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Roma Caput Vini: una storia che arriva da lontano

Nell’epoca del prosecco all’aperitivo, ecco una storia che arriva da lontano, dall’antica Roma!
Mollemente sdraiato sul triclinio della sua domus cittadina, sorseggiando una coppa di Falerno vecchio di 10 anni, Ennio Flacco , facoltoso mercante di vino dell’antica Roma,stava amabilmente chiacchierando con i suoi convitati, quando un servo gli recapitò un messaggio alquanto misterioso: era un invito a partecipare ad un banchetto a casa del comandante della X legione, che lui poco conosceva e cordialmente detestava. Ennio Flacco accettò l’invito; al termine del banchetto, sazio di cibo ed ebro di vino, scoprì la ragione dell’invito, infatti gli venne brutalmente comunicato l’ordine di partire al seguito della X Legione alla volta della Gallia con grandi carichi di vini e di piante di vite per provvedere sia alla vendita dei vini che all’impianto di nuovi vigneti. Il ricatto era lampante: se non avesse obbedito all’ordine, le sue dodici botteghe di vino e le sue taverne disseminate nell’Urbe, avrebbero avuto forse……qualche controllo. Non c’era via di scampo, doveva partire, lasciare la vita agiata di Roma per andare in Gallia a vendere vino.
I Galli amavano smoderatamente il vino, che acquistavano dai mercanti romani e bevevano puro, cadendo così preda dei fumi dell’alcol, tanto da barattare uno schiavo con una giara di vino !! Ma anche a Roma il popolo era dedito al consumo smoderato del vino, dal più miserabile al più aristocratico, tutti bevevano vino in abbondanza, tanto che, con i cocci delle anfore svuotate, avevano edificato un colle, l’ottavo colle di Roma, che si chiamerà Testaccio. Questo Ennio Flacco lo aveva capito: il vino era un mezzo per tenere soggiogata la Gallia per piegare la volontà del suo popolo, ma non riusciva a comprendere perchè Roma gli imponesse di piantare la vite in quella terra lontana. Molti anni prima il poeta Orazio aveva scritto :”…..ovunque andrà l’aquila di Roma pianterà la sacra vite……”. Flacco non comprendeva il messaggio politico che si celava dietro la piantagione delle viti, che invece era chiaro e lungimirante: potrete coltivare in pace e godere per anni il frutto della vite, perchè Roma sarà garante della vostra sicurezza e il suo impero durerà in eterno. Ennio Flacco, sudato ed affannato, chiese al suo aiutante donde venissero. quelle preziose piante di vite e lui gli rispose genericamente che erano state scaricate nel porto di Massilia (Marsiglia) provenienti dall’Oriente. Si trattava in effetti del Syrah, originario di Shiraz, città delle rose, nell’antica Mesopotamia, culla della vite. Il Syrah troverà in Gallia un ambiente favorevole e si diffonderà rapidamente anche il Italia. Anche oggi è un vino apprezzatissimo per le sue doti di amabilità, morbidezza e persistenza.

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