare la casa dopo un tot specifico di anni, utilizzando i soldi fin’ora versati a mo’ di affitto come un acconto per il pagamento totale dell’immobile. Dal canto suo, il locatario versa una somma di danaro, che solitamente corrisponde al 5 – 6% del valore dell’immobile, come acconto per l’acquisto finale, e allo stesso tempo si impegna a versare un canone mensile di affitto maggiorato di una percentuale minima che va a definirsi come un accantonamento di capitale per l’acquisto futuro.

Volendo usare un paragone estremamente semplificato, possiamo dire che il pagamento del rent to buy funziona un po’ come l’acquisto di un’auto a rate, con il versamento di un acconto iniziale, il pagamento delle rate mensili e la maxi rata finale. Ovviamente, lo ribadiamo, il concetto in questo modo è assolutamente semplificato.

Alla fine, una volta esaurita la formula del rent to buy (scadenza del periodo concordato), il locatario può decidere di acquistare o meno l’immobile avendo un diritto di prelazione (che avrebbe comunque anche in caso di locazione classica) su eventuali altri acquirenti. Se il locatario decide di completare l’acquisto della casa, allora si procede con il rogito.

Sebbene il rent to buy possa apparire come una soluzione ideale per smuovere il mercato immobiliare, vi sono moltissime considerazioni da fare al riguardo, sopratutto legate alla stipulazione del contratto (vizi di forma, omissioni volute, ecc.) e al potenziale fallimento delle imprese edili nel caso in cui si realizzi un contratto rent to buy per un immobile in costruzione. Effettivamente la differenza tra un “rent to buy” ed un affitto con opzione di riscatto è solo fiscale, a parte qualche dettaglio e l’uso dei nomi (rent to buy = affitto per comprare).
Resta l’incognita degli eventuali inquilini morosi, ma questo è il classico problema di chi affitta. Se sei disposto ad affittare,
sai già a quali problemi potrai andare incontro.
Bisognerebbe capire se ci sono comunicazioni dall’AdE relativamente a questi due strumenti.
Essendo una formula ibrida, possiamo dire che qualche lacuna c’è sicuramente. Però non saremo nemmeno così categorici nel dire che non ci sono tutele, o se volete, che ci sono rischi per chi compra e chi vende. Purtroppo anche in una normale compravendita, di rischi ce ne sono fin troppi. E di questi tempi lo stiamo vedendo ancor di più. In ogni caso è un ottima idea che sicuramente farà parlare e magari aiuterà un po il mercato in forte flessioen vista la mancanza di liquindi e di mutui per comprare casa con i metodi tradizionali.

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