No Banner to display

Article Marketing

article marketing & press release

Insonorizzare una stanza

Le motivazioni che ci portano a ricercare una maggiore isolamento acustico per un ambiente domestico possono essere molteplici, ma sono di base legate a una delle seguenti necessità:
§  Non essere disturbati dal contesto abitativo e/o urbanistico al contorno;
§  Non arrecare disturbo all’esterno con le nostre attività (musica, home theatre, etc.)  
In questo breve articolo, realizzato in collaborazione con l’Arch. Silvano Spandre, Tecnico Competente in Acustica Ambientale (L. 447/95), sono riportati alcuni pratici consigli e indicate alcune linee guida, che riteniamo potranno essere molto utili per inquadrare la problematica del rumore in contesti abitativi e per indirizzare l’utente nelle scelte tecniche che andrà ad operare.
L’articolo è volutamente impostato su criteri di massima semplicità ed ha un taglio che potremmo definire divulgativo.
Almeno per una volta quindi, pur non trattandosi di temi semplicissimi, non sarà necessario assimilare un compendio di Acustica Fisica, prima di capire che si parlava solo di un foglio di cartongesso, stiano quindi tranquilli anche gli utenti non propriamente hi-tech.
Per i lettori che già dispongono di un’ampia conoscenza delle tematiche legate all’isolamento acustico e al “rumore domestico”, alcuni passaggi potranno risultare un po’ scontati, in questo caso invitiamo i lettori più “tecnologici” a saltare la parte introduttiva generale e andare direttamente al paragrafo successivo “Tipologia di rumore e soluzioni”.  
INTRODUZIONE
Abbiamo inizialmente fatto una distinzione (non del tutto corretta) tra rumore in entrata e rumore in uscita da una stanza.
Bisogna infatti dire che anziché parlare di insonorizzazione o isolamento acustico di una parete, di un solaio o di una stanza nel suo insieme, sarebbe più corretto parlare di livello di fonoisolamento.
Relativamente a questo aspetto possiamo in sintesi dire che se ci limitiamo a parlare di trasmissione del rumore per via aerea, non si hanno sostanziali differenze tra il rumore in entrata e il rumore in uscita, in pratica se una parete ha un potere fonoisolante di 50 decibel (Il decibel è l’unità di misura convenzionale con la quale in acustica si indica il livello di un fenomeno acustico), significa che ogni evento acustico in entrata (o in uscita) verrà attenuato di 50 decibel rispetto al valore originario.
Possono però essere fatte alcune distinzioni sul comportamento della direzionalità del suono per particolari pareti con stratigrafie complesse, che non generano abbattimento acustico in funzione della sola massa (kg per mq), ma che agiscono anche sulla base di altre proprietà, essenzialmente legate all’elasticità a alla vibrazione.
Ne sono un esempio i cosiddetti sistemi “massa-molla-massa” in cui si ha una alternanza di masse consistenti e supporti elastici, che lasciando svincolate le masse, consentono di trasformare l’onda sonora incidente in movimento.
In pratica l’onda sonora viene parzialmente trasformata in calore e dispersa.
Per il caso del rumore in uscita dalla nostra stanza, vi è poi una ulteriore considerazione da fare, in quanto è proprio sulla rumorosità da noi stessi generata che è possibile intervenire preliminarmente, seppur (ed è bene dirlo) in modo sempre parziale.
E’ corretto a questo punto introdurre il concetto di fonoassorbimento (spesso confuso con il fonoisolamento di cui abbiamo parlato precedentemente).
In un ambiente confinato il rumore prodotto da una qualsiasi sorgente sonora, si somma alle numerevoli riflessioni acustiche prodotte dalle pareti, dal soffitto e dal pavimento contribuendo a creare un livello complessivo che è ben più elevato della sorgente originaria.
Per comprendere con immediatezza questo concetto, si può pensare ad una stanza totalmente vuota (che rimbomba) e alla medesima stanza arredata (più sorda).
In pratica se rendo le superfici interne di un ambiente più fonoassorbenti (ed esempio con tessuti e moquette), ridurrò il valore complessivo di rumore prodotto ed immetterò quindi meno rumore negli ambienti circostanti.
Il concetto di fonoassorbimento diventa poi un aspetto fondamentale nella correzione della risposta acustica di un ambiente (riverbero), ma questo è un altro tema, interessante magari per un prossimo articolo.  
Voglio isolarmi dal mondo (almeno un po’).
Il livello di isolamento acustico delle componenti di un edificio è certamente una tematica oggi al centro di una crescente popolarità e al pari di altri parametri, legati ad esempio al risparmio energetico, rappresenta uno dei criteri che più fortemente contribuiscono a connotare la qualità e l’innovazione in edilizia.
Se le soluzioni tecniche nel campo dell’isolamento termico vedono la principale ragion d’essere nelle ricadute economiche, un buon comfort acustico ci restituisce immediatamente quel senso di intimità e privacy, che ciascuno di noi ricerca nei luoghi dove trascorre molte ore.
Questa immediata percezione di gradevolezza, è certamente da ricercarsi nella perduta abitudine di trovarsi in ambienti particolarmente silenziosi.
Se ci riferiamo alle costruzioni di recente realizzazione, il discorso è abbastanza semplice in quanto esistono precise disposizioni di legge che definiscono “numericamente” le prestazioni acustiche di tutte le componenti di un edificio: solai interpiano, pareti di facciata, pareti di separazione tra unità confinanti, rumorosità degli impianti, etc.
In realtà il principale riferimento legislativo è del 1997, (DPCM 5-12-1997 “Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici”), ma è stato necessario attendere una decina di anni per vederlo sistematicamente applicato.   
In estrema sintesi quindi, un edificio è conforme alle normative oppure semplicemente  non lo è, molto semplice, ed inoltre il rispetto di tali parametri è facilmente verificabile.
Ricordiamo a tal proposito che esiste una specifica figura professionale, introdotta con la Legge 26 Ottobre 1995 n. 447 “Legge quadro sull’inquinamento acustico”, che oltre ad aver stabilito i principi fondamentali in materia di tutela dell’ambiente esterno e dell’ambiente abitativo dall’inquinamento acustico, ha istituito il Tecnico Competente in Acustica Ambientale, quale soggetto idoneo ad effettuare misurazioni, verificare l’ottemperanza ai valori definiti dalle vigenti norme, redigere i piani di risanamento acustico, svolgere le relative attività di controllo, etc.
Se la vostra abitazione è stata realizzata in anni meno recenti, è probabile che qualche problema di rumore lo possiate riscontrare, si consideri che l’attenzione e la conoscenza di queste tematiche tra i progettisti e le imprese di costruzione era un tempo molto ridotta.
L’isolamento acustico, assume particolare rilevanza non solo negli aspetti legati alla ricerca della privacy, ma in tutti quei casi in cui, per motivi lavorati o ricreativi, si svolgano attività con elevati impatti acustici.
TIPOLOGIA DI RUMORE E SOLUZIONI
Riportiamo di seguito alcune indicazioni su come affrontare tecnicamente i più ricorrenti problemi di rumore in casa.
Per la già citata esigenza opposta di ridurre il rumore che noi stessi immettiamo all’esterno, basterà operare un accurato mix di tutte le soluzioni di seguito indicate, incrementando magari gli spessori consigliati ed immaginando di inscatolarci un po’.
Tutte le tematiche trattate, richiederebbero in realtà un intero compendio sull’insonorizzazione in ambito edilizio ma questo non è certamente compatibile con lo spazio a nostra disposizione in questo articolo.
Per i più volenterosi bricoleur alcune soluzioni sono di facile applicabilità mentre per gli aspetti più complessi il consiglio è di rivolgersi a figure professionali specializzate come il già citato Tecnico in Acustica o in alternativa ad aziende specializzate del settore (in Italia sono comunque molte in ogni regione e facilmente reperibili on line).
Le tipologie di rumore domestico (escludendo quello prodotto da noi stessi), sono essenzialmente di 4 tipi:
§  Rumore proveniente dall’ esterno dell’edificio (serramenti);
§  Rumore proveniente dai piani superiori o inferiori dello stabile, che è ulteriormente divisibile in rumore da urto/calpestio e rumore per via aerea;
§  Rumore da altre unità abitative al piano;
§  Rumore di impianti (acque di scarico sanitarie, autoclavi, ascensori, etc.), che richiedono di norma interventi specialistici mirati sulle sorgenti di rumore e che pertanto esulano dai contenuti di questo articolo.
Per quanto riguarda il rumore proveniente dall’esterno dell’edificio, dobbiamo parlare essenzialmente del problema dei serramenti, che sono la porzione acusticamente più labile di una parete.
La soluzione più ovvia ci porta di norma a valutare la sostituzione dei vecchi serramenti con altri aventi proprietà acustiche.
Consideriamo però che in questo caso si hanno sostanziali miglioramenti solo nel caso di sostituzione di serramenti molto arcaici con altri di nuova generazione (con più battute e vetrocamera), mentre su quelli di installazione più recente (diciamo dagli anni ’80), corriamo il serio rischio, di migliorare poco la situazione (magari di soli 2-3 decibel) spendendo a volte capitali.
Nella scelta di nuovi serramenti, il consiglio è di valutare con attenzione i dati della scheda tecnica legati al potere fono isolante, osservando il cosiddetto indice Rw, con le seguenti considerazioni:
Un serramento con buone proprietà acustiche ha un indice Rw prossimo a 35 dB, diffidate di valori superiori a 40 dB non realistici per comuni serramenti per edilizia.
Lo stesso principio si può applicare anche per scegliere una eventuale porta insonorizzata di accesso alla nostra stanza.
Prima di intervenire sui serramenti considerate però con attenzione anche la quota di rumore che proviene dai cassonetti degli avvolgibili, qui in molti casi esiste un semplice pannellino di legno a separarci dall’esterno, considerate poi anche la parte di muro retrostante i radiatori che in alcuni casi è sottilissima.
Il consiglio è qui di intervenire con lastre aggiuntive che abbiano una massa consistente ad esempio con del semplice cartongesso o meglio con lastre in calcio silicato, evitando di installare inutili materassini in spugna o materiali leggeri similari che producono risultati pari a zero.
Per i serramenti, è anche valutabile un’altra soluzione: se consideriamo che il momento in cui abbiamo bisogno di maggiore silenzio è soprattutto durante le fasi di riposo che non necessitano di luce naturale, si può valutare l’installazione di ante cieche aggiuntive sul lato interno della camera.
Le ante possono essere di legno spesso (3-4 cm), anche se sarebbe meglio utilizzare una stratigrafia più complessa come ad esempio un sandwich costituito da due pannelli di legno che inglobano uno strato di gomma semirigida.
Ricordiamo che per avere una reale utilità, queste ante devono necessariamente coprire anche i cassonetti degli avvolgibili.
Il sistema è consigliato soprattutto per le porte finestre, mentre per le sole finestre si deve limitare alla parte del serramento evitando di schermare i sottostanti radiatori, di cui verrebbe ridotta la prestazione termica.
Il vantaggio di questo sistema consiste nel poter essere applicato con una certa facilità e nel non dover richiedere alcuna autorizzazione condominiale, in quanto non si apportano modifiche sulla facciata esterna dell’edificio.
Questo sistema diventa però svantaggioso nei casi in cui le esigenze di silenzio sono legate ad esempio allo studio in fascia diurna.  
Spostandoci ora a valutare il rumore proveniente dai piani superiori od inferiori dello stabile in cui viviamo, dobbiamo affrontare la parte più complessa dell’isolamento acustico in ambito edilizio.
Il caso estremo è rappresentato dal rumore da urto e/o calpestio che proviene più tipicamente dal piano superiore.
In questo caso è necessario affermare con estrema risolutezza che qualsiasi intervento ha un carattere meramente palliativo, a meno di non poter intervenire direttamente sul pavimento del piano superiore, oppure andare a creare un completo inscatolamento della nostra stanza, ma questi sono ovviamente dei casi limite.
Il rumore prodotto per urto sul pavimento si trasmette infatti in minima parte per via aerea mentre viaggia molto velocemente per via solida attraverso tutti gli elementi edili.
In altre parole un colpo sul pavimento del piano superiore o inferiore si propaga alla nostra stanza non solo attraverso il soffitto o il pavimento ma anche (e non in forma marginale) attraverso le pareti.
Ciò detto si comprende quanto sia poco risolutivo in questo caso installare un controsoffitto acustico.
Viceversa, nei casi di rumore di tipo aereo (ad esempio un televisore ad alto volume) al piano superiore, un buon controsoffitto di tipo multistrato (min. 12-15 cm spessore) con cartongesso, lana minerale e guaine bituminose smorzanti, può dare degli ottimi risultati.
Per quanto riguarda i pavimenti il discorso è un po’ più complesso.
Sono generalmente attuabili due tipologie di intervento che possono prevedere la rimozione e sostituzione del massetto e del pavimento esistenti oppure la posa di un nuovo pavimento flottante (cioè non vincolato rigidamente) al di sopra dell’attuale pavimento.
In entrambi i casi le soluzioni diventano piuttosto complesse se si dispone di riscaldamento a pavimento.
Nel primo caso, risultati eccellenti si ottengono ad esempio con parquet in legno posato su un sottofondo di sabbia, altre soluzioni che prevedano la sostituzione dei vecchi massetti con altri a struttura alleggerita su supporto di spugne, gomme o feltri, hanno utilità nel limitare il rumore da noi stessi prodotto verso il locale sottostante, ma riducendo la massa complessiva del pavimento, possono anche causare un peggioramento della situazione rispetto al rumore in entrata.
Per realizzare invece un nuovo pavimento al di sopra del pavimento esistente, la soluzione più agevole consiste nel creare una struttura portante con listelli di legno posati su strisce di gomma, su cui viene poi posato un tavolato portante in materiali quali il medium density (MD), che costituisce il supporto per qualsiasi nuovo pavimento andremo a scegliere.
Se la scelta ricade su un parquet, ricordatevi di mettere un ulteriore foglio di spugna tra il tavolato in MD e il parquet, per evitare scricchiolii.
L’interspazio tra i listelli di supporto va colmato con pannelli in lana minerale per evitare rimbombi. 
In caso di pavimento aggiuntivo si valuti che ciò implicherà anche la modifica dell’altezza o del senso di apertura delle porte e a volte anche dell’altezza dei radiatori.
Valutate poi che gli interventi sul pavimento e sul soffitto possono ridurre l’altezza dei locali al di sotto della minima altezza abitabile (vedere Regolamento Edilizio Comunale).
Per quanto riguarda infine l’isolamento al rumore aereo proveniente dagli alloggi circostanti, possiamo valutare di porre in opera delle contropareti in comune cartongesso multistrato analoghe a quelle già descritte per i controsoffitti, considerando che altri materiali proposti come altamente tecnologici e spesso dal costo piuttosto elevato, producono risultati del tutto similari.
Articolo scritto in collaborazione con Silvano SPANDRE, architetto e progettista, specialista in acustica applicata e insonorizzazione www.acustico.info

Leave A Comment

Your email address will not be published.

Article Marketing